Capitolo 1

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Mike

Mi giro e rigiro nel letto, avvolgendomi nelle coperte e stringendo forte il cuscino. Quanto vorrei che questo cuscino fosse qualcun’altra…
Non riesco a prendere sonno ma questa non è una novità. I miei occhi si posano sul soffitto, in cui si riflette il chiaro di luna, sposto lo sguardo verso la finestra ma ciò non fa altro che peggiorare la mia condizione.
Da quando Undici è partita insieme alla famiglia Byers sono cambiato, il sorriso che prima spuntava sul mio volto esprimendo gioia è per lo più scomparso, le risate mi travolgono raramente e il dolore non fa altro che aumentare, affliggendomi ogni giorno una pugnalata più forte.
Mi manca lei, mi manca la mia metà, la cosa più bella che avevo.
Sono ormai passati due mesi dalla sua partenza e non ho mai smesso di pensare a lei, a che cosa starà facendo, a come starà, a chi starà frequentando,…
Non siamo riusciti a sentirci da quando se n’è andata, la linea dei wolkie-tolkie non arriva da casa mia alla sua e nemmeno il telefono, a quanto pare sono andati ad abitare in una casa in piena campagna.
Non ci riesco, non riesco a far finta che sia tutto come prima, perché non è tutto come prima! Undi se n’è andata! E con lei il mio migliore amico Will e tutta la famiglia Byers. Molti provano a far finta che non sia successo ma non puoi nascondere certe cose per sempre e questo è un dato evidente.
Anche la nostra compagnia di amici è cambiata, si sente la mancanza di Will e di Undi, Lucas passa molto tempo con Max, per cui siamo rimasti io e Dustin.
Se un anno fa mi avessero detto che sarebbe finita così non ci avrei creduto, invece ora sento bene la realtà pesare su di me.
Guardo la sveglia. Sono le 2:43, mi sono svegliato circa mezzora fa, dovrei dormire ma spesso non ci riesco, appena chiudo gli occhi vedo lei, Undi, e le ferite del mio cuore riprendono a sanguinare.
Ora però devo davvero sforzarmi di dormire, domani ho un compito in classe, poiché in tutto ciò è ricominciata la scuola, circa un mese fa, ma sarebbero altre noti dolenti affrontare questo discorso, per ciò lo rimanderò ma principalmente, come in tutte le cose, ho smesso di andare bene anche a scuola.

Apro gli occhi e intravedo una luce abbagliante, devo essermi addormentato alla fine, guardo un’altra volta la sveglia. 7:21.
Mi alzo e preparo velocemente, poi scendo e trovo mia madre, le mie sorelle e mio padre ad aspettarmi per fare colazione.
“Buongiorno tesoro” dice mia madre.
“Buongiorno” rispondo “Io non mangio, esco” dico aprendo la porta.
“Mike aspetta!” grida lei nel intento di fermarmi “Non puoi continuare così per sempre”.
“Ci vediamo sta sera” dico chiudendomi la porta alle spalle.
Non sono pronto per affrontare il discorso, poiché significherebbe andare avanti, dimenticarla, e io non voglio farlo.
Prendo la bici ma il solo tocco del manubrio me la ricorda, per un momento spero che lei si aggrappi al mio petto ma so che non succederà, così parto e mi dirigo a scuola.
Sarà un’altra lunga giornata. All'ingresso trovo Lucas, Max e Dustin ad aspettarmi, senza dire una parola mi aggrego a loro e cammino davanti al gruppo verso la classe, anche se non li vedo so che si stanno scambiando sguardi con cui parlano di me e con cui si chiedono a vicenda come mi sento ma io continuo a camminare a testa alta, nascondendo dentro di me il dolore che mi affligge.
Mi siedo al mio solito banco e seguo le lezioni che, come al solito, mi appaiono lunghe e noiose.
Il professor Clarke mi ferma all’uscita da scuola e questa volta non posso dileguarmi come faccio con tutti, sono costretto ad ascoltarlo e a rispondere alle sue domande.
“Mike come stai?”.
“Sto bene”.
“Non sembra”.
“Le ho detto che sto bene”.
“Ho visto che i voti sono peggiorati, perfino nella mia materia”.
“E’ un periodo difficile”.
“Sai che se hai bisogno di aiuto puoi contare su di me”.
“Grazie professore”.
“Sei un bravo studente Mike, non lasciarti scoraggiare”.
“Farò del mio meglio”.
“Ora puoi andare”.
“Arrivederci”.
Mi fiondo fuori dalla scuola, questo posto non mi è mai piaciuto tanto ma ultimamente è difficile che mi piaccia qualsiasi cosa. Mi sono sempre considerato allegro e spensierato, invece ora mi sento oppresso dalla pesantezza e dalla tristezza.
Attraverso velocemente l’ingresso e mi sbrigo ad aprire la bici ma, anche in questa occasione, vengo fermato dal mio amico Dustin.
“Hey” dice.
“Hey” replico “Lucas e Max sono andati via?”.
“Sì, poco fa”.
“Tu non vai?” gli chiedo.
“Ti stavo aspettando, ti va di andare a prenderci a qualcosa per pranzo?”.
Con Dustin mi sento a mio agio, non vedo perché non dovrei andare. Magari mi farà bene uscire un po’.
“Va bene, andiamo a prenderci un panino?” gli domando.
“Volentieri”.
Prendiamo le bici, facciamo un salto dal fornaio e ordiniamo due panini da asporto. Una volta presi, ci rechiamo al parco a mangiare.
Fa leggermente freddo ma ancora si sta bene all’aperto, non venivo al parco da mesi ormai, mi ero quasi scordato le panchine e i tavoli immersi in alberi secolari che hanno ormai le foglie gialle e rosse.
“Come stai?” mi chiede a un tratto Dustin.
Lo guardo e noto che è serio, vuole parlare sinceramente con me e onestamente ho bisogno di aprirmi con qualcuno. Dustin è quello del gruppo con cui mi trovo meglio a parlare, insieme a Will, che però non è qui. Sono legato anche a Lucas e parlo anche con lui ovviamente ma, da quando si è messo con Max, è spesso impegnato.
“Male” rispondo.
“Si vede. La risposta è scontata ma te lo chiedo ugualmente, ti manca tanto Undi, vero?”.
“Da morire. Mi manca in continuazione, qualsiasi cosa faccia mi ricorda lei, persino andare in bici mi fa venire i brividi, perché non sento più le braccia attorno alla mia vita”.
“Ti capisco, anche a me manca Suzie, vorrei vederla, abbracciarla,… ma col tempo le ferire si alleviano e migliorano. Anche se siamo lontani ci amiamo e sappiamo entrambi ciò che prova l’uno e l’altro, è come se fossimo vicini anche da lontano”.
“Quanto vorrei sentirmi così… e vederla! Se solo potessi parlarci...”.
“E se potessi davvero?”.
“Che vuoi dire?”.
“Ho costruito un apparecchio che puoi aggiungere al tuo wolkie tolkie e che ti dovrebbe mettere in comunicazione con Undici, poiché dovrebbe aumentare il segnale”.
“DAVVERO?! SEI UN MITO DUSTIN!!!” gioisco abbracciandolo.
“Figurati” ride lui, stupito dall’avermi reso così felice.
Spruzzo gioia da tutti i pori! Se quest’invenzione funziona potrò sentirla e parlare con lei! Questo migliorerebbe di brutto tutte le mie giornate! Certo, non sarà come vedersi di persona, ma già è qualcosa!
“Dov’è questo apparecchio aggiuntivo?” domando subito al mio amico.
“A casa mia, devo fargli gli ultimi ritocchi, te lo porto domani a scuola, così puoi testarlo”.
“Dustin sei il migliore! Grazie davvero!”.
“Figurati, questo ed altro per un amico come te”.
Trascorriamo qualche altra ora insieme, poi ci salutiamo e mi dirigo a casa. Quando arrivo è già ora di cena, mia madre mi chiama e dice di raggiungerli a tavola, solitamente mi scocciava, perché preferivo rimanere solo ma sta sera sono di buon umore, dunque mi unisco volentieri a loro e mangio con gusto. Non mi sentivo così da tanto, finalmente ho speranza, potrei riuscire a sentirla domani.
“E’ buono lo stufato mamma” dico.
Si girano tutti verso di me e mi guardano sbalorditi, non si aspettavano spiccicassi parola, figuriamoci fare un complimento!
“Cosa è successo?” domanda mia madre.
Hanno capito che sono di buon umore ma voglio scoprire il motivo, non avrei dovuto parlare.
“Nulla di che” rispondo vago.
“Mike non parli a tavola da mesi e apri bocca solo per rispondere ad alcune domande che ti vengono poste. Oggi è successo qualcosa” insiste lei.
Ha pienamente ragione ma non voglio raccontar loro della mia speranza, perché se si infrangesse sarebbe più doloroso, perciò opto per una via di mezzo.
“Okay sì, è successo qualcosa di bello, ma avrò la conferma domani, quindi ve ne parlerò domani”.
“Siamo così felici di vederti allegro!”.
Dopo cena, mia madre mi dà un bacio sulla fronte prima di lasciarmi salire in camera.
Mi avvio sulle scale ma, quando sono sulla soglia di camera mia, la porta della camera di Nancy si apre, lei mi afferra e chiude dentro.
“Che fai?” domando scocciato, ero intenzionato ad andarmi a riposare, non a essere preso da un ninja.
“A me lo dici cosa è successo?”.
“Lo dirai ad altri se te lo comunico?”.
“Certo che no”.
“Potrei riuscire a contattare Undi domani”.
“Che cosa?! Ma è stupendo! E come??”.
“Dustin ha inventato una cosa da aggiungere al mio wolkie tolkie per ampliare il segnale”.
“Sono molto felice per te!”.
Sorrido e poi non resisto alla tentazione di abbracciarla, anche se non le mostro spesso affetto voglio davvero bene a mia sorella.

MILEVEN~ Lontani per troppo tempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora