𝐶𝐴𝑃𝐼𝑇𝑂𝐿𝑂 36

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[3 anni dopo]
Sono in cucina alle prese con l'impasto di una semplice torta alle mele, quando, squilla il telefono.
-Rispondo io!- mi avvisa Harry, dalla stanza accanto.
<<Va bene amore, io non mi sposto da qua>> dico in risposta e riprendo a mescolare gli ingredienti.
Pochi minuti dopo, il corvino, mi viene in contro in lacrime...
-Draco- ha la voce sottile, fragile.
Subito, metto da parte la ricetta...
<<Chi era?! Che succede?!>> chiedo preoccupato, posando le mani sporche sulle sue spalle.
Dalla sua bocca escono soltanto poche parole confuse che, non riesco a comprendere...
<<Amore che c'è?>> ritento e asciugo con i pollici le lacrime che, incessanti, gli bagnano il viso.
-Abbiamo ottenuto l'affidamento della piccola- sussurra con voce tremante.
Rimango spiazzato dalla notizia.
Riesco a fare soltanto un passo avanti.
Allargo le braccia e le avvolgo, strette, lungo i fianchi di Harry.
Ed anche io, scoppio a piangere...
<<Siamo genitori>> dico tra i singhiozzi.
-Siamo genitori- ripete.
Prende il mio viso tra le mani e fa scontrare le nostre labbra umidicce.
Un sogno che diventa realtà.
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Dopo tanti sacrifici, tra cui la ricerca di un lavoro sostanzioso, abbiamo preso la decisione di allargare la famiglia.
Con l'aiuto dei miei genitori che, messo da parte l'orgoglio, ho deciso di perdonare dopo più di un anno di strampalate lettere di scuse e rimpianti da parte loro, ci siamo messi in contatto con un moderno orfanotrofio di Londra.
Non è un semplice orfanotrofio, benché, è magico: accoglie, infatti, bambini e ragazzi nati da genitori maghi.
Dopo la prima visita, i proprietari di esso, ci hanno tartassato di colloqui e carte.
Finalmente, dopo parecchio tempo, ci hanno concesso la custodia di una piccola bimba di cui, già, ci siamo innamorati.
Il suo nome è Rose e, da grandi fan del piccolo principe, anche esso ha collaborato ad affezionarsi a lei.
A soli due anni, ha perso i genitori in un grave incidente stradale e, da allora, è cresciuta nel migliore dei modi per altrettanti anni, fino al nostro arrivo.
Ha i capelli neri e arruffati, proprio come quelli di Harry, gli occhi azzurri e due guanciotte pafutelle cosparse di lentiggini.
Il suo dolce sorriso, ci ha riempito di gioia la prima volta che l'abbiamo vista.
Non vediamo l'ora di accoglierla con noi.
Siamo decisi a donargli una vita meravigliosa e piena di amore.
---
<<Devo fare la doccia.>> mi passo una mano tra i capelli, coperti da un sottile strato di farina.
-Decisamente, sì- ridacchia Harry.
Non è più scosso dai singhiozzi e un allegro sorriso sostituisce le sue lacrime.
Si alza sulle punte: lecca via, con delicatezza, un piccolo pezzetto di impasto bloccato a lato delle mie labbra.
Infilo il viso nell'incavo del suo collo e tiro un profondo sospiro...
<<Puzzi. Devi fare la doccia ragazzino, non puoi presentarti così davanti a tua figlia>> dico, assumendo un finto sguardo serio.
-So dove vuoi arrivare, cattivello- sorride e mi prende le mani.
Inizia ad indietreggiare fino ad arrivare alla lunga rampa di scale, che porta al piano superiore.
Sale il primo gradino e mi tira appresso al suo corpo.
Mi sfiora le labbra con le sue.
Si volta e inizia a correre.
<<Non vale!>> borbotto.
Mi slaccio il grembiule da cucina e lo lascio cadere a terra.
Lo inseguo.
-Capita- mi guarda con aria innocente sulla soglia del bagno.
<<Non farmi gli occhi dolci, hai barato>> alzo le spalle e faccio per entrare nella stanza.
Harry, però, mi afferra per un braccio...
-Eddai, aspettami!- assume un piccolo broncio divertente.
<<Prego madame, dopo di lei>> gli lascio spazio per passare.
Mi sorride ed entra in bagno fermandosi, poi, al centro di esso.
Mi avvicino a lui dal dietro.
Poso la bocca sulla pelle del suo collo e gli sfilo, lentamente, la camicia.
Si gira tra le mie braccia e mi bacia dolcemente: prima la guancia, poi le labbra.
Mi aiuta a togliere i pantaloni della tuta e la semplice maglietta dalla stampa ridicola.
Mi avvicino alla doccia per regolare la temperatura dell'acqua mentre, il corvino, si libera dei jeans.
Intreccio le dita tra le sue e lo accompagno sotto l'acqua calda.
Entrambi indossiamo ancora l'intimo che si appiccica, subito, alla pelle bagnata.
Faccio scivolare le mani, ora insaponate, lungo tutto il suo busto.
Lo bacio dolcemente, assaporando il gusto delle sue labbra morbide.
Il vapore vellutato riempie l'intera stanza.
La luce della lampadina è resa soffusa dalla nebbiolina leggera del calore: rende l'atmosfera vellutata e romantica.
<<Ti amo>> sussurro al suo orecchio, provocandogli uno strato di pelle d'oca.
-Ti amo- ripete, le mani sull'elastico dei miei boxer.
Ho le farfalle nello stomaco, quando, si abbassa sfilandomeli lentamente.
Afferra saldamente i miei fianchi e lascia una scia di baci bagnati  dall'ombelico al collo, mentre si rialza in piedi.
Ho il respiro affannato, quando, lo svesto dall'intimo.
Con le dita traccio il percorso delle sue gambe.
Prendo lo shampoo e ne verso un poco sulle mani tremanti, prima di infilarle tra i suoi capelli.
Finiamo per fare l'amore.
Sotto il getto dell'acqua bollente e con le narici piene dell'aroma agrodolce del bagnoschiuma.
Lentamente.
Ci godiamo appieno, tutte le meravigliose sensazioni di un contatto.
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Salipiamo in macchina, una fiat 850 coupé beige, vestiti di tutto punto, pieni di gel e profumo.
Poso una mano sul volante mentre, l'altra, cade istintiva sulla coscia di Harry...
<<Pronto?>> chiedo.
-Prontissimo- ridacchia e si sporge sul sedile, per lasciarmi un tenero bacio sulla guancia.
Faccio retromarcia sul vialetto, guardando nello specchietto retrovisore.
Sono felice.
Abbiamo appena imboccato la strada principale, quando, inizio a canticchiare, tra me e me, una dolce melodia.
Sento gli occhi del corvino, scrutarmi innamorati...
-Che canzone è?- chiede quasi timidamente.
Mi schiarisco la voce e ricomincio da capo, questa volta in modo tale che Harry percepisca le parole...
<<(Buon viaggio, Cesare Cremonini)
Buon viaggio, che sia un' andata o un ritorno.
Che sia una vita o solo un giorno.
Che sia per sempre o un secondo.>>
-L'incanto sarà godersi un po' la strada,
amore mio comunque vada,
fai le valigie e chiudi le luci di casa.- si fa sentire il corvino.
Ha le mani strette a pugni che formano un immaginario microfono.
Distolgo lo sguardo dalla strada e mi perdo, per qualche secondo, in qui meravigliosi occhi color smeraldo, prima di ritornare a guardare davanti a me...
<<Coraggio lasciare tutto indietro e andare.
Partire per ricominciare.
Che non c'è niente di più vero di un miraggio
e per quanta strada ancora c'è da fare...>> continuo sorridendo, mentre ondeggio lentamente sul posto.
-Amore! Amore siamo arrivati!- Harry mi tira dei leggeri pugnetti sulla spalla.
Non faccio in tempo ad accostare nel parcheggio che, il corvino, è già sceso entusiasta dalla macchina.
Ridacchio e, tirato il freno a mano, lo raggiungo.
L'orfanotrofio è un edificio assai grande: le pareti sono fatte di pesanti mattoni e, tante piccole finestrelle, sono cosparse sulla facciata principale.
Afferro la sua mano...
<<L'inizio di un lungo, meraviglioso, viaggio.>>
Si limita a stringermi forte le dita, prima di incamminarsi verso l'ingresso.
Destinazione, futuro.
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NOTA
Scusate per l'attesa di questo capitolo, il blocco dello scrittore si è fatto sentire pure questa volta.
Non vi ringrazierò mai abbastanza per i continui occhietti che, pian piano, continuano ad aumentare<33.
Mi piacerebbe essere più presente per voi lettori, quindi, per qualsiasi dubbio o semplicemente per parlare un po', non esitate a contattarmi tra i messaggi di wattpad.
Detto ciò, non ho più nulla da dire, quindi...dopo!
(ps. scusate per eventuali errori)
~Giuli:))




















𝐼 𝐿𝑂𝑉𝐸 𝐶𝑂𝑀𝑃𝐿𝐼𝐶𝐴𝑇𝐸𝐷. ~𝐷𝑟𝑎𝑟𝑟𝑦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora