𝖷𝖷𝖵𝖨𝖨 𝖢𝗁𝖺𝗉𝗍𝖾𝗋 - 𝖥𝗋𝗂𝖾𝗇𝖽𝗌

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"Randagio? É questo ciò che sembro?! Quello che racconti di me? Non importa, immagino che abbia ragione." sbuffò snervato. "Un ragazzo che non può permettersi neppure uno straccio di appartamento? Senza genitori o un lavoro ben retribuito? Ovviamente. Chi volevo prendere in giro? Non sarei mai stato abbastanza per una come te. Buona giornata." uscì a passo spedito dal locale, negando addirittura il diritto di replica alla ragazza.

"Cristo santo, no."

[...]


Aidan's POV

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Aidan's POV.

La mancanza di empatia da parte della ragazza ferì l'ormai fragile diciannovenne, che si era indiscutibilmente invaghito di lei e del velo di mistero e passione che l'avvolgeva. Dovette persino ignorare il tono di scherno che il suo altro "io" aveva adoperato al fine di deridere la sua ingenuità adolescenziale, arrivando al punto di convincerlo del fatto che a Dahlia importasse poco della sua esistenza. L'immagine dei due amanti, tenuti mano nella mano, mentre ridevano spensierati, fece provare ad Aidan una dolorosa fitta al cuore. Che fosse gelosia o la semplice consapevolezza di essersi illuso come uno sciocco, lo colpì dritto in faccia come un secchio di acqua gelida. "Stupido. Stupido. Stupido!" si schiaffeggiò ripetitivamente le guance, mentre quest'ultime venivano solcate dalle lacrime.


"Credevi davvero di avere una qualche possibilità con l'incantatrice di serpenti? Avanti, siamo oggettivi. Sei scappato a gambe levate per poi piangerti addosso come un bambino. Sei un patetico omuncolo senza palle, non mi sorprende che preferisca un uomo vero al tuo posto."


"S-Sta zitto!" urlò improvvisamente, beccandosi numerose occhiatine perplesse dai passanti.

Sospirò, raggiungendo una delle panchine libere di un parco senza recinzioni. Uno spazio di terreno dove nessuno avrebbe minimamente pensato di portare i figli a giocare per via delle decine di mozziconi, bustine di plastica vuote e siringhe usate sparse per terra. Una minaccia ambulante per chiunque non possedesse la piena capacità di intenderne il pericolo.

Vide in lontananza Jordan, il suo vicino di casa, insieme a un gruppo di altri ragazzi e un sorriso amaro si fece largo sulle sue labbra. Si sentiva un po' come quel luogo dimenticato da Dio. Estrasse dalla tasca l'ultimo pacchetto di Lucky Strike e, recuperata una sigaretta, la tenne in bilico tra le dita affusolate, ancora incerto se accenderla o meno. Alla fine vinse lo sconforto e afferrò l'accendino, facendo poi un lungo ed estenuante tiro. La nebbiolina di fumo formatosi offuscò presto la sua visuale, impedendogli di scorgere la figura minuta che si stava avvicinava a lui.

 La nebbiolina di fumo formatosi offuscò presto la sua visuale, impedendogli di scorgere la figura minuta che si stava avvicinava a lui

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