Capitolo 16

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Dopo la sua brutale onestà, ti sentisti scoraggiata dal mantenere il tuo spirito edificante. Per fortuna, c'era solo un'altra tappa per la notte prima dell'hotel e quella era la Chaeongdong Provence. Il parco a tema era famoso per le sue strutture luminose che rispecchiavano un paese delle meraviglie. Era più bello di notte. Era come uscire da un film, dove i due personaggi si confessavano e sarebbe avvenuto un lieto fine. Quello non esisteva, pensasti tra te e te, vissero tutti felici e contenti era una truffa capitalista. Tuttavia, avevi pensato che sarebbe stato meglio che tu gli esprimesti i tuoi sentimenti. E nonostante quello che aveva detto prima, avevi un po di speranza che lui potesse ricambiare.

Yoongi vagava senza meta qualche metro dietro di te. Aveva preso nota mentalmente di mantenere le distanze, altrimenti avrebbe voluto abbracciarti e dirti la verità. E solo quando notò dei ragazzi guardarti da lontano che tornò al tuo fianco, mantenendo sempre la distanza. "Avremmo dovuto portare Jane," dissi tu, rompendo il silenzio.

"Sarebbe corsa incontro a tutto," ridacchiò Yoongi.

"È una ragazzina," feci notare tu. "È naturale che sia curiosa."

"Non toccavo qualsiasi cosa quando ero un bambino," disse lui.

Ridesti tu, "Questo perché sei una razza umana del tutto diversa."

Lui incrociò le braccia al petto, "Beh, io e Seokjin siamo imparentati, pensi che sia una razza diversa da quella?"

"Assolutamente," risposi tu. "È impossibile per un essere umano normale sembrare così perfetto. Seriamente, la prima volta che l'ho visto, ho pensato di dover chiedere il suo autografo o qualcosa del genere. Rimasi scioccata quando scoprì che era un marito e faceva un lavoro normale diurno."

Continuaste a camminare attraverso il labirinto di luce. Le luci ti abbagliavano ad ogni passo che facevi. Yoongi non poteva fare a meno di fissare il tuo viso divertito, voleva vedere tutte le tue espressioni. "Hai un modo interessante di guardare le persone," rifletté lui. "Come vedi Ji Eun allora?"

"Hmm, una donna forte che avrei voluto fosse mia sorella," Potrebbe essere tua sorella u giorno, pensò Yoongi, in un modo. Ma rapidamente scacciò quel pensiero dalla sua mente.

"Jimin?"

"Il mio custode, qualcuno senza il quale non posso vivere."

"Taehyung?"

"Hai intenzione di chiedere di tutti quelli che conosco?" ridesti tu.

"Rispondi alla domanda," brontolò lui.

Tu sospirasti in segno di rispetto, "Qualcuno di cui mi fido molto, abbastanza da permettergli di prendersi cura di mio fratello per il resto della sua vita."

"Hoseok?"

"Il sole," ridesti tu. "La sua felicità è contagiosa."

Yoongi esitò prima di chiederti della persona successiva, "Namjoon?"

"Hmm, un grande filosofo, un brav'uomo. Qualcuno sarà molto fortunato a stare con lui un giorno."

Yoongi si morse le labbra, non sapeva cosa si aspettava. Forse aveva aspettato che avresti parlato male di Namjoon, ma era impossibile. Era un grande uomo e tu dovevi essere la fortunata. "E io?"

Il tuo respiro si fermò, "E tu?" Fili di luci scintillanti e ombrelli erano appesi sopra le vostre teste. Questa sembrava davvero una scena da film.

"Cosa provi per me?" Yoongi non sapeva cosa stava facendo. Le parole gli uscivano dalla bocca prima che fosse pienamente consapevole di ciò che stava accadendo. I tuoi occhi si spalancarono analizzando attentamente i tuoi pensiero come se in qualche modo potesse leggerli. Volevi che ne fosse capace in modo che tu non potessi dirlo ad alta voce, e in modo che potesse sentire quanto fossi arrabbiata per non averlo sollevato l'argomento prima. Qui non andava bene.

"Dato che sei stato tu a tirar fuori l'argomento, non puoi essere arrabbiato con me per esserti onesta," dissi tu. Lui non disse nulla, sentendo solo il suo cuore che batteva forte. "Yoongi, penso di essermi innamorata di te." Le parole rimasero sospese nell'aria per quelle che sembravano ore. Se non fosse stato per le luci, avresti pensato che fosse scappato alla confessione. Il cuore gli cadde allo stomaco. Questo era esattamente ciò che voleva sentire, ma anche ciò che temeva di più. "Puoi...dire qualcosa?" supplicasti tu dopo il lungo silenzio.

Yoongi riprese conoscenza. "Perché?" era tutto quello che poteva dire per il momento.

"Non credo ci sia una spiegazione logica per questo," dissi tu alzando le spalle mentre la tua fiducia diminuiva esponenzialmente di secondo in secondo. "Immagino sia perché mi tratti come se fossi normale. Non mi tratti come se fossi a pezzi e non provi a ripararmi. Tutti intorno a me, Jimin, Ji Eun, Namjoon, mi guardano come se avessi bisogno di essere salvata costantemente. Non mi è mai permesso di non stare bene con loro perché sentiranno che è loro responsabilità guarirmi quando non lo è. Ma con te, sono più del mio trauma. Sono solo...me stessa." Eri allo scoperto. Pensavi che se lo avessi detto ti saresti sentita più leggera, ma l'attesa della sua risposta ti pesava immensamente.

Yoongi distolse lo sguardo bruscamene in modo che tu non potessi vedere le sue lacrime. Le parole che avevi pronunciato erano bellissime e lo avevano dipinto come una persona migliore di quanto non fosse nella realtà. Non meritava quella gentilezza. "Scusami," disse lui con la massima cura in modo che la sua voce non si spezzasse. "Non mi sento allo stesso modo." Disse le parole successive lentamente e con attenzione, come per convincersi di una bufala. "Non mi sentirò mai allo stesso modo, quindi per favore smetti di sentire quello che provi."

Quando se ne fu andato, non gli corsi dietro. Avevi pensato a come avresti dovuto vederlo arrivare; dopotutto ti aveva avvertito all'inizio. Tornasti in albergo. Chiedesti alla reception per vedere se si era registrato nella stanza accanto alla tua. Non lo aveva fatto. Piansi. E lo sognasti. Forse questa volte era l'ultima volta che avresti potuto sognarlo come tuo. 

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ᴛᴇʟᴇᴘᴀᴛʜʏ - ᴍɪɴ ʏᴏᴏɴɢɪ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora