Capitolo 32 - Dal passato al presente

639 31 3
                                    



CONTINUO FLASHBACK 

Clarke Griffin's P.O.V 

Mi sentivo la testa scoppiare per tutto ciò che era successo nelle ultime ore. Com'era andato tutto fuori controllo in quel modo? Ero persa, non sapevo cosa fare perfino quando i miei obblighi erano chiari. Lexa era una criminale e io ero un'agente di polizia, tutto ciò non avrebbe mai potuto funzionare. 

"Dannazione!"  Esclamai con rabbia colpendo il volante della mia auto. 

Le immagini di quel video si ripetevano costantemente invadendomi la testa con una scusa per giustificare le azioni improprie della australiana. Niente, purtroppo niente giustificava il fatto di essersi fatta giustizia da sola, non per la polizia. Il problema più grande era che il mio cuore sembrava non capire, perché cercava a tutti i costi di far accettare alla mia testa che potevo perdonarla. Non potevo. Lexa aveva mentito, non solo a Christopher durante tutto il loro matrimonio, ma a tutte le persone intorno a lei includendo me, la persona di cui aveva detto di essere innamorata. 

"Perché doveva andare così?"  Mi chiesi ad alta voce. 

Scossi la testa continuando a guidare per le strade di New York di ritorno a casa. Dopo la discussione nel magazzino abbandonato dove finalmente avevo scoperto tutto, perfino i motivi per cui Lexa aveva fatto tali cose, l'avevo lasciata andare. Sapevo che non era giusto, che la mora poteva benissimo riunire tutti i soldi rubati e sparire all'improvviso da qualche parte nel mondo. In ogni caso, semplicemente non potevo reagire in altro modo vedendo il suo sguardo perso dopo aver visto il video dove Christopher Collins aveva assassinato Gustus Cooper. Nonostante la sua aria imponente, caratteristica della sua personalità unica, avevo potuto notare la mancanza di luce nei suoi occhi marroni, adesso così spenti. Era chiaro il modo in cui quella brutalità l'aveva colpita emotivamente. Lexa in un punto della sua vita era stata distrutta, e adesso era assetata di vendetta. 

"Non avrei dovuto lasciarti andare! Cos'hai fatto, Clarke?!"  Dissi a me stessa in un conflitto interno tra il giusto e lo sbagliato. 

E se avesse avuto le palle di uccidere Collins? E se fosse scappata? Avrei rovinato tutto per essere debole, per non aver servito la testa di Lexa su un piatto d'argento alla polizia. Quando avrei potuto fare i miei sentimenti da parte per compiere il mio dovere come poliziotta? 

Sbuffai con irritazione e schiacciai l'acceleratore. Avevo bisogno di un tempo per me stessa, un tempo lontano da tutto ciò. Non potevo semplicemente agire d'impulso, dovevo  pensare e analizzare qualunque mia decisione che poteva supporre qualcosa. L'alba sembrava più fredda del solito, il traffico era poco, c'era solo qualche auto che vagava per quelle strade deserte. Presto ci sarebbe stata l'alba; e quando tutti sarebbero stati attivi io me ne sarei andata lontano di lì. Appena arrivai a casa mi occupai di fare una piccola valigia, facendo attenzione a non svegliare Raven. Avevo deciso di allontanarmi, anche solo per un paio di giorni. Avrei potuto inventare una scusa a lavoro, come un viaggio improvviso per completare la mia indagine, che adesso era già completa. Ma la mia destinazione vera era Miami, nella nuova casa della mia famiglia. Loro avrebbero potuto darmi della tranquillità. 

[...] 

Errore, non potevano. Non quando la mia testa era piena di pensieri riguardanti Lexa Collins. Lei era più di ciò che chiunque potrebbe sopportare. Era dentro la mia testa e ci sarebbe rimasta per un tempo indefinito. 

"Sono felice che tu sia qui, tesoro."  Mi disse Jake accarezzandomi leggermente il braccio. 

"Anch'io, papà. Mi sei mancato."

Checkmate Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora