Undici
Silenzio. C’è un silenzio di tomba nella stanza da qualche secondo ormai, nessuno sa come rompere il ghiaccio, Mike è diventato un peperone e Will sembra basito, in effetti avrei potuto avvertirlo dell’arrivo di Mike e Nancy ma doveva essere una sorpresa. Ora dovrebbe essere lui a dire qualcosa, io non posso intervenire per prima, cosa dovrei dire? ‘Hey Will, è arrivato Mike’, non se ne parla, io resto zitta, però qualcuno dica qualcosa!
“Scusate, io...non volevo interrompervi” balbetta.
“Tranquillo, è tutto okay” lo rassicuro io.
“Mike non sapevo venissi!” dice dopo qualche secondo Will.
Si abbracciano e salutano.
“Sono così felice di rivederti!” continua Will.
“Anch’io!” risponde Mike.
“Da quanto siete arrivati?”.
“Un’ora fa, mi hanno detto che avevi un corso”.
“Sì, un potenziamento. Ho visto Nancy di sotto, ha organizzato tutto lei?”.
“Sì, nostra madre non sa niente”.
“Non sei cambiato di una virgola” commenta Will “Quante volte abbiamo mentito a tua madre?”.
“Troppe per contarle, il bello è che ci casca sempre”.
“Già”.
Si fanno due risate e si danno un altro abbraccio. Sono così contenta di riavere qui Mike e sono felice che abbia rivisto anche uno dei suoi migliori amici, immagino che la lontananza sia dura per tutti. Ora però siamo qui e possiamo passare delle splendide giornate insieme.
“Per quanto resterete qui?” domanda Will.
“Fino a domenica”.
“Mi sei mancato amico”.
“Anche tu”.
Sorrido nel vederli felici, poi Mike abbraccia anche me e io propongo:”Will vuoi a fare un giro con me e Mike oggi pomeriggio? Nancy e Jonathan credo preferiscano stare per conto loro”.
“Certo, volentieri!”.
“Dove andiamo?” chiedo a Will.
“Ci facciamo ispirare al momento” risponde lui.
“D’accordo” approvo.
Scendiamo in salotto, Will davanti e io e Mike dietro, ci guardiamo e comunichiamo con gli occhi. E’ stato imbarazzante essere beccati a baciarci ma ormai ci abbiamo preso l’abitudine.
All’ingresso ci sono Nancy e Jonathan che si stanno mettendo i giubbotti, presumo che stiano uscendo.
“Undi” mi chiama Nancy.
“Dimmi” dico andando verso di lei.
“Ora noi usciamo ma per le 17:00 circa saremo di ritorno, ti va di venire a fare un giro con me?”.
“Certo, lo dico agli altri”.
“No no, intendevo da sole, senza ragazzi”.
“Ahhh, va bene, allora a dopo”.
“A più tardi” mi saluta uscendo.
Mi sembra un’idea carina, però non sono mai stata sola con Nancy, non ci ho neppure mai parlato tanto, ed è la sorella del mio ragazzo. Mi sale un filo di preoccupazione e Mike lo nota.
“Hey, va tutto bene?” mi chiede.
“E se non dovessi piacerle?” domando tutto d’un fiato, esponendo il pensiero che mi tormenta.
“A chi?”.
“A Nancy”.
“Mia sorella?”.
“Sì, mi ha chiesto di uscire con lei più tardi, suppongo voglia parlami”.
“Già le piaci, non preoccuparti” cerca di rassicurarmi il mio ragazzo.
Mi mette una mano sulla spalla e guarda il mio viso ansioso, e se dovessi sbagliare qualcosa? Ammiro davvero tanto Nancy, è un modello per me, non vorrei mai starle antipatica o che lei avesse una brutta opinione di me. Non è solo la sorella del mio ragazzo, è una donna forte, coraggiosa, intelligente e bellissima, sia dentro che fuori. E’ importante per me avere la sua approvazione, devo essere perfetta.
“Ora usciamo, poi vai con Nancy e stai tranquilla, è buona, dolce e (ripeto) già le piaci”.
“D’accordo” rispondo ancora un po’ titubante.
Prendiamo le giacche e usciamo, ci facciamo portare da Joyce in centro città e camminiamo un po’ per le vie, che a me sembrano ancora nuove, fatico persino ad orientarmi, fortunatamente c’è Will a fare da guida. Ci divertiamo assai e facciamo tante di quelle risate insieme, anche per cose banali e sciocche, credo sia un modo per scaricare l’adrenalina e l’emozione, siamo tutti felici di esserci finalmente riuniti.
Sono le tre e mezza del pomeriggio e sta già calando l’umidità, anche se c’è ancora il sole, che ultimamente tramonta verso le cinque.
Ci prendiamo delle cioccolate calde e ci fermiamo in un parco a mangiarle, qui riprendiamo a parlare, nonostante il freddo ci piace restare all’aperto, a guardare le ultime foglie sugli alberi, ormai quasi completamente spogli.
Siamo seduti su una panchina e io, nel mezzo, mi giro verso Mike per chiedergli se gli piace la nostra città.
“Molto ma non batterà mai Hawkins” risponde lui.
“Concordo amico” dice Will.
“Anch’io” aggiungo a mia volta.
“Vedete quei massi laggiù?” domanda Will.
Li individuo e noto che sono immensi ma anche distanti tra loro, non ci avevo mai fatto caso, eppure ero già venuta in questo parco.
“Il prof di storia ci ha portato qui un giorno e ci ha spiegato che sono dei megaliti” prosegue.
“Davvero vi ha portato qui?” domando stupita.
Non dovrei essere io a fare domande, si presuppone che io sappia già queste cose, dal momento che abito con Will, ma questa mi è nuova.
“Scusate ma voi non siete nella stessa classe?” domanda Mike confuso.
“Solo per alcuni corsi, storia la facciamo con due professori diversi, perché non coincidono gli orari”.
“Capisco”.
Mi alzo e dirigo a quelle pietre, c’è quasi un metro di distanza tra l’una e l’altra, chissà come hanno fatto a costruirle e portarle fino qui, è incredibile. Più mi avvicino più le vedo immense.
Appoggio una mano su un masso centrale, posto verticalmente, che insieme a un altro, ne sostiene uno posto sopra orizzontalmente. La pietra è liscia e fredda, guardare in su fa un certo effetto, mi sento piccolissima.
“Undi ma che fai?” mi chiede preoccupato Mike.
Forse non dovrei stare così vicino a queste rocce ma è come se ne fossi stata attratta, come se fossi diventata una calamita attirata da un magnete, sembra magico questo posto.
“Ero solo curiosa” rispondo.
Sento la tentazione di sfiorarle di nuovo, mi piace stare qui, il vento che mi sfiora è una bella sensazione. Sto per ritoccarle ma una salda presa mi afferra la mano.
“E’ pericoloso stare qui” dice Mike.
Mi allontano insieme a lui ma sono determinata a saperne di più su questo luogo.
“Will ricordi qualcosa di quello che ha detto il tuo professore di storia riguardo a questi megaliti?”.
“Quello a cui eri vicina, con due piedritti, cioè due massi verticali, e un architrave, sostenuto da essi, ovvero il masso posto sopra orizzontalmente, si chiama dolmen. Li hanno costruiti tanto tempo fa, non si sa come, è ancora oggi un mistero come abbiano fatto a spostare le pietre. Gli antichi credevano che avessero una valenza magica, ciò che è certo è che sono ancora oggi allineati in posizioni che permettono di ammirare le stelle e i pianeti in giorni speciali, come i solstizi”.
Sono meravigliosi.
“Perché ti interessa?”.
“Curiosità” rispondo sincera.
Dopo poco tempo ci dirigiamo di nuovo in centro città e, dopo un’ultima camminata, giungiamo in un parcheggio in cui ci sta aspettando la signora Byers.
“Mike” chiama.
Lui si avvicina e lei prosegue:”Non mi sono scordata la promessa di chiamare Karen, lì c’è un telefono”.
Gli indica una cabina telefonica e ci si dirige.
Compone il numero di casa e aspetta che qualcuno gli risponda.
“Ciao mamma, sono io” dice.
“Mike! Dove diavolo sei?!” sento strillare, tanto che Mike allontana il telefono dall’orecchio.
“Dalla signora Byers”.
“Che cosa?! Nancy è con te?”.
“No, è uscita con Jonathan”.
“Quindi avete architettato tutto voi? Senza dirmi nulla!”.
“Mi dispiace mamma”.
“L’hai combinata grossa Mike! Scappare di casa!”.
Le urla sono sempre più acute, immagino che i timpani di Mike stiano soffrendo assai.
“Non sono scappato, ho fatto solo un piccolo viaggio per rivedere Undi”.
Non sento la risposta di Karen, probabilmente ha ripreso il suo normale tono di voce o per lo meno lo ha abbassato, sta di fatto che il ragazzo le risponde:“Mamma questo è troppo”.
“Troppo?! E’ il minimo! Passami Joyce ora” tuona di nuovo.
Lui passa volentieri il telefono alla signora Byers, lanciandole un’occhiata per farle capire che sua madre è fuori di sé, immaginavo che si sarebbe arrabbiata, ma l’ha presa peggio di quanto pensassi, è furente. Mi chiedo che cosa gli abbia detto quando ha abbassato la voce, impedendo agli altri di sentire.
“Va tutto bene?” chiedo a Mike.
“Sì sì” risponde leggermente frastornato.
“Sicuro?”.
“Sì, tranquilla”.
“Torniamo a casa ragazzi?” domanda Will.
“Va bene” rispondiamo.
Una volta a casa, salgo le scale e mi dirigo in camera mia.
“Ti va di giocare a qualcosa?” propone Will al mio ragazzo.
“Sì certo, dammi solo un momento” risponde Mike seguendomi.
Entra in camera mia e chiude la porta, lo guardo curiosa, chiedendomi che cosa abbia in mente, in che cosa consiste quel ‘momento’? Apre lo zaino e ne estrae una busta, inizialmente sono convinta che contenga qualche oggetto che ha recuperato per giocare, poi noto con stupore che mi passa la sporta. Mi ha fatto un regalo. Gli sorrido e lo apro, il pacchetto ha al suo interno una splendida camicetta bianca e un’adorabile gonna rossa da abbinarci.
“Grazie, non dovevi” dico.
“Figurati, ti piacciono?”.
“Molto, sono bellissimi, li indosserò per uscire con Nancy, vado a cambiarmi in bagno, mi aspetti qui?”.
“Certo”.
Una volta davanti allo specchio del bagno, chiudo la porta, mi spoglio e rivesto con i miei nuovi vestiti, sono magnifici, la gonna è lunga ma non troppo e la camicetta infilata sotto bina perfettamente. Già che ci sono mi pettino i capelli, che sciolti mi scendono delicatamente sulle spalle.
Torno dal mio ragazzo e rivedo in lui l’espressione che aveva quando ho indossato il vestito di sua sorella qualche anno fa, estasiata e colpita, rimane come la scorsa volta quasi senza parole e alla fine pronuncia le stesse:”Sei bellissima”.
Gli do un bacio stampo per ringraziarlo. Preparo la mia borsetta e metto un golfino rosso sulle spalle per non prendere freddo.
“Stai benissimo” commenta ancora Mike.
“Grazie. Ci vediamo più tardi allora”.
“A dopo”.
Scendo e trovo Nancy ad aspettarmi, anche lei ha un bellissimo aspetto, capelli sciolti, pantaloni a vita alta con dentro un maglioncino davvero carino e un giubbotto marroncino chiaro aperto, poiché siamo in casa e con il camino acceso fa caldo.
“Pronta?” mi chiede.
“Sì” rispondo.
Mike nel frattempo è sceso, mi volto verso di lui e mentre lo saluto noto che mi ha fatto l’occhiolino e mostrato una mano con il pollice in su, spero che questa uscita vada bene.
Salgo in macchina e Nancy mi chiede dove avrei piacere di andare, io le rispondo che è indifferente e lei propone una caffetteria che ha visto per la strada, mi sembra una buona idea, dunque approvo con piacere.
Una volta lì ci sediamo a un tavolo e ordiniamo qualche dolce e due frappè. Questo punto di ristoro è arredato bene, le pareti gialle binano con i tavoli arancioni e i lampadari di vetro che scendono dal soffitto danno il tocco di classe.
Appoggio la giacca dietro la sedia e Nancy vede che indosso i vestiti che mi ha regalo Mike con, suppongo, il suo aiuto per la scelta.
“Ti stanno proprio bene”.
“Grazie, hai aiutato tu Mike a sceglierli vero?”.
“Ovviamente, non ce l’avrebbe mai fatta da solo” dice, pronunciando l’ultima frase con un pizzico di comicità.
“Già” rido io.
“E’ un bravo fratello ma di vestiti da donna ne capisce poco”.
“Concordo”.
“Tra voi come vanno le cose?” chiede poi.
“Bene, ora, sai anch’io sono stata molto male a causa della lontananza”.
“Ti capisco, ho provato lo stesso, mi sembra incredibile essere qui questi giorni”.
“Io ancora non riesco a crederci! Sei un mito Nancy, è tutto merito tuo”.
Sorride e continuiamo con le chiacchiere.
“Hai legato con qualcuno qui?”.
“A essere sincera no”.
“Ci può stare, sei arrivata da poco, prenditi il tuo tempo, correre non serve a niente, le amicizie vere arrivano da sé, quando meno te lo aspetti”.
“Hai ragione” rispondo, ripensando alla notte in cui ho incontrato Mike, Dustin e Lucas nel bosco, alla ricerca di Will.
Avevo un briciolo di paura in me quando siamo partite da casa ed è iniziata la nostra uscita, volevo starle simpatica e temevo che un singolo passo falso avrebbe giocato a mio sfavore, ora invece comprendo che avevo torto, non sono più in ansia, mi sento tranquilla e rilassata, Nancy è già una mia amica ed è dolce e buona, come mi aveva spiegato Mike, le mie paure erano assai infondate.
“E i poteri? Ti sono tornati?” mi domanda.
“No”.
“Come ti senti?”.
“Non più pienamente me stessa, sono cresciuta insieme ai miei poteri, li utilizzavo spesso, anche per cose che avrei potuto fare normalmente, come chiudere una porta o afferrare degli oggetti. Quando li avevo, alle volte desideravo di essere una ragazza normale, in modo tale da poter uscire come le altre e non dover rimanere rinchiusa in casa. Ora invece mi mancano, mi sarebbe piaciuto riaverli ma non è accaduto”.
“Magari succederà”.
“Lo spero”.
Parliamo per un altro po’ e ci divertiamo tanto, tra bocconi di deliziosi spuntini e battute o discorsi assai esilaranti, il resto del pomeriggio vola e si fanno quasi le sette. Nancy va alla cassa, poi torna da me e andiamo alla macchina, dirette a casa, vorrei che il tempo passato con lei non fosse già finito, però chi lo sa, magari usciremo un’altra volta.
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MILEVEN~ Lontani per troppo tempo
FanfictionDa quando si sono separati alla fine dell'estate, Mike è precipitato in un vortice di sofferenza e delusioni, Undici si è chiusa in sé stessa, hanno quasi perso le speranze. La lontananza è più difficile di quello che speravano. Riusciranno ad uscir...