Mike
Mi sveglio frastornato, ancora scosso dai pensieri e dalle emozioni che ho provato ieri. Mi avvolgo nel calore delle coperte e stringo al petto un cuscino. Fisso il soffitto inerme, incapace di pensare ad altro che a lei. Ieri sera mi è stata chiara la consapevolezza di ciò che devo fare: lasciare Undi. E’ la cosa migliore sia per lei che per me, non possiamo continuare a farci del male a vicenda, come può funzionare tra noi? Siamo troppo lontani e prima o poi le cose si spezzeranno. Prima che questo succeda ho intenzione di farlo io, è inutile continuare a illudersi. Dustin ha provato a convincermi che sto sbagliando, che le cose non stanno come le vedo io, che sono solo frustrato perché Undici non può raggiungermi per il Ringraziamento e che sto sfogando la rabbia in questa maniera, ma non sono sicuro che sia così. Io tengo a Undi e non vorrei che soffrisse per me, merita di essere felice e come può esserlo se è legata ad una persona a quattro ore di macchina di distanza da lei? Ci vediamo a malapena una o due volte al mese, come può funzionare?
Non so neppure se è quello che voglio, non ci sto capendo più nulla. Mi rassegno e cerco di distrarmi dai pensieri ma mi è quasi impossibile, come faccio a non pensarci?
Fortunatamente i miei dilemmi vengono interrotti da mia sorella che, come al solito, è entrata in camera mia senza bussare.
“Non si bussa?!” la rimprovero.
“Scusa, pensavo dormissi”.
“Magari”.
“Cos’è tutta questa scontrosità?”.
“Voglio stare solo”.
“Mike che succede?”.
“Ho detto che voglio stare da solo”.
“Ti conosco troppo bene e so che è l’ultima cosa di cui hai bisogno al momento”.
Taccio, incapace di ribattere. Nancy si siede sul letto accanto a me e anch’io mi alzo a sedere per starle più vicino.
“Mike che hai?” mi chiede dolcemente.
“Sono un po’ giù di morale a dire la verità”.
“E perché?”.
Ormai è fatta, tanto vale dirle tutto.
“Devo lasciare Undi”.
Silenzio. Alla mia affermazione segue un lungo e pesante silenzio. A volte può essere più difficile sopportare il silenzio rispetto a delle parole ostili, perché esso concede libero spazio ai pensieri, che affiorano noncuranti del fatto che la loro presenza non sempre sia gradita.
Dopo una serie di istanti, che mi paiono interminabili, Nancy pronuncia parole sagge e su cui inizio a riflettere.
“Devi? Cosa significa che devi lasciarla? E’ un dovere o un volere? Perché mai dovresti farlo se non lo vuoi? Stai dicendo che devi lasciarla perché vuoi farlo?”.
“No, certo che no”.
“Allora perché devi lasciarla?”.
“Perché tra noi non può funzionare”.
“E chi lo dice?”.
“La lontananza”.
“No Mike, lo dici tu, perché le cose funzionano se ci credi. Se tu sei il primo a non credere in voi, le cose non funzioneranno. Ma se tu credi nella vostra relazione allora le cose andranno”.
Ha ragione. Detesto ammetterlo ma ha quasi sempre ragione. Ogni volta che parlo con mia sorella mi sembra di rimanere illuminato o di ricevere consigli realmente utili. Sarà perché è più grande di me o per la sua personalità ma è molto matura.
Dovrei aprirmi più spesso, mi fa bene parlare con qualcuno a volte.
Tiro un sospiro e accetto l’idea di essere nel torto, sto sbagliando a non credere in noi, in me e Undi e il solo pensiero di non aver avuto fiducia in noi mi abbatte.
Nancy lo nota e mi precede.
“Hey hey, calma, capita a tutti di avere dubbi, l’importante è chiarirli e non fare cavolate”.
“Grazie, per tutto”.
“Vieni qui” dice dolce stringendomi in un abbraccio di cui avevo davvero bisogno.
Dopodiché esce dalla mia stanza con in mano il libro che era venuta a prendere e mi lascia solo.
Come ho potuto pensare a simili cose? Come ho potuto anche solo ragionare sul fatto di lasciare Undi?
Mi alzo e guardo allo specchio. Devo dare una sistemata a questi capelli, sembro un leone appena sveglio. Strascino i piedi fino al bagno e ancora assonnato, a causa della nottata passata quasi in bianco, mi preparo.
Domani è il Ringraziamento, Undi sarebbe dovuta venire da noi ma le cose non sono andate come avevamo sperato e previsto. Però… se i piani sono stati stravolti una volta… chi dice che non possano esserlo di nuovo?
“Dustin!” grido.
“DUSTIN!” ripeto.
Mi raggiunge preoccupato dall’idea che sia successo qualcosa e ansimante per aver fatto le scale di corsa.
“Che succede?” mi domanda col fiatone mentre cerca di riprendersi.
“Partiamo”.
“Quando?”.
“Adesso”.Undici
“Undi sei pronta?”.
“Sì, arrivo!”.
Infilo le scarpe e scendo di corsa le scale.
“Sbrigati o faremo tardi” continua Will.
Saliamo in macchina e Joyce ci accompagna a scuola. Essendo sabato non abbiamo lezioni ma dobbiamo fare le prove per uno spettacolo teatrale che si svolgerà domani. Mi hanno affidato il ruolo di protagonista e sono elettrizzata di ciò ma sento anche una grande pressione gravare su di me, sarò all’altezza?
Inoltre, ho il sospetto che Mike se la sia presa per questo imprevisto, ma che posso farci? Non ho scelto io la data dello spettacolo. Tuttavia ho la brutta sensazione che si sia arrabbiato o che ci sia rimasto male e mi dispiace per questo. L’ultima cosa che volevo era farlo stare male, spero non se la prenda troppo, andrò a trovarlo appena potrò.
Scendo dall’auto di Joyce e mi dirigo con Will in aula magna. Non è il momento adatto per pensarci, ora devo concentrarmi sulle prove e solo sulle prove.
Infilo il mio costume da Giulietta e aspetto con gli altri che gli insegnanti diano il via alle prove. Nel frattempo mi fermo a parlare con Meredith, la quale mi domanda se Will sia ancora attratto da Lydia.
So che ha cercato di nasconderlo ma nella sua domanda c’era una nota di malinconia, come se già si aspettasse una risposta che l’avrebbe delusa, non vorrei ferirla ma non voglio nemmeno mentirle. So che le interessa Will e la ritengo anche la persona più adatta a lui ma non so come fare aprire gli occhi a Will.
“Beh, non mi rispondi?”.
“Sì, scusa mi ero distratta. Sì, è ancora preso da lei ma non ti conosce, come potrebbe notarti?”.
“Non lo so” risponde mogia.
“Uno di questi giorni potresti venire a casa nostra, sarebbe un modo per incontrarlo” propongo.
“Non lo so Undi, non voglio essere un peso”.
“Ma quale peso! E’ un piacere averti con noi”.
“Va bene, allora verrò” risponde arrossendo e con un dolce sorriso sul volto.
Sta per dirmi qualcos’altro ma una prof inizia a parlare e in aula cala il silenzio. Passo il pomeriggio a fare le prove e mi diverto molto con il mio gruppo di teatro. Anche colui che interpreta Romeo è simpatico, si chiama Jonh ed è molto bravo a recitare.
Ci dirigiamo tutti insieme all’uscita e, mentre aspetto che Joyce venga a prendermi, mi fermo a parlare con la mia amica.
“Undi” dice.
“Dimmi” rispondo.
“Ho bisogno di un favore”.
Le faccio cenno di continuare.
Sta per chiedermi qualcosa ma la persona meno gradita del pianeta la interrompe.
“Hey ragazze, sapete dov’è Will?” ci domanda quella vipera di Lydia, che si nasconde dietro a un sorriso finto e ingannatore.
“No” rispondo brusca.
“Mi aveva detto di vederci qui”.
“Non ci interessa” interviene Meredith.
Spalanco gli occhi incredula per il coraggio che ha tirato fuori nel rispondere a Lydia, la quale fa un passo verso la mia amica e la fulmina con uno sguardo acido. Quello che prima era un finto sorriso si sta trasformando in un ghigno di chi vuole prendersela con qualcuno e avere la meglio.
“Ti conviene tacere” le intima.
“Se no che mi fai?” ribatte lei.
“E’ meglio se non te lo dico”.
“Non mi fai paura”.
“Lo dici ora”.
La tensione è alle stelle, da un momento all’altro potrebbero prendersi per i capelli e menarsi se qualcuno non le ferma. Sto per farlo io ma Will mi precede. Arriva, dà un bacio a Lydia e ci saluta. Si allontanano vicini e vedo gli occhi di Meredith riempirsi di lacrime, non è un bello spettacolo vedere chi ti piace insieme a qualcun altro.
Vorrei tirarla su ma non so come fare. Nel frattempo arriva Joyce, così sono costretta ad andare ma, prima di salire in macchina, la rassicuro dicendole che prima o poi Will aprirà gli occhi e si accorgerà di lei, per il momento non deve starci male, e le prometto anche di tenere d’occhio Lydia.
Fuori ha iniziato a piovere e mi incanto a guardare le gocce d’acqua che scorrono sul finestrino della macchina mentre ci dirigiamo verso casa. Fuori è notte fonda, sono le sette di sera ma in inverno è già buio. Inizio a pensare a Mike, oggi sono stata così impegnata che mi sono distratta da lui. Ora invece riaffiorano in me tutti i pensieri che mi affliggono da ieri. Ho paura che ci sia rimasto davvero male, così decido di chiamarlo appena arrivo a casa ma non ricevo risposta.
STAI LEGGENDO
MILEVEN~ Lontani per troppo tempo
FanfictionDa quando si sono separati alla fine dell'estate, Mike è precipitato in un vortice di sofferenza e delusioni, Undici si è chiusa in sé stessa, hanno quasi perso le speranze. La lontananza è più difficile di quello che speravano. Riusciranno ad uscir...