Capitolo 6

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L'orologio sul muro fu l'unica cosa che emise un suono per un po' di tempo. 4 paia di occhi si fissavano con riluttanza. Beh, una coppia, in particolare, aveva fatto si che il fratello di Seokjin si sedesse esattamente di fronte a te. Ji Eun, sempre più ansiosa per il silenzio, prese bruscamente a calci suo marito sotto il tavolo e lo guardò torva quando cercò di farle dire qualcosa. Era il suo momento per fare una battuta per alleggerire l'atmosfera.

"Così.." cominciò lui nervosamente. Il sopracciglio di Yoongi si contrasse, sentendo che qualcosa di brutto stava per uscire dalla sua bocca. Tu lo guardasti attentamente mentre si preparava. "Cosa dice un cane ad un muro?"

"cosa dice, tesoro?" mormorò Ji Eun.

"Wol wol!" esclama lui. (in questo caso la battuta sarebbe più significativa in inglese visto che la parola che ha mischiato con il verso del cane è wall che è il muro in inglese)

Ridesti tu e Yoongi ti guardò con orrore. In realtà non sapevi esattamente se trovavi la battuta divertente o se eri così tesa che volevi trovare un modo per rilasciare la tensione e l'unica cosa che uscì dalla tua bocca fu una risata.

"Che cos'hai che non va?" alzasti lo sguardo. Era Yoongi. Le sue sopracciglia si erano aggrottate, era arrabbiato per ragioni che non riuscivi a capire. Non sapevi nemmeno cosa gli fosse preso. I volti gli balenarono davanti ai suoi occhi. Uno di sua madre e lo sguardo deluso di suo padre ogni volta che il giovane Yoongi rideva. Da allora non aveva più riso. Il tuo viso cadde completamente in un istante. Non era la durezza della sua voce, o i suoi occhi penetranti che ti lanciavano pugnalate, ma ti sentivi esausta dal desiderio di evocare qualcosa da lui. Non era salutare, ma era semplicemente affascinante. Gemetti mentalmente, ricordando cosa avrebbe fatto un'adolescente ignorante se si fosse incontrato con un vampiro affascinante. Seokjin batte le mani per riportare la sua attenzione a tutti.

"Di che ti dispiace."

"...scusa." Borbottò lui. Tu annuisti in risposta, non molto sicura di cosa avresti potuto dire diversamente. Ti aveva detto che non ti voleva come amica. Ma avevi pensato che avrebbe reagito in modo più civile. Ma l'aspetto a quanto pare inganna.

"Allora, Yoongi," iniziò a parlare Ji Eun, rompendo così il silenzio imbarazzante. "Hai intenzione di cercare lavoro?" lui continuò a mangiare, ma tu notasti che le sue orecchie si drizzarono. Era la prima volta che lo vedevi eccitato per qualcosa.

"Ho inviato un email ad alcuni produttori di un agenzia," sorrise lui. "Ho un incontro con loro alla fine della settimana. Vogliono che scriva e produca una nuova traccia per mostrargliela." La sua eccitazione diminuì e guardò di lato.

"Che succede?" chiese Seokjin.

"Sono solo un po bloccato," Yoongi scrollò le spalle. "Ogni volta che mi siedo per scrivere, non mi viene nulla. Non succedeva da un po di tempo."

"Hai di nuovo anche gli incubi?"

Lui annuì con fermezza. Un milione di domande ti passarono nella mente, ma sapevi bene che curiosare sugli incubi di loro non ti piaceva molto. Quindi passasti all'altra domanda, "Produttori?"

"Non lo sapevi?" ridacchio Ji Eun. "Yoongi è un musicista." Le sue guance arrossirono al suono del suo nome. "Dovresti mostrare a T/N il tuo allestimento dopo cena."

"Non posso semplicemente lavare i piatti invece?" lui sospirò. Non era sua intenzione essere cattivo, voleva solo rimanere il meno possibile con te. Questa volta, Seokjin gli pizzicò il braccio e Yoongi gridò, minacciando di prendere a pugni il bel viso di suo fratello.

Tu scossi la testa, "Va tutto bene, dovevo comunque tornare a casa per finire un compito."

"Ma non sono le vacanze estive?" chiese Ji Eun.

"Credito extra," sorridesti il più possibile. Anche se ti eri ricordata che c'era da aspettarselo che lui fosse così maleducato, avevi pensato che la sua maleducazione non ti avrebbe influenzata più di tanto. Il rifiuto era un sentimento familiare per te, ma il desiderio no. Yoongi notò lo sfarfallo nei tuoi occhi e si pentì immediatamente delle sue parole. Discutesti a lungo se accettare o meno l'offerta. Quando nessuno lo incitò ulteriormente, decise di rimanersene zitto. Il resto della cena infatti andò relativamente indisturbata, a parte Jane che giocava con le sua action figure in sottofondo e le occasionali lamentele di Ji Hoon per attirare l'attenzione.

Quando il cibo scomparve da ogni piatto, Yoongi mantenne la sua parte d'accordo e andò a lavare i piatti con Seokjin. Ji Eun si ritirò per nutrire Ji Hoon e ti trascinò con lei. Era vero che dovevi finire quella tesina, ma senza un soggetto particolare era inutile. Quindi lasciasti che tirasse per il polso. Era gentile. In quel momento ti ricordasti di quelle mani che un tempo non erano esattamente così belle. Fortunatamente, quei lividi erano spariti da tempo.

"Non badare a lui," sussurrò lei mentre prendeva Ji Hoon dalla sua culla. Non aveva bisogno di specificare di chi stesse parlando, perché la sua figura stava già occupando la tua mente.

"Proprio non lo capisco," sospirasti tu. "Non credo di aver fatto qualcosa di male per offenderlo."

Ji Eun annuì. "Seokjin non ha mai parlato molto della sua famiglia. Mi ha solo detto che i suoi genitori si sono separati quando lui era ancora giovane. Non sapevo nemmeno che Yoongi esistesse finché non ha rifiutato di venire al nostro matrimonio. Ma negli ultimi anni hanno cercato di riaccendere il loro legame. Invitarlo a restare qui faceva parte di questo obiettivo. Ma non pensavo che se la sarebbe presa con te. Scusami."

"Non è colpa tua, unnie. E io sono molto più forte di quanto pensi. Poche parole non mi faranno niente." Sorridesti e canticchiasti per Ji Hoon per farlo addormentare. Feci il più silenzio possibile per lasciare la stanza. Per quanto volessi, non potevi ancora rimanere lì. Dopo aver abbracciato Jane e averla strappata via dalle tue gambe, andasti verso la cucina per salutare i ragazzi. Non li vedevi da nessuna parte ma sentivi chiaramente la voce di Seokjin provenire dal balcone. Le tende sottili ne delineavano le figure. Arrivasti lì e alzasti la mano per bussare alla finestra, ma ti fermasti.

"È fastidiosa," era una voce profonda e familiare.

"Non la conosci nemmeno," sottolineò Seokjin.

"Ne so già abbastanza," Yoongi scrollò le spalle. "C'è qualcosa in lei che mi dà fastidio. Il modo in cui parla, il modo in cui cerca di essere d'aiuto, è semplicemente strana."

"È una persona per bene, Yoongi. Loro esistono."

Lui schernì. In fondo sapeva anche lui che non gli davi fastidio, tanto quanto lo confondevi. Era dalla notte che avevate dormito insieme che lui cercava di capire qualcosa che a lui era ancora ignoto. Ma niente aveva senso. Si strofinò i capelli e si fece strada dentro la casa. Quando tirò indietro la porta notò subito i ruscelli che stavano colando dalle tue guance. Si congelò. Sbatté le sopracciglia.

"Oh scusa. Volevo solo dirvi che vado via." Salutasti un Seokjin scoccato e corsi verso la porta.

Yoongi allungò la mano per prenderti la mano ma eri stata più veloce. "T/N, aspetta!"

Non ti voltasti, poiché adesso stavi pure singhiozzando. "Ciao!" La porta si chiuse silenziosamente. Yoongi avrebbe voluto che tu l'avessi sbattuta, così da portarlo di nuovo alla realtà. Ma lui era ancora lì, e tu te ne eri andata, e quel momento era anche più permanente dei lividi.

<Scusate se non posto molto, non so perchè ma non riesco a riprendere il ritmo di una volta.>

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ᴛᴇʟᴇᴘᴀᴛʜʏ - ᴍɪɴ ʏᴏᴏɴɢɪ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora