Capitolo 10

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Mike

“Che ne dite di guardare un film tutti insieme?” propongo.
“Okay” risponde Will.
“Ci sta” afferma Nancy.
“Per me va bene” dice Undici.
Ci rechiamo tutti in sala, io e Undi ci sediamo sul divano insieme a Nancy e Jonathan, Will e la signora Byers si mettono su due poltrone.
Accendiamo il televisore e scegliamo un film che sta andando in onda, sembra per famiglie, ideale per questa serata tranquilla.
Metto un braccio intorno a Undi, lei si volta verso di me sorridente e appoggia la testa sulla mia spalla, mentre si accovaccia.
Dopo quasi due ore il film è finito e Undi dorme comodamente su di me, è così carina, non vorrei svegliarla ma devo, gli altri sono andati a dormire, siamo rimasti io e lei.
“Undi” sussurro “Undi è finito il film”.
Fa un piccolo mugolio e mi chiede di lasciarla dormire.
“Dovresti alzarti e andare a dormire nel letto” continuo a sussurrarle dolcemente.
“Ho sonno” dice addormentata.
“Ti accompagno in camera”.
Una volta su le do la buonanotte e mi reco nella stanza degli ospiti che la signora Byers ha preparato per me e Nancy ma non trovo mia sorella, anche se ho un’idea più che chiara su dove potrebbe essere: in camera di Jonathan.
Mi infilo il pigiama e butto nel letto sfinito, dopo poco tempo mi addormento e quando riapro gli occhi il sole splende già alto. Guardo il mio orologio. 8:25.
Scendo in cugina e ci trovo Jonathan.
“Buongiorno” dice.
“Buongiorno” rispondo.
“Gli altri dormono?” chiedo.
“Sì, il sabato dormono sempre fino a tardi. Se ti va possiamo fare un giro noi questa mattina”.
“Va bene, vado a cambiarmi”.
Salgo le scale di corsa, mi precipito in camera e metto un maglione e dei pantaloni di jeans, poi apro lo zaino e ne estraggo il pacchetto di Eggos, scendo nuovamente in cucina, fortunatamente Jonathan si è sposato da qui, prendo un vassoio, un piatto e un bicchiere in cui metto una spremuta d’arancia. Mi reco in camera di Undi, socchiudo la porta cercando di evitare ogni piccolo rumore, posiziono la colazione sul suo comodino e le lascio un biglietto. Mi fermo qualche istante a osservarla mentre dorme, è così carina e dolce.

Jonathan mi porta in un luogo immerso nella natura, questa città mi stupisce ogni minuto di più, si può passare dalla confusione della città alla tranquillità e quiete della campagna. Lui tira fuori dal suo zaino la macchina fotografica e la avvicina agli occhi, scatta qualche foto, mentre io contemplo questo splendido paesaggio, gli alberi sono ormai quasi tutti senza foglie, tranne i sempre verdi, e i prati sono una lunga distesa di foglie rosse, gialle e marroni.
“Vuoi provare?” mi domanda a un tratto Jonathan.
“Cosa?”.
“La macchina fotografica”.
“Non so usarla”.
“Ti insegno io”.
Me la passa e io la prendo, è leggera, nera, lucida e pulita, dà una strana sensazione il tocco con essa, sento di poter immortalare un attimo perfetto con un solo clic. La avvicino al mio volto e guardo attraverso di essa, wow, sembra di star sognando, in questo modo vedo solo il paesaggio, ci si dimentica quasi di essere qui, rimane solo la natura.
“Clicca sul pulsante in alto a destra” mi suggerisce Jonathan.
Lo faccio e scatto una foto.
“Se giri il cerchio intorno alla lente puoi regolare la visibilità” mi spiega.
Mi insegna un paio di nozioni riguardanti la fotografia e poi torniamo a casa. Mi piace utilizzarla ma non è la mia passione, l’ho capito da come lui la usa con entusiasmo e da come la utilizzo io.
Mentre siamo in macchina Jonathan mi dice:”Sono così contento che tu e Nancy siate qui”.
“Anch’io”.
“Mi prometti di prenderti cura di Nancy quando tornerete a casa? Ho l’impressione che interiorizzi troppo i sentimenti e che non si apra con nessuno, tranne che con me, le farebbe bene parlare un po’”.
“Certo, ultimamente ci ritroviamo spesso a parlare, ne abbiamo bisogno entrambi e fortunatamente ci capiamo bene. Tu prenditi cura di Undi”.
“Da quando siamo qui ha parlato poco con tutti, infatti si è stupita quando sono andato a comunicarle che sareste venuti a trovarci, ma cercherò di non farla chiudere troppo in sé stessa. E tu vedi di riprenderti con la scuola”.
“Ho già recuperato un paio di materie, me ne mancano solo alcune, ce la farò”.
“Bravo, non buttarti giù”.
“Tu come vai a scuola?”.
“Bene dai”.
Comunichiamo fino a casa, poi, quando entriamo, troviamo una gran confusione ad aspettarci, Undici sta urlando contro Will e lui le sta rispondendo per le rime, Nancy sta cercando di separarli, se continuano di questo passo sfoceranno presto in un litigio ancora più accesso. Mia sorella ci chiama ad aiutarla appena ci vede entrare, io mi precipito da Undici e Jonathan da suo fratello Will. Il putiferio scoppiato poco fa viene così interrotto, porto Undi in camera sua e la metto a suo agio per spiegarmi cosa è successo.
“Abbiamo litigato” annuncia.
“L’ho notato”.
“Ha detto cose che non avrebbe dovuto dire e io mi sono scagliata automaticamente contro di lui”.
“Tipo cosa?”.
“Dice che non mi fa bene stare con te, che ora sono felice ma che tra qualche giorno mi butterò giù come prima”.
“Che cosa?!”.
“Secondo lui, la nostra è una relazione non duratura, come se la sua la fosse!”.
Rimango scioccato e allibito per due motivi. In primo luogo non mi spiego come uno tra i miei migliori amici abbia potuto dire simili cattiverie sulla mia relazione con Undi e in secondo luogo per quel ‘come se la sua la fosse’, che significa?
“Aspetta un attimo, Will è fidanzato?” domando.
“Sì, sono l’unica a saperlo, l’ho visto baciare una ragazza nel cortile della scuola e stare con lei in varie occasioni, dopo tutto quello che ho fatto per lui, come coprirlo a volte, si è permesso di rivolgersi a me in questo modo”.
“Non l’ho mai visto così, solitamente agli amici diceva tutto, è strano”.
“Meglio lasciar perdere”.
“Sì, mi dispiace che ti abbia urlato in quel modo, dopo ci parlerò”.
Non mi aspettavo assolutamente un simile comportamento da uno dei miei migliori amici, nascondere alcuni aspetti della sua vita perfino agli amici e trattare così malamente la mia ragazza e sua sorella adottiva, sono allibito, non è in sé.
Ha sbagliato e lo sa anche lui ma mi dirigo ugualmente a parlarci.
“Hey” lo saluto.
Non mi risponde, probabilmente è imbarazzato o ancora furioso, chi lo sa.
“Non avresti dovuto trattare Undi in quel modo, cosa ti è saltato in mente?”.
“Io...” inizia.
“Cosa?”.
“Mi dispiace, non volevo, non so cosa mi sia preso”.
“Ti conosco Will, sei sempre stata una persona per bene, so che non pensavi davvero quello che le hai detto, ma voglio che tu me lo confermi”.
“La vedo sempre molto triste quando non ci sei, una parte di me ha pensato che se vi foste lasciati sarebbe stato meno doloroso per entrambi, ma ora comprendo quanto avessi torto, voi avete bisogno l’uno dell’altra e finalmente lo capisco anch’io”.
Vorrei tanto chiedergli chi è la sua ragazza ma non posso farlo, altrimenti scoprirebbe che Undici me lo ha confessato e si infurierebbe ancora di più con lei, perciò aspetto curioso che me lo comunichi lui.
“Circa un mese fa...” comincia “Ho incontrato una ragazza a scuola e...”.
“Ti piace?” domando impaziente.
“Sì, molto”.
“Come si chiama?”.
“Lydia”.
“Bel nome”.
“Già, beh noi… un giorno…. Ci siamo baciati e da quel momento… lei… io… sai… ci siamo messi insieme”.
“Sono così felice per te, finalmente anche tu hai trovato qualcuno che ti piace! Così un giorno potremo uscire io, Undi e voi due, e avrai modo di presentarcela”.
Cerco di mostrarmi il più stupito possibile, anche se sapevo già quasi tutto quello che mi ha detto. Sono realmente felice per questo cambiamento nella sua vita, gli farà bene, ne sono sicuro. So che è pentito per quello che ha fatto poco fa, per questo l’ho perdonato, ora deve solo chiarire con Undici.
Il pomeriggio passa velocemente, mangiamo dell’ottimo stufato, giochiamo a carte, facciamo una passeggiata, prepariamo dei pancake squisiti e facciamo un’ottima merenda. La cena è altrettanto buona e subito dopo ci ritiriamo nelle nostre stanze. Questa è l’ultima sera che io e mia sorella passeremo qui, domani dobbiamo ripartire, il tempo mi sembra volato, vorrei che non fosse già quasi finito.
Passo un po’ di tempo con Undi, ascoltiamo varie canzoni dal suo stereo, come ai vecchi tempi, e poi ci stendiamo nel letto a parlare.
“E’ stato così buffo quel signore per la strada” commenta ridendo Undi, ricordando un anziano che oggi se l’è presa con noi per aver scordato il suo bastone a casa. Abbiamo cercato di aiutarlo ma lui ha ripreso a delirare dicendo che avevamo bruciato la sua torta al cioccolato, insomma ha blaterato cose assurde, forse aveva solo bisogno di riposare.
“Già” concordo.
Ridiamo come matti, balliamo e chiacchieriamo per tutta la sera.
“Si è fatto tardi” dice lei dopo un po’.
Guardo l’orologio. 23:32.
Mi sembra incredibile che siano già le undici e trenta, abbiamo parlato per due ore ma a me sembrano passati solo dieci minuti, è proprio vero che quando ci si diverte il tempo vola. Tra risate, battute, discorsi e canzoni abbiamo passato una splendida serata. Mi mancherà tutto questo, il suo sorriso, i suoi occhi dolci, le sue guance delicate che arrossiscono ancora al mio tocco,…
Mi alzo e dirigo alla porta, prima di uscire mi volto verso la mia ragazza, ci guardiamo e, senza parlare, comunichiamo tutto quello che pensiamo, ‘Domani’.
“Buonanotte Undi” le dico.
“Buonanotte Mike” risponde.
Esco chiudendomi la porta alle spalle e sento una lieve fitta al cuore.

MILEVEN~ Lontani per troppo tempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora