Capitolo 1

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Da qualche parte oltre il muro spesso 5 pollici, sentisti dei lamenti. L'orologio sul muro segnava le 23:29, Jane, di 4 anni, doveva essersi svegliata per un incubo. Sbadigliasti, sempre più esausta dopo aver digitato parole su pagine e pagine del saggio per la tua lezione di psicologia. L'argomento riguardava i devianti in una società che usava la stratificazione come mezzo per discriminare. In fondo, non sapevi mai cosa stesse passando una persona. Aspettasti l'inevitabile bussare ed arrivò puntuale. Ti alzasti dalla sedia e ti stirasti, era ormai una routine.

Quando apristi la porta, vidi un paio di occhi prosciugati. Nessuno poteva credere che avesse solo pochi anni più di te. "Mi dispiace," Ji Eun sospirò, "Puoi venire?"

Annuisti senza esitazione. Ji Eun e suo marito, Seokjin, si erano trasferiti nel complesso pochi mesi dopo aver dato alla luce la loro figlia timida ma energica, Jane. All'epoca vivevi con tuo fratello, ma lui si era trasferito per stare con il suo fidanzato. Di tanto in tanto, Ji Eun ti chiedeva di fare da babysitter a Jane, cosa che non ti dispiaceva affatto perché tolleravi i bambini e loro ti preparavano il cibo ogni volta che facevi tardi con gli studi per gli esami. Erano diventati la tua seconda famiglia e Jane era l'unica bambina che ti piaceva abbracciare. Quando era cresciuta, aveva iniziato ad avere incubi. I suoi genitori avevano provato di tutto per calmare la figlia, come l'erboristeria, l'aromaterapia, portandola anche al tempio per la meditazione. Niente aveva funzionato fino a quando non avevi cantato a caso per lei una sera mentre i suoi genitori erano fuori città per una riunione di lavoro. Pensavi fosse solo una coincidenza, ma funzionò come un incantesimo. Gli incubi stavano lentamente diminuendo, ma ti eri comunque offerta di aiutarli ancora una volta se fosse risuccesso.

Ji Eun tornò lentamente al suo appartamento mentre suo marito l'aspettava alla porta per sostenerle la schiena e il pancione. Poteva scoppiare da un momento all'altro. Gli applaudisti poiché avevano deciso di avere più di un figlio e lei ti risposto che un giorno li avresti voluti anche tu. Dubbiosa, le ricordasti che non saresti mai potuta essere una brava madre considerato che non eri cresciuta con uno di loro. Il soggiorno era completamente buio, dovevano aver dormito almeno per un po. Una piccola luce notturna illuminò il viso spaventato di Jane. I suoi occhi brillarono quando ti videro. "T/N" piagnucolò la piccola alzando le braccia per poterti abbracciare, cosa che feci. Profumava di morbida vaniglia del suo shampoo preferito. I suoi grandi occhi rimasero fissi su di te.

"Stai bene, piccola?"

Lei scosse la testa, "Ho visto un grosso mostro con lunghi artigli che cercava di portarmi via."

Anche se non avresti dovuto psicoanalizzare tutti quelli che incontravi, non potevi essere d'aiuto in caso di Jane. Non avevi mai assistito a nulla di traumatico nella sua vita, quindi non c'era motivo per lei che ripercorresse questi incubi. Ti scrollasti di dosso il pensiero e gli spostasti i capelli indietro. "Non ti farà del male, starò con te finché non dormi, okay?"

"Va bene- Posso vederti anche domani?" chiese lei a bassa voce.

"Certo, dolcezza" sorridesti tu, "Devo portarti all'acquario, ricordi?"

"Vedrò i pesci grossi", disse lei, chiudendo gli occhi. La accarezzasti dolcemente, canticchiando una melodia familiare che le piaceva così tanto. Era una canzone casuale della tua infanzia, non ricordavi di averla mia sentita, ma ti era rimasta in testa da quando potevi parlare. Jimin diceva che avevi un'immaginazione sfrenata e che inventavi canzoni quando eri più giovane. Ti aveva persino detto che potevi sbocciare come cantante, ripensasti alle parole di tuo fratello. Ti mancava, ma eri anche felice del fatto che avesse trovato una persona fantastica come Taehyung da sposare.

Jane si addormentò pochi minuti dopo ma tu rimasi con lei un po più a lungo per assicurarti che stesse bene. Nel momento in cui prese il sonno pesante, eri sicura che avrebbe dormito fino al mattino. Quando tornasti in soggiorno, Ji Eun era ancora sveglia. Si sedette sul divano, guardando le tende che ondeggiavano per la brezza primaverile. "Stai bene, unnie?"

Alzò lo sguardo e ti invitò a sedersi accanto a lei, "Non posso ringraziarti abbastanza per averci aiutato in questo modo."

"Non preoccuparti. Amo Jane e siete stati tutti così carini e gentili con me," risposi tu. Ji Eun era la sorella che non avevi mai potuto avere. Non che Jimin non era abbastanza, ma avevi sempre desiderato una figura femminile forte con cui parlare e che riempisse il vuoto che tua madre aveva lasciato. Quando stavi lottando per vivere da sola, Ji Eun ti parlava ogni notte e ti insegnava come prenderti cura di te correttamente. Ti aveva consigliato sull'essere non solo una donna, ma anche una persona. L'ammiravi molto perché lei era riuscita a realizzare i suoi sogni, sia dal punto di vista relazionale e lavorativo. Volevi quello che aveva costruito con Seokjin o quello che avevano costruito insieme Jimin e Taehyung, ma avere una relazione ti spaventava. Non si trattava dell'impegno, temevi che l'altra persona si disinnescasse di te molto prima di dire qualcosa. Non volevi che le persone restassero al tuo fianco per obbligo, motivo per cui avevi praticamente costretto Jimin a trasferirsi da Tae, e inoltre ti ci era voluto un eternità prima di fidarti completamente di Ji Eun.

"Sono preoccupata di non essere in grado di provvedere a entrambi i miei figli," pianse lei, e tu l'accolsi in un abbraccio. "E se non fossi una buona madre?"

Ti raddrizzasti un po, e le accarezzasti la schiena. "Una buona madre mette in dubbio le sue capacità, e una buona madre resiste a tutto. Sei una grande mamma e lo sarai sempre."

"Anche tu lo sarai, T/N."

Ridacchiasti tu. "Non andiamo così lontano. Ora torna a letto, dormirò qui per la notte nel caso si svegliasse di nuovo." Lei annuì e tornò nella sua stanza dove si trovava il suo amorevole marito. Tu andasti nella stanza degli ospiti, la stanza dove rimanevi qualche notte ogni volta che ti ubriacavi con Ji Eun, quando lei non era incinta o allattava la piccola. I tuoi occhi si chiusero, in quel momento la tua mente pensò al quando saresti andata nel letto tra le braccia di qualcuno che avresti amato. Ugh, ti lamentasti internamente. Per ora, ti stavi solo godendo il suono della città.

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ᴛᴇʟᴇᴘᴀᴛʜʏ - ᴍɪɴ ʏᴏᴏɴɢɪ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora