Capitolo 2

123 14 17
                                    

Undici

Mike mi sta dando un bacio sulla guancia e io rido. I suoi occhi sono così belli e la sua fisionomia pure. Indossa una maglietta verde, mentre io il vestitino che mi piace tanto, quello tutto colorato. Siamo venuti proprio bene in questa foto. Non riesco a staccare gli occhi da essa, ogni volta che mi sento giù mi fermo ad osservarla. La avvicino a me e  le do un bacio, può sembrare stupido ma mi fa sentire più vicina a Mike. La sto ancora guardando quando Will entra in camera mia e mi chiede:”Sei pronta? Dobbiamo andare”.
Nascondo con un movimento istintivo la fotografia sotto al cuscino, poi mi giro verso di lui e faccio un cenno di assenso con il volto.
La signora Byers ci accompagna a scuola, come ogni giorno da quando sono arrivata, non ero mai andata a scuola prima d’ora, mi piace ma vorrei che il mio vicino di banco fosse qualcun altro.
Attraversiamo i corridoi del liceo e ci dirigiamo in classe. Le lezioni si susseguono una dopo l’altra, all’inizio non riuscivo a seguirle, ora mi sto abituando, anche se a volte ho ancora difficoltà.
Da quando mi sono trasferita non ho più sentito né avuto notizie del mio ragazzo, mi manca tanto e penso a lui continuamente. Mi mancano i suoi abbracci, baci, sorrisi, la sua allegria, dolcezza,... Vorrei averlo qui. Mi chiedo che cosa stia facendo, se anche lui pensa a me, se si starà vedendo con qualcun’altra,…
E’ lacerante la lontananza, dicono che il tempo faccia bene ma ogni giorno il mio cuore viene colpito da un pugnale più forte, perché ci siamo dovuti separare di nuovo?
Inoltre, non posso parlarne con nessuno o meglio non riesco ad aprirmi, solo a Will ho detto qualcosa ogni tanto ma sono ancora abbastanza chiusa su questo argomento.
Penso tanto a Mike ma non ne parlo, perché se lo facessi ammetterei che tutto è reale e che saremo lontani ancora per chissà quanto.
Inoltre è dura ambientarsi nella nuova città, riesco appena a relazionarmi con i miei familiari, con gli estranei mi è impossibile.
Passo le mie giornate a studiare e tra i ricordi. La mia relazione con Mike non è finita, io lo so, so quanto lo amo e so che anche lui prova questo per me, la lontananza non cambierà ciò che c’è tra noi, lo spero.
“Undi”.
Mi risveglio come da un sogno, mi ero avvolta nei pensieri e lasciata trasportare, non mi sono accorta che è suonata la campanella della ricreazione.
“Stai bene?” mi chiede Will.
“Sì”.
“Sicura? Non si direbbe”.
“No”.
“Vieni, cerchiamo un posto più appartato per parlare”.
Lo seguo fino in cortile e, una volta seduti in una panchina della scuola, lui riprende il discorso. Non so se sono pronta ad affrontarlo ma sento che sto per scoppiare a piangere, dunque ho proprio bisogno di qualcuno accanto.
“Anche a me manca tanto” dice.
“Non ci riesco”. La mia voce è già in preda ai singhiozzi.
“A fare cosa?”.
“A stare senza di lui, voglio Mike al mio fianco come te e gli altri, mi manca troppo. Il dolore mi sta lacerando, spesso non riesco a dormire, faccio incubi, penso sempre a lui”.
“Ti capisco, anche a me mancano gli altri ma li rivedremo al ringraziamento”.
“E’ troppo lontano, manca più di un mese”.
“Devi resistere, sei forte Undi, anche tu manchi tanto a Mike, ne sono sicuro, presto vi rivedrete. Nel frattempo sai che io ci sono se vuoi parlare o hai bisogno di aiuto”.
“Grazie Will, sei un vero amico”.
Ci abbracciamo e mi sento leggermente meglio, Will ha ragione, io sono forte e posso affrontare anche questa sfida.
Una volta a casa mi stendo sul letto e guardo il soffitto della stanza, poi il mio sguardo si posa sui mobili ancora nuovi per me. Uno di essi mi ricorda l’armadio di Mike, in cui sono stata chiusa una volta per non essere scoperta da sua mamma, un altro la sua scrivania, in cui spesso ci siamo immersi nei suoi giochi in scatola. Sembrano tempi così lontani.
Noto il wolkie tolkie sul mio comodino, lo predo e analizzo col tatto. Chissà se anche Mike lo sta prendendo. Se avessi ancora i miei poteri andrei a trovarlo nella dimensione in cui lui non può vedermi ma non ho più neanche quelli, è dura sopportare tutti questi cambiamenti in una volta sola. Tutto ciò a cui ero legata mi è stato tolto, non mi sento più io.
E’ strano fare le cose di tutti i giorni senza usare mai i poteri, mi capita ancora di provare a utilizzarli, in me continua a esistere la speranza di poterli riavere.
Continuo a osservare il mio wolkie tolkie, sfioro i suoi contorni con le dita e mi sembra quasi di sentire dei rumori provenienti dall’altra parte dell’apparecchio, impossibile, non c’è campo fino ad Hawkins, sono arrivata ad avere le allucinazioni.

Mike

“Come hai detto che devo metterlo?”.
“Così”.
Dustin prende il mio wolkie tolkie e gli monta il trasmettitore aggiuntivo. Il cuore mi batte a mille, potrei riuscire a contattare Undici, penso di star esplodendo dall’emozione.
La mattinata scolastica è finita, ho ascoltato poco le lezioni, avevo la testa da un’altra parte lo ammetto, ma che ci posso fare?! Sono felice e, dopo tanto tempo, ho speranza.
Siamo nel cortile della scuola, non c’è quasi più nessuno in giro, sono pronto, posso farcela.
“Ecco, è pronto” annuncia Dustin.
“Grazie davvero”.
“Figurati, allora io vado”.
“Aspetta. Ti va di rimanere? Nel caso in cui ci fossero problemi o nel caso in cui funzionasse avrei sicuramente bisogno di qualcuno accanto con cui svuotare le mie emozioni”.
“Certo, mi siedo là, così vi lascio un po’ di privacy”.
“Grazie”.
Lui mi sorride, poi si alza e va a sedere in una panchina a qualche metro da dove mi trovo io.
E’ il mio momento, devo respirare e stare calmo. Non ho nulla da temere. Prendo una boccata di coraggio e poi mi decido a cliccare il pulsante per parlare nel wolkie tolkie.
“Sono Mike, passo” dico.
Nessuna risposta.
“Sono Mike, Undi mi senti?” chiedo.
Nessuna risposta.
Inizio a sentire un dolore al petto, mi sento quasi soffocare, mi manca l’aria, mi manca lei.
Quando sto per farmi prendere dallo sconforto una voce dolce e familiare risveglia il mio animo.
“Mike sei tu?”.
“UNDI!”.
“MIKE!”.
Mi ha risposto!!! Credo sia indescrivibile la gioia che provo in questo momento. Undi, la mia Undi, mi ha risposto, ho sentito nuovamente la sua dolce e delicata voce rivolersi a me!
Posso finalmente dirle quanto mi manca, quanto vorrei essere con lei, quanto la amo…
Sto per parlarle quando vedo arrivare guai.
“Oh no” dico.
“Mike che succede??”.
I bulli della scuola sono ormai vicinissimi a dove mi trovo, stanno venendo verso di me, non promette nulla di buono. Dentro di me cresce improvvisamente ansia, ho paura di quello che potrebbero farmi, anche alle superiori sono stato preso di mira e considerato strano insieme ai miei amici. Solitamente rimango in silenzio, poiché dare attenzioni a queste persone significa aumentare in loro il desiderio di stuzzicarci.
“Mike!” mi chiama Undi.
“Ho sentito bene?” dice uno del gruppo.
“Era la voce di una ragazza!” afferma un altro.
Mi strappano il wolkie tolkie dalle mani e iniziano a passarselo come se fosse un pallone, di questo passo lo romperanno.
“NO!” grido “Ridatemelo!”.
“Ciao bambolina” dice uno ad Undici.
“Mike che succede??” urla Undi preoccupata.
“Lasciala stare!”. Mi sono rivolto in modo abbastanza brusco al bullo che stava parlando con la mia ragazza ma non riuscivo a sopportare il fatto che si rivolgesse a lei in quel modo.
“Okay” ubbidisce lui e dicendo ciò fa cadere per terra la mia ultima speranza di sentire Undici.
“Noo!”.
Mi inginocchio a raccogliere i pezzi con le lacrime agli occhi, loro se ne sono andati, hanno ottenuto ciò che volevano. Il mio cuore è a pezzi, mi sento sprofondare in un abisso molto buio, in cui non vi è alcun lume a confortare la tristezza.
Scoppio a piangere involontariamente. Non sono riuscito nemmeno a salutarla, a dirle quanto mi manca, quanto la amo, a raccontarle com’è senza di lei, avrei voluto ascoltare i suoi racconti sulla sua nuova sistemazione, su come vanno le cose a lei, come si sente,… Resteremo lontani per ancora non so quanto e senza sentirci, è tutta colpa di quegli stupidi e arroganti bulli, non hanno idea di cosa abbiano provocato in me, non una normale ferita, ma una lacerazione e tanta rabbia nei loro confronti.
Non so cosa fare con tutti questi pezzi, il trasmettitore si è rotto, è finita.

MILEVEN~ Lontani per troppo tempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora