Capitolo 17

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Era successo in un istante. Con la stessa rapidità con cui era entrato nella tua vita, ne era scomparso. Non proprio fisicamente, dato che era ancora nell'appartamento accanto, ma non era più al tuo fianco. Non ti permetteva più di cantargli la ninna nanna per dormire la notte. Le cene nell'appartamento tornarono ad essere scarse e fredde. Era come se gli ultimi mesi non fossero mai esistiti. Quando Ji Eun e Seokjin avevano chiesto informazioni al riguardo, non sapevi cosa rispondere. Il viaggio era avvenuto poche settimane fa. Non era mai andato in albergo e quando eri tornata a casa nessuno sapeva dove fosse. Fece la sua apparizione pochi giorni prima di oggi e le sue mura protettive erano alzate, non ti degnava nemmeno di uno sguardo. Ripensasti alla tua confessione, forse non era stata l'idea migliore per farlo. Tuttavia, era sbagliato il modo in cui tutto era andato giù.

"T/N," ti richiamò il professore. Il tuo compito era stato completato prima del viaggio. Come previsto, avevi avuto un tempismo impeccabile. O forse stava aspettando il giorno in cui sarebbe finita per poter tornare ad odiarti segretamente.

"Si, mi scusi," dissi tu distrattamente. Avevi organizzato questo incontro per consegnare il tuo lavoro, poiché non volevi più pensarci.

Sospirò lei, non avevi detto molto su quello che era successo negli ultimi mesi ma lei poteva dedurre dal tuo comportamento. "È un buon compito," disse finalmente lei. "Mi dispiace."

"Per cosa?"

"Per avertelo fatto fare," disse lei. "Se non l'avessi fatto, forse non sarebbe stato così..."

Alzasti le spalle, "Beh, penso che sarebbe successo a prescindere. Sono sicura che mi sarei comunque innamorata nonostante il suo avvertimento, e ciò avrebbe provocato lo stesso dolore." Sul tuo viso si formarono le lacrime. Avrebbe dovuto essere una bandiera rossa, la sua rabbia, la sua indifferenza, gli sbalzi di umore. Ma li avevi trascurati. Eri tu che avevi un complesso, nel pensare di poter aggiustare le persone. Non eri così speciale.

"Stai bene?"

Pensasti a cosa significasse stare bene. Potevi ancora camminare, respirare, essere umana. Avevi ancora un lavoro, simpatici amici, persone che si prendevano cura di te. Era solo uno in meno e saresti sopravvissuta. La vita va avanti (Life goes on). "Penso di stare bene, ma sto bene per niente." Annuisti tu e lei ti guardò chiudere la porta mentre uscivi.

Alla compagnia, Yoongi e Namjoon stavano continuando a lavorare all'album di JK. Stava per finire e Yoongi stava ascoltando la scaletta finale senza pensare. Il suo giovane compagno si accorse del suo problema. "Stai bene hyung?"

Yoongi prese fiato e gli offrì un sorriso, "Si, sto bene." Non lo era. Non dormiva da settimane perché ogni volta che chiudeva gli occhi, non era suo padre quello che gli appariva nel sonno. Eri tu. In piedi sull'oceano illuminato con le lacrime agli occhi. Le lacrime che ti aveva causato. "Ehi, Namjoon."

"Si?"

Yoongi deglutì a fatica prima di continuare, "Perché non chiedi a T/N di uscire per un appuntamento?" Era grato che la sua stessa voce fosse stabile e convincente.

Gli occhi di Namjoon si allargarono e si accennò un rossore sulle sue guance, "Cosa? Perché?"

"Voglio dire, ti piace vero? Penso che dovresti provarci."

"Sono solo sorpreso," ammesse Namjoon. "Ad essere sincero, pensavo ti piacesse."

Prese alla provvista Yoongi, non pensava che nessuno se ne sarebbe accorto, ma Namjoon era piuttosto attento. "Ehm, no, la tollero e basta."

Namjoon annuì lentamente, "Giusto...se mi dici che dovrei, allora vado a chiamarla subito." Si alzò dalla sedia e uscì dalla stanza. Yoongi si sedette e lasciò cadere la testa sul divano. Era quello che voleva, ma non poteva impedire al suo cuore di soffrire. È la cosa migliore, pensò Yoongi, il meglio per te. Quando Namjoon tornò, sulle sue labbra c'era un sorriso brillante e Yoongi aveva potuto immaginare che fosse andata bene. Non aveva bisogno di chiederglielo, lo avrebbe ucciso saperlo. Quindi rimase in silenzio per il resto della sessione.

La giornata trascorse come una sfocatura e lui trascinò i piedi fino all'atrio. Namjoon era praticamente saltato a casa per prepararsi all'appuntamento di oggi. Una mano afferrò la spalla di Yoongi prima che raggiungesse la porta. "Jimin?"

"Ho bisogno di scambiare due parole con te," disse a bassa voce e Yoongi non poteva immaginare che un figura così piccola potesse possedere un tale potere. Seguì il ragazzo biondo in una sala prove vuota. Yoongi pensava che si stesse intrufolando un'imboscata, ma c'era solo Jimin.

"Che cosa c-" Prima che potesse finire la frase, la sua faccia incontrò il pugno di Jimin. Ciò lo fece arretrare di qualche passo. "Che diavolo Jimin!?"ringhiò Yoongi, tenendosi la guancia dolorante con la mano.

"So che la ami," gridò Jimin, con il petto gonfio.

"Cosa?"

"So che ami mia sorella, non cercare di negarlo."

Yoongi si accasciò, lasciando cadere il suo stesso corpo sul pavimento di legno. Si sedette, guardando Jimin. "Lei merita di meglio," disse lui dopo una lunga pausa.

"Non dipende da te," Jimin era furioso. Namjoon gli aveva raccontato co'sera successo, come Yoongi gli aveva detto di chiederti di uscire per un appuntamento quella sera. "Non sta a nessuno decidere ma a T/N."

"Perché importa?" gemette lui.

"Perché lei è innamorata di te e se la lasci andare a questo appartamento, si faranno male entrambi."

"Namjoon la renderà felice," Yoongi borbottò piano. Era la verità, non riusciva a pensare a una colpa per Namjoon. L'occasionale rottura di cose era irrilevante nel grande schema di cose nella sua mente.

"Ma lui non sei tu," disse Jimin. "Vorrei anche io che fosse Namjoon, onestamente. Sei così instabile ed egoista. Ma vedo che la ami e le ti vuole, quindi per me è abbastanza." Quando Yoongi non disse nulla in risposta lui continuò a parlare. "Se non interrompi quell'appuntamento, te ne pentirai per il resto della tua vita."

Yoongi si morse il labbro, sapeva che Jimin aveva ragione. Non poteva lasciarti andare, non poteva lasciare che qualcun altro prendesse il suo posto. Sarebbe stato ancora una volta un egoista. Con quello, corse.

Mono_l1sa

<-2 alla fine>

ᴛᴇʟᴇᴘᴀᴛʜʏ - ᴍɪɴ ʏᴏᴏɴɢɪ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora