Capitolo 8

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**Prima di iniziare con il capitolo ho solo un richiesta: NON lasciate commenti volgari, offensivi, irrispettosi e di cattivo gusto. Troppo spesso qua su wattpad leggo delle cose aberranti e se dovessi trovare troppi commenti che non mi piacciono eliminerò la storia.**

Vi lascio al capitolo:

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"Sono qui! Sono qui!" grida Harry, correndo verso la postazione delle infermiere, ansimando. "Cosa è successo? Dov'è mia figlia? Lei sta bene? Dov'è? Devo-"

"Signore, signore, per favore si calmi." Dice l'infermiera, alzandosi in piedi per parlargli.

Harry si guarda intorno incurante, in preda al panico. Non riesce a calmarsi: come ci si può aspettare che si calmi, cazzo? Ha attraversato di corsa l'intera costa occidentale dopo che il SSMC l'aveva chiamato dicendogli vagamente che sua figlia era stata ricoverata. Jesse gli ha inviato alcuni messaggi, ma poiché non è il tutore legale di Avery, l'ospedale non gli ha rilasciato informazioni. "E' li dietro? Sta bene?"

"Signore, come si chiama sua figlia?" chiede gentilmente l'infermiera da dietro la scrivania. I suoi occhi sono gentili e genuini e guardano Harry con preoccupazione.

"A-Avery." Balbetta, le mani tremanti mentre se le passa tra i capelli arruffati con ansia. Sente il formicolio delle lacrime già pizzicargli gli occhi, pura paura invade tutto il suo corpo sotto forma di incertezza. "Avery Styles. L-lei ha...ha otto anni e —"

"Harry?"

"Jesse ." Harry sospira al suono di una voce familiare, e crolla pesantemente tra le braccia del suo fidanzato non appena lo vede. Affonda la testa nell'incavo del collo di Jesse, sperando che la familiarità lo aiuti a calmarsi e rimettersi in sesto. "Cosa è successo? Mi hanno detto solo che è stata ricoverata e...e che n-non possono rilasciare informazioni mediche al telefono."

"Non lo so, piccolo." Jesse fa scorrere delicatamente le mani su e giù per la schiena di Harry. "Non lo so, si è sentita male a scuola e sono andato a prenderla..."

"Loui—Dottor Tomlinson!" Gli occhi di Harry si spalancano all'istante quando vede Louis camminare verso di loro da sopra la spalla di Jesse. Scivola fuori dalle braccia del fidanzato per dirigersi subito verso il medico. "Dov'è Avie? Sta bene? Cosa le è successo?"

L'intero corpo di Louis è rigido e teso, come se stesse usando tutte le sue energie per contenersi. Eppure, nonostante la rigidità del suo corpo, i suoi occhi sono più vulnerabili e profondamente tristi. "Per ora è stabile, ma..." Lancia un'occhiata a Jesse mentre si ferma, i due si guardano negli occhi. Harry sposta lo sguardo tra loro, cercando di capire cosa stia succedendo, ma la sua testa gli pulsa e gli gira e non può concentrarsi su altro che non sia il ma che Louis ha lasciato in sospeso. Louis scuote leggermente la testa come per schiarirsi la mente. "Um, andiamo in un posto più tranquillo. Per favore, seguimi."

Harry sente Jesse prendergli la mano, stringendola in modo rassicurante mentre seguono Louis in silenzio in una sala conferenze vuota.

"Sedetevi." Gli dice Louis, tenendo loro la porta aperta, il tablet con le cartelle cliniche stretto al petto.

Harry e Jesse si siedono uno accanto all'altro al lungo tavolo, Louis si mette di fronte a loro. Il suo viso è illeggibile ed essenzialmente privo di emozioni, tranne quando Harry incontra i suoi occhi. Gli occhi di Louis raccontano una storia, lo fanno sempre. Il blu zaffiro delle sue iridi lo tradisce ogni volta. Questa volta raccontano tristezza, un pesante sconforto misto a tracce di rabbia persistente, e Harry sa senza ombra di dubbio che c'è qualcosa che non sta dicendo, qualcosa che sta trattenendo intenzionalmente.

All we can do is keep breathing-Italian translationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora