𝖷𝖵𝖨 𝖢𝗁𝖺𝗉𝗍𝖾𝗋 - 𝖫𝗂𝖺𝗋

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"Il linguaggio politico è concepito in modo da far sembrare vere le bugie e rispettabile l'omicidio, e per dare parvenza di solidità all'aria." - George Orwell.

[...]

"Cos'hai provato mentre lo uccidevi?" chiese con tono roco al suo orecchio. "Ti é piaciuto? Liberatorio, vero?" ansimò esaltata dalla sua natura omicida.

"Lui.. Lui ha sofferto almeno un po'?"

[...]

«Posso sentire il sapore del suo sangue» disse, leccando il liquido vermiglio dalle sue dita

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«Posso sentire il sapore del suo sangue» disse, leccando il liquido vermiglio dalle sue dita.

"Posso assaggiare?" Dahlia, senza attendere risposta da parte sua, unì le loro labbra in un bacio passionale. Fece poi scorrere una mano tra la chioma mora di Aidan e la strinse in un pugno ben saldo. I loro corpi premevano l'uno contro l'altro, così tanto accaldati da poter incendiare l'intera stanza. Avrebbero continuato a rivendicarsi reciprocamente nonostante il rischio che il fuoco li bruciasse entrambi. Quei due sembravano completarsi come pezzi di un puzzle lasciato a metà.

Avevano lo stesso livello di pazzia, glielo si leggeva in faccia. E presto.. la città avrebbe tremato al solo nominare del nuovo re e della regina di Gotham.

La corvina aveva perso il controllo delle proprie azioni come sotto ipnosi. Non era mai stata il tipo di persona che seguiva gli ordini, piuttosto qualcuno che dava le direttive a bacchetta.

In quell'attimo di svago, non le importava chi fosse il capo. Dietro il sipario, dove nessuno poteva vedere, l'Incantatrice di serpenti non esisteva più.

C'era solo una ventunenne con problemi di rabbia e una strana inclinazione all'omicidio. Poteva rientrare facilmente nella ricostruzione del profilo psicologico - comportamentale di un promettente serial killer. Era la figlia di un genitore abusivo e un altro sottomesso. Un ottimo esempio di *«famiglia multiproblematica».

«Ci metteremo nei guai?» chiese.

Era esilarante vedere come sembrassero due ragazzini alle prese con la loro prima volta negli sgabuzzini della scuola.

L'angolo delle labbra di Dahlia s'incurvò a sua volta in un piccolo sorriso, incapace di nascondere quanto fosse eccitata dalla situazione. Per qualche assurdo motivo, Aidan riusciva a intrigarla come nessuno prima di lui.

"Credevo che ti piacesse il pericolo." replicò con tono saccente, divertendosi a punzecchiarlo.

"Mi sono forse sbagliata su questo, tesoro?" chiese in un sussurro, sfiorando le sue labbra per assaporarne ancora una volta il sapore. I loro tocchi erano volubili, talvolta intensi e passionali altre dolci e attenti come giovani inesperti. Nessuno aveva mai fatto qualcosa per lei soltanto per il semplice gusto di proteggerla, avevano tutti ricevuto il loro tornaconto in un modo o nell'altro.

«Oh, bambina.. Io sono il pericolo.»

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[...]

"A-Aidan.." ansimò. "..t-ti voglio." non riuscendo più a trattenersi, si strusciò spudoratamente contro di lui.

Erano talmente accecati dalla passione del momento che non sentirono arrivare lo scagnozzo di Mooney. Esso si fermò sul ciglio della porta socchiusa, senza nessuna intenzione di sbirciare al suo interno. Rispettava Dahlia, abbastanza da non immischiarsi nella sua vita privata. Era la figlioccia della padrona di casa. Fish. Una donna per cui provava totale ammirazione e a cui -soprattutto- era fedele.

"Dahl?" domandò dall'altra parte. "Posso entrare?" chiese Butch, interrompendo di netto l'atmosfera lussuriosa che si era creata tra i due. "NO!" gridò d'istinto. "Dannazione!" borbottò tra sé, riconoscendo l'errore commesso. "V-voglio dire.. solo un secondo! Non sono presentabile." si corresse quasi immediatamente.

Sapeva che se Butch avesse visto i due ragazzi, uno morto per terra e l'altro avvinghiato al suo corpo, non avrebbe perso tempo a riferire tutto alla madre. "Non può vederti qui." costatò a bassa voce.

«Mhm, capisco. Alla prossima, Dahlia!»

Il diciannovenne si avvicinò alla finestrella del camino e, quando fu certo che non ci fosse nessuno, si arrampicò e uscì da essa. "V-va bene, entra!" esclamò, una volta che Aidan fu lontano.

"Chi diavolo é, Dahl?" chiese il braccio destro di Fish Mooney. "Un cliente che ha cercato di intrufolarsi nelle mie stanze, approfittando della mancanza di sicurezza per aggredirmi. Dev'essere nuovo, non l'ho mai visto prima d'ora." scrollò le spalle con assoluta indifferenza. Dahlia dovette mentire per evitare ulteriori problemi. Nessuno avrebbe mai messo in dubbio le parole della figlia di una donna potente, ma altrettanto non si poteva dire di un estraneo. Un ragazzo che viveva alla giornata. "Ricordami di non farti incazzare." "Limitati ad occuparti di questo casino prima che Fish lo venga a saper-." fu interrotta da una voce in lontananza. «Cosa non dovrei sapere, bambina?» chiese la donna. Il rumore di tacchi a spillo echeggiarono lungo il corridoio. "Oh, merda."

"Non si preoccupi, me ne occuperò personalmente." si affrettò a dire Butch.

Il viso di Fish cadde nello scorgere un corpo morto a terra e la figlia coperta appena da una vestaglia sottile. «Dahlia, tesoro, cos'è successo?» il suo tono di voce si addolcì improvvisamente, celando una nota di preoccupazione.

"Nulla di irreparabile, madre." precisò subito. "Un cliente ubriaco ha cercato di importunarmi ed é finito con una pallottola nel petto. Immagino che i consigli di Zsasz siano serviti a qualcosa. Ho una buona mira, dopotutto."

«Oh, questa sì che é mia figlia!»


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* Si parla di famiglia "multiproblematica" quando più componenti del nucleo familiare manifestano disturbi di tipo psicologico, fisico e sociale. [...] I minori che crescono all' interno di famiglie multiproblematiche, infatti, possono essere più esposti al rischio di divenire marginali rispetto ai loro coetanei.

Gotham - The Snake CharmerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora