Capitolo 14

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Undici

Sono ancora immobile, percepisco il sangue che mi cola dal naso, sono senza parole per quello che è appena successo. L’ho spinta via… senza toccarla… usando semplicemente la mente… Stavo pensando intensamente a Mike, a noi, a tutti i bei momenti che abbiamo vissuto, a quanto lo amo,… Quando Lydia ha preso quelle foto è scattato qualcosa in me, ho sento crescere tanta frustrazione e rabbia dentro di me, ho immaginato di scacciarla in qualche modo ed è successo realmente, senza che muovessi un dito. Potrebbero essermi tornati…
“Stai bene?” mi chiede gentile Jonathan, vedendomi pensierosa.
“Sì” lo rassicuro “Seguimi” gli dico poi salendo le scale.
Mi guardo le spalle per assicurarmi che quella vipera non mi raggiunga e successivamente, una volta entrati in camera mia, chiudo la porta. Devo verificare.
Mi muovo alla ricerca di una bottiglietta vuota sotto lo sguardo perplesso di Jonathan, la trovo sotto il letto e la appoggio sulla scrivania.
Mi concentro su di essa, pensando intensamente a un’esplosione che la farebbe saltare in aria. Forza Undi, puoi farcela, ripeto a me stessa. Prendo coraggio e ci provo. Dopo neanche qualche secondo la bottiglietta è distrutta. Non posso crederci… Mi sono tornati i poteri…
“Apri la porta” dico a Jonathan, il quale è sbalordito.
Lui ubbidisce e io la chiudo con la mente, utilizzando i miei splendidi poteri.
Rimango strabiliata e a bocca aperta per quello che ho appena fatto, una cosa che tempo fa consideravo banale, ora mi appare speciale. Ti rendi conto di quello che hai solo quando lo perdi spesso e volentieri, ora che ho riavuto i miei poteri riconosco quanto essi siano magici e importanti per me.
Improvvisamente mi sento me stessa, dopo tanto tempo, percepisco che qualcosa è cambiato in me, ciò ovviamente mi rende assai contenta.
Faccio i salti di gioia per tutto questo, ho finalmente riavuto il mio dono, mi era mancato. Per qualche minuto giro e rigiro in camera mia spostando oggetti e vestiti senza toccarli, utilizzando i poteri che per troppo tempo mi sono stati lontani. So che è stato Mike a suscitarne il ritorno, stavo pensando a lui in quel momento, ho provato emozioni molto forti e, come mi ha spiegato mia sorella qualche anno fa, la rabbia è la più potente, e io ero arrabbiata perché ci hanno separati e tenuti lontani. Dunque è merito suo se ora li ho di nuovo con me, lui ha scatenato in me le emozioni che hanno stimolato i poteri.
“Ti sono tornati” commenta quasi senza fiato Jonathan.
“Già”.
“Come è stato possibile?”.
“Mike, è dovuto a lui”.
Lui rimane interdetto, inizialmente non comprende come sia possibile ma, dopo una mia accurata spiegazione, crede pienamente nella mia teoria.
“E’ fantastico” aggiunge.
“Sono davvero tanto felice che mi siano tornati”.
“Ora mi sembri di nuovo tu ma asciugati il sangue dal naso”.
Sorrido e faccio quello che mi ha consigliato. Il fazzoletto insanguinato suscita in me una miriade di ricordi, ognuno diverso dall’altro, a volte ho usato i poteri per difendermi da cattivi o mostri,… altre volte li ho usati solo per comodità, altre ancora per allenarmi a perfezionarli,…
“Sono senza parole” ammetto, dal momento che non me lo aspettavo.
Avevo sentito qualcosa questa mattina, come se avessi percepito che mi stessero tornando, ma lì per lì ho pensato di essere impazzita, ora invece riconosco che quello era una sorta di assaggio di ciò che sarebbe successo qualche ora dopo.
Sono così felice! Vorrei scendere e comunicarlo a Will ma è come incantato da quella ragazza perfida e Joyce la sta consolando per la botta presa, dicendole che non è nulla di grave e cercando di difendermi dicendo che non l’ho toccata e che probabilmente è scivolata su qualcosa.
“Scivolata!” ripete indignata Lydia “Questa famiglia è pazza, io me ne vado Will” comunica.
Era ora! Prima si leva dai piedi meglio staremo, tutti quanti, Will compreso, anche se ancora non lo capisce.
“Lydia aspetta” cerca di richiamarla lui ma invano, è già giunta alla porta, l’ha aperta e richiusa uscendo.
Fantastico! Non vedevo l’ora che lo facesse.
Scendo di corsa le scale e trovo Will ancora immobile davanti alla porta, dietro cui è scomparsa la sua ragazza, non ne poteva scegliere un’altra? Non è da Will uscire con ragazze del genere, continuo a sostenere che ci sia qualcosa sotto, qualcosa che non mi dice ma che scoprirò da sola.
“Vuoi rimanere lì tutto il giorno?” gli chiedo cercando di riportarlo alla realtà.
“Tu!” grida lui in risposta.
“Io cosa?”.
“E’ colpa tua!”.
“Mia??”.
Andiamo bene! Questo è tutto fuso! Ma era presente a quello che è accaduto poco fa o si trovava su un altro pianeta? Che colpe avrei io?
“L’hai trattata male e se n’è andata!”.
“Fidati, è meglio così”.
“Non per me!”.
“Will puoi trovare ragazze di gran lunga migliori”.
“L’hai spinta al muro!” mi rimprovera.
“Mi sono semplicemente difesa” mi giustifico.
“Hai sbagliato”.
“Sono allibita! Non solo non ammetti che Lydia si è comportata da vipera, ma la cosa di cui ti preoccupi ora è che lei abbia dato una lieve botta al muro? Sei serio? Non ti viene in mente di chiedermi come ho fatto? Mi sono tornati i poteri! E tu non ti sei degnato di rivolgermi una sola parola su questo argomento! Sai che per me è
importante, ma al momento sembra esistere solo Lydia per te, dico bene?”.
Sono esplosa, so che avrei potuto usare maggiore tatto ma non ce la facevo più, Will mi è sembrato pazzo e presuntuoso, so che lui non è così, lo conosco, è un ragazzo timido, riservato e di buone maniere, Lydia deve avergli fatto qualcosa e io scoprirò cosa.
“In effetti non l’hai toccata, l’hai spostata usando i poteri…” constata facendo ad alta voce un ragionamento al quale volevo farlo arrivare tempo fa.
“Già”.
“Quando ti sono tornati?”.
“In quel momento ma è da questa mattina che sento qualcosa”.
“E’ fantastico, scusa se sono stato così egoista, non mi riconosco più”.
Si siede mogio sul divano, io mi metto accanto a lui e lo abbraccio. Ha bisogno di conforto in questo momento e io sono qui per darglielo.
“Capita a tutti di sbagliare” lo consolo.
“Ammetto che Lydia è stata alquanto scortese con te, non avrebbe dovuto comportarsi in quel modo”.
“Già, prima la pensavi diversamente” gli ricordo.
“Non so cosa mi sia preso, ero come incantato”.
Te lo dico io cosa avevi: è il fascino delle bionde cattive. Non sono tutte così ovviamente ma alcune ragazze ammaliano i ragazzi con la loro bellezza e se ne approfittano, Lydia mi sembra proprio una di queste. Ora che ci penso loro due non hanno mai avuto un vero appuntamento, da quello che so, si limitano ad appartarsi nei giardini della scuola per scambiarsi qualche bacio. Will non è davvero innamorato di lei,  forse crede di esserlo ma non lo è davvero. La loro non è una relazione sana, purtroppo però non posso dirglielo direttamente, si offenderebbe, deve capirlo da solo, o con un mio piccolo aiuto. Ma a questo penserò più tardi, ora devo tirarlo su di morale.
“Ti va del gelato?” gli domando.
“Tu sì che mi conosci Undi” risponde.
Vado a prenderlo e riporto due ciotole con i nostri gusti preferiti: cioccolato per me e fiordilatte per lui. Lo gustiamo parlando di cose buffe e divertenti successe negli ultimi giorni, si sta distraendo, sono riuscita nel mio intento.
“Fammi vedere qualcosa con i tuoi poteri” mi chiede dopo un po’ Will.
Appoggio sul tavolo la ciotola ormai vuota e faccio fluttuare in aria un contenitore di vetro.
“Wow, mi erano mancati” commenta lui.
“Che succede qui?!” si allarma Joyce vedendo uno dei suoi soprammobili per aria, spaventata dalla possibilità che possa farlo cadere.
“Tranquilla lo sto controllando”.
“La spinta di prima… il vaso che galleggia nell’aria… da quando ti sono tornati i poteri???”.
“Da quanto ho lanciato via Lydia, è scattato qualcosa in me”.
“Tesoro questo è un avvenimento bellissimo! Dovremmo festeggiare!” propone entusiasta lei.
“Non è così importante” dico subito io.
“Oh sì che lo è” ribatte lei “Vado a comprare una torta in pasticceria”.
“Vengo con te” afferma Will seguendola “A dopo Undi”.
“A dopo” rispondo mogia.
Almeno Jonathan è ancora qui, potrò parlare con lui di come mi sento, lui capirà. Forse ho parlato troppo presto però, constato pochi secondi dopo, vedendolo scendere le scale ben vestito e infilarsi la giaccia per uscire.
“Dove vai?” gli chiedo.
“Al laboratorio di fotografia della scuola, oggi inizia un nuovo corso che desidero seguire. Ci vediamo più tardi” mi saluta uscendo.
Ottimo, mi hanno lasciata sola proprio quando avrei voluto qualcuno accanto, non me ne importa nulla dei festeggiamenti che vogliono fare, vorrei soltanto che qualcuno mi ascoltasse e stesse con me. Mike capirebbe, lui lo farebbe.
Si preoccupano di cose così futili! Che me ne importa di una stupida torta o di qualche altro oggetto superfluo, ciò che conta veramente sono gli affetti. Sono così felice per una volta, ho finalmente ritrovato una parte di me stessa, i miei poteri, e non posso condividere la mia gioia con nessuno.
Improvvisamente mi sento sola, senza nessuno accanto, non soltanto in questo esatto momento ma in generale, l’unica persona che ho sentito sempre vicina è Mike ma lui ora è lontano.
Sento la necessità di averlo accanto, di averlo qui, anche se l’ho visto giusto una settimana fa, già mi manca. Non può tornare qui per svariati motivi: Karen glielo ha proibito, anche se questo lo aggirerebbe facilmente, essendo un po’ un fuggitivo alle volte, ma di sicuro non riuscirebbe a farlo ora, visto che è in punizione per due settimane e non può uscire se non per andare a scuola.
Dunque come posso fare? Vorrei sentirlo ma ancora di più vederlo…
Scenderei in città a chiamarlo ma risolverei poco se mi rispondesse sua madre, come le scorse volte, potrei scrivergli anch’io una lettera, ma gli arriverebbe tra qualche giorno e prima di avere una sua risposta chissà quanto dovrei aspettare!
Io ho bisogno di vederlo. Ora. Dunque non ho altre alternative, c’è un unico modo per permettermi di ottenere quello che voglio.
Mi dirigo in camera ed estraggo dall’armadio uno zaino in cui metto un paio di vestiti, il mio pigiama, una spazzola e il mio spazzolino. Lo chiudo velocemente e scendo al piano terra sperando che gli altri non siano ancora tornati. Mi guardo intorno e cerco furtivamente il nascondiglio segreto delle paghette mensili di Joyce. Sollevo i cuscini delle poltrone e dei divani, guardo sotto alcune fotografie, apro vari cassetti,… trovate! Prendo la mia e vado verso la porta. Prima di uscire mi volto e osservo la casa vuota e silenziosa, poi prendo coraggio ed esco. Il cielo si sta annuvolando, tra qualche ora dovrebbe piovere. Cammino fino alla stazione degli autobus, decisa a seguire il mio piano, e dopo una trentina di minuti la raggiungo infreddolita ma emozionata.
“Questo va ad Hawkins?” chiedo al conducente.
“Sì” risponde lui.
“Grazie”.
Vado a sedermi in fondo all’autobus e guardo dal finestrino. Presto ci rivedremo Mike.

MILEVEN~ Lontani per troppo tempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora