Mike
I paesaggi si susseguono lasciandomi un misto di amarezza e tristezza. Solitamente quando si torna da una vacanza si è felici di rivedere la propria casa e si nota maggiormente la bellezza del luogo in cui si vive, ma a me non manca per nulla, so cosa mi aspetta e, anche se può sembrare assurdo, mi sono sentito a casa mentre ero da Undi, nonostante mi trovassi in un’abitazione e in una città nuova. Continuo a guardare dal finestrino le macchine che ci passano accanto, sfrecciano ad una velocità con cui è difficile distinguerle perfettamente, mi ricordano la fugacità dei bei momenti, è proprio vero che il tempo vola quando ci si diverte, altrettanto vero è che sembra infinito quando si è giù o si è annoiati.
La ferita nel mio cuore, che era guarita in questi giorni con la mia ragazza, si sta riaprendo, facendomi prospettare lunghe giornate di dolore.
Perché non sono potuto rimanere lì? Perché è dovuta partire? Non sarebbe dovuta andare così, la vorrei accanto a me ora e sempre, ma non c’è, anche se, comunque andranno le cose, rimarrà sempre presente in una parte del mio cuore.
“Come stai?” mi chiede Nancy vedendomi taciturno e spesso con il viso volto verso il finestrino, intento a osservare i cambiamenti attorno a me.
“Male” rispondo.
“So che è dura, fidati, l’ho sperimentato anch’io”.
“Non so come tu faccia a non essere triste”.
“E chi ti dice che non lo sono?”.
“Continui a fare quello che devi come se niente fosse”.
“Semplicemente soffro in silenzio e cerco di continuare a vivere normalmente”.
“Vorrei avere la tua forza”.
“Tu sei forte Mike”.
Le sue parole mi sono spesso di conforto, è buona, dolce e comprensiva Nancy, parlare con lei mi fa sentire meno peggio.
“Mettiamo un po’ di musica? Ho bisogno di distrarmi” le chiedo.
“Certo” risponde lei.
Inserisce una cassetta con una canzone che ama: Time after time di Cyndi Lauper.
Lying in my bed, I hear the clock tick and think of you
Caught up in circles
Confusion is nothing new
Flashback, warm nights
Almost left behind
Suitcase of memories
Time after
Sometimes you picture me
I'm walking too far ahead
You're calling to me, I can't hear
What you've said
Then you say, "go slow"
And I fall behind
The second hand unwinds“Ne scegliamo una per uno” affermo dopo la sua scelta smielata.
Lei continua a contarla con passione, essendo una tra le sue canzoni preferite.If you're lost you can look and you will find me
Time after time
If you fall, I will catch you, I'll be waiting
Time after time
If you're lost, you can look and you will find me
Time after time
If you fall, I will catch you, I will be waiting
Time after timeDopo qualche minuto è finalmente il mio turno e faccio partire Love of the Common People di Paul Young.
Yes, we're living in
The love of the common people
Smile's from the heart
Of a family man
Daddy's gonna buy you
A dream to cling to
Mama's gonna love you
Just as much as she canContinuiamo ad ascoltare musica per un po’, in alcuni momenti purtroppo le mie orecchie sanguinano per le scelte di mia sorella, ma subito dopo posso rifarmi e mettere su anche qualche pezzo Rock. Fortunatamente porto sempre con me le mie cassette preferite. Il viaggio passa lentamente, all’andata mi era sembrata molta meno strada, forse perché vi era l’adrenalina e l’emozione del momento, ora invece sento pesare su me le quattro infinite ore di viaggio.
Svoltiamo nella via di casa, che conosco ormai fin troppo bene, Nancy parcheggia e, anche se non vorrei, scendo dall’auto. Mi avvicino con cautela alla porta di casa, mia madre potrebbe sbucare fuori da un momento all’altro, magari con una mazza in mano, non sarebbe l’accoglienza che speravo ma potrebbe succedere, chi lo sa.
L’entrata è meno traumatica di come me la immaginavo ma non ci ero andato tanto lontano. Le mani di madre colpiscono prima la guancia di Nancy, poi la mia, sembrano quasi manganellate. Mi massaggio la guancia e la percepisco rossa per la forza dello schiaffo. Ci fissa con sguardo assassino, so di averla combinata grossa ma se potessi tornare indietro nel tempo rifarei le stesse scelte e andrei ugualmente a trovare Undi.
“Siete in guai grossi!” tuona nostra madre.
Noi restiamo muti e abbassiamo lo sguardo, puntandolo sui nostri piedi.
“Come vi siete permessi di fare una cosa del genere?!” continua infuriata lei “Avete un’idea di quanto mi sia preoccupata?!”.
“Ti avevo lasciato una lettera” interviene Nancy.
“Una lettera!” ripete Karen “Avreste dovuto, come minimo, dirmelo!”.
“Non ci avresti lasciati partire” sottolineo io.
“Non spetta a voi decidere cosa fare! Siete ancora troppo piccoli!” ci rimprovera lei.
“E tutto questo per rivedere quella strana ragazza, Undici, non ti fa bene Mike!” continua mia madre, mandandomi su tutte le furie.
“Taci!” grido “Non osare parlare male di Undi!”.
“Non provare a rispondermi un’altra volta! Siete in punizione! Tutti e due!”.
“Che cosa?!” ribatto.
“Rispondimi un’altra volta con quel tono e non vedrai più Undici!”.
“Non puoi impedirmi di vederla! E non ci meritiamo la punizione!” ribatto.
“Ah sì?! Scordatevi di rivedere i Byers al ringraziamento, non andrete da loro un’altra volta!”.
“Questo è troppo! Papà dì qualcosa!” lo supplico.
“Vostra madre ha ragione, avete sbagliato, ma mi sembrano eccessivi questi provvedimenti cara” interviene lui.
“Ma tu da che parte stai?!” si infuria lei.
Non ce la faccio più, ho bisogno di andarmene da qui, salgo le scale e mi chiudo in camera sbattendo la porta. Mia madre se ne accorge e mi minaccia ulteriormente di non lasciarmi uscire per un mese, invece che per due settimane, ma non me importa nulla. Sono distrutto in questo momento, lei ha semplicemente fatto traboccare il vaso già quasi pieno. Non potrò uscire per due settimane… di conseguenza non sentirò Undi… le avevo promesso di chiamarla. Mia madre è davvero ottusa a volte, non capisce che è anche colpa sua se è successo tutto questo, se lei non fosse così severa le avremmo parlato e saremmo potuti partire lasciandola tranquilla. Mio padre ne capisce molto più di lei, purtroppo però è anche lui terrorizzato dalle urla della mamma, perciò sta spesso in silenzio ed assiste muto alle sue scenate, anche se la pensa diversamente.
Mi metto il cuscino sulla faccia per nascondere le lacrime che mi stanno scendendo, ho salutato Undi poche ore fa e già va tutto male.Passo una nottata infernale, dormo poco e quando mi sveglio, oltre alle occhiaie, ho un profondo dolore dentro di me. Nonostante ciò mi alzo e preparo, esco presto di casa, senza fare colazione o essere visto da mia madre, l’ultima cosa che voglio è parlare con lei.
Raggiungo la scuola e aspetto lì che arrivino i miei amici, sono piuttosto in anticipo, sono le 7:38, ma li ho chiamati con il wolkie tolkie avvisandoli di raggiungermi qui.
Stranamente i primi ad arrivare sono Lucas e Max,con i quali inizio a parlare, quando compare anche Dustin, gli comunico che sono stato messo in punizione e che non potrò chiamare Undi, gli racconto anche del viaggio, narrandogli molte cose, soprattutto riguardo alla loro nuova vita e nuova città. Nel frattempo Max e Lucas sono entrati in classe, mentre io e Dustin ci attardiamo per parlare ancora un po’.
“Almeno l’hai rivista” commenta lui.
“Già. Tu sei riuscito a contattare Suzie?”.
“Sì!” gioisce lui “Abbiamo parlato tutti i giorni per un po’ e, ti sembrerà impossibile ma, forse verrà qui!”.
“Che cosa?! Sarebbe magnifico ma come farebbe?”.
“Ieri mi ha presentato ai suoi genitori in chiamata e sua madre, cito testualmente, sembrava entusiasta che ‘sua figlia avesse trovato un filarino’, suo padre è rimasto impassibile, non so cosa aspettarmi. In ogni caso, la madre ha insisto affinché mi potesse conoscere di persona e ovviamente Suzie le ha detto che lei avrebbe molto gradito fare un viaggio qui a Hawkins, alla fine anche suo padre ha acconsentito. Non so come andrà a finire questa storia, oggi parlerò nuovamente con Suzie, poi ti farò sapere”.
“Sarebbe bello conoscerla, sembra una ragazza davvero in gamba”.
“Lo è, spero vivamente che venga a trovarmi”.
“In che periodo verrebbe secondo te?”.
“Non saprei, forse nelle vacanze di Natale”.
“Ottimo”.
Entriamo in classe e seguiamo le noiosissime lezioni, che si susseguono una dopo l’altra portandosi via i numerosi sbadigli degli studenti stanchi e distratti.
Una volta fuori da scuola vorrei fermarmi e restare un altro po’ con i miei amici ma sono in punizione, dunque devo scappare a casa se non voglio che le due settimane diventino quattro. Mi sale un misto di nervoso e frustrazione ma sono costretto a reprimerlo come faccio spesso, non posso farci nulla.
Torno a casa e mi chiudo in camera, limitandomi a salutare mio padre e mia sorella, che incrocio sulle scale, si sta portando qualcosa da mangiare in camera, anche lei è segregata qui dentro, improvvisamente questa casa mi appare come una prigione, l’unica differenza è che io non sono un criminale, ma questo mia madre non vuole proprio capirlo.
Guardo la mia stanza, l’armadio, il letto, la finestra, le pareti, la scrivania, il mio sguardo si sofferma su ciò che ci trova sopra: fogli di carta e penna. Li prendo e inizio a scrivere come se le parole uscissero da me in maniera innata e naturale.Cara Undi,
Ci siamo salutati solo ieri, eppure già mi manchi. Qualcuno mi definirebbe pazzo, io userei l’aggettivo addolorato. Il dolore ti fa fare cose poco sensate a volte, ti spinge oltre i tuoi limiti, perché sente di dover essere curato in qualche modo, ad esempio io sono partito come un folle senza dire nulla a nessuno e ti ho raggiunta… La cosa migliore che potessi fare.
Mia madre però non la vede esattamente così, mi ha messo in punizione per due settimane, posso uscire solo per andare a scuola, dunque non riuscirò a chiamarti a meno che non fugga di nascosto (cosa che potrebbe succedere).
Oggi ho rivisto Dustin e gli altri del gruppo, ti salutano tutti, ci manchi tanto, a me in particolare. A proposito di Dustin, ho una novità! Suzie dovrebbe venire a trovarlo a Natale, dovreste raggiungerci ad Hawkins, così la conosceremo.
Purtroppo mia madre mi ha impedito di tornare da te per il ringraziamento, spero cambi idea, altrimenti verrò di nascosto come questa volta, oppure potresti venire tu qui, ti ospiterei io ovviamente. Magari parlane con Joyce. Non vedo l’ora di rivederti.
Spero che per te le cose vadano meglio, fammi avere tue notizie se ti va, aspetto una tua lettera.
Tuo Mike Wheeler
A prestoP.S. Ho allegato una foto nella busta, guardala quando ti manco.
Esco da camera mia diretto a quella di Nancy, non devo neanche bussare che è uscita pure lei, ottimo.
“Nancy ho un favore da chiederti” annuncio.
Lei ha dei piatti in mano, immagino stesse scendendo in cucina, ma io l’ho fermata in corridoio.
“Dimmi”.
“Potresti inviare anche la mia lettera quando porti alla poste quella per Jonathan?”.
“Non posso uscire, te lo ricordi?”.
“Ma le poste sono vicino alla tua scuola! Potresti farci un salto al volo!” insisto.
“E va bene” acconsente lei prendendo la lettera che le faccio scivolare in mano.
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MILEVEN~ Lontani per troppo tempo
Fiksi PenggemarDa quando si sono separati alla fine dell'estate, Mike è precipitato in un vortice di sofferenza e delusioni, Undici si è chiusa in sé stessa, hanno quasi perso le speranze. La lontananza è più difficile di quello che speravano. Riusciranno ad uscir...