Capitolo 20

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Mike

“Sì mamma abbiamo tutto”.
“Sicuri? Non è che volete qualche panino in più?”.
“No grazie, siamo pronti”.
Dopo qualche altra raccomandazione mia madre lascia uscire me e la mia ragazza. Abbiamo due zaini in spalla e siamo diretti a casa di Dustin, lo stiamo andando a prendere per partire con lui per un’avventura in un parco divertimenti qui vicino, non vedo l’ora!
Per raggiungere casa di Dustin prendiamo la bici. Salgo e faccio posto a Undi dietro di me. Qualche settimana fa mi ero ripromesso che un giorno ci sarebbe salita di nuovo ed è finalmente arrivato il momento, tutta la tristezza e nostalgia provata qualche tempo fa viene spazzata via e sostituita da un’emozione crescente quando la mia ragazza abbraccia la mia vita con una presa dolce e delicata.
“Pronta?” le chiedo.
“Pronta” risponde lei.
Partiamo e giungiamo a casa di Dustin in pochi minuti di pedalate. Il garage è aperto e vuoto, così parcheggio lì la mia bici. Suoniamo il campanello entusiasti della giornata che ci aspetta ma appena Dustin ci apre le nostre espressioni facciali mutano in relazione alla sua.
“Ma che hai?” gli domando scocciato e preoccupato.
Entriamo, lui chiude la porta in silenzio e si dirige in sala. Si siede sul divano e prende il volto tra le mani, sembra disperato. Non riesco a capire che cosa stia succedendo e mi sto preoccupando, non ho mai visto Dustin in questo stato, abbiamo affrontato numerose situazioni difficili ma non l’ho mai visto tanto abbattuto e ansioso.
Mi siedo accanto a lui e gli tocco la spalla per fargli capire che sono qui per dargli conforto, però deve spiegarmi che cosa stia accadendo, altrimenti non posso aiutarlo.
“Mia madre” inizia lui “E’ partita”.
“Come sarebbe a dire è partita?!”.
“Mi ha lasciato questo”.
Mi passa un biglietto.

Amore mio,
mi dispiace dirtelo così e mi spiace lasciarti ma devo partire per un viaggio di lavoro oggi stesso.
Non volevo svegliarti, sono partita verso le cinque di mattina. Non potevo fare altrimenti, mi avrebbero licenziata se non fossi andata.
Tornerò il prima possibile, non dovrei stare via più di un mese.
Prenditi cura della casa, ti ho lasciato delle cose in cucina.
Già mi manchi, ti voglio tanto bene.
La mamma

Sono allibito, non ho davvero parole per descrivere quanto è appena accaduto, sua madre lo ha lasciato solo a casa… e per un mese! Non me lo sarei mai aspettato da sua madre, così apprensiva e protettiva verso suo figlio, deve esserci qualcosa di più, deve essere successo qualcosa di grosso, altrimenti non lo avrebbe mai fatto, non sarebbe partita.
“Mi dispiace tanto” dico a Dustin abbracciandolo.
Passo il biglietto a Undici, la quale lo legge con altrettanto sgomento.
“Un mese?!” commenta lei.
Dustin si fa sfuggire qualche lacrima e io gli passo un fazzoletto per asciugarle, gli farà bene sfogarsi un po’.
“Non so come fare” dice lui singhiozzando, essendosi ormai abbandonato al pianto.
Penso un attimo a come potrei aiutarlo, una soluzione ci sarebbe e non sarebbe affatto male. Si sentirebbe sicuramente meno giù e starebbe molto più tranquillo, piuttosto che rimanere qui da solo.
“Vieni a stare da me finché non torna” propongo.
“Non potrei mai crearti un simile peso”.
“Ma quale peso! Per me è solo un piacere ospitarti”.
Sarebbe fantastico passare molto più tempo con Dustin, è uno dei miei migliori amici, mi ci trovo benissimo.
“Dovresti sentire prima con i tuoi genitori Mike”.
“Capiranno perfettamente la situazione, ti conoscono da quando eri piccolo. Vai a prendere le tue cose, andiamo subito a dirglielo”.
“Grazie davvero Mike, sei un amico”.
“Figurati” rispondo abbracciandolo.
“Mi dispiace tanto Dustin” dice Undici.
“Tranquilla” risponde lui prima di recarsi in camera.
Undi è colei che può capire meglio la sua situazione, lei non ha conosciuto sua madre per tanti anni e ha vissuto quasi sempre senza genitori, per cui è abituata ai sentimenti che può provare Dustin in questo momento.
Mentre aspettiamo che Dustin si prepari, ci guardiamo intorno e io continuo a ragionare sulla lettera che gli ha scritto la madre, deve esserci qualcosa di più, vorrei indagare e chiedere al mio amico se ha notato qualcosa di sospetto negli ultimi tempi, magari quando la madre rientrava dal lavoro, ma al momento è meglio evitare il discorso, è sconvolto e l’unica cosa che può farlo stare meglio è distrarsi.
Perciò rimango muto su questo argomento e cerco di parlare d’altro.
Quando ci raggiunge partiamo con le bici, io con Undi e lui con la sua e ci rechiamo a casa mia, nella quale incontriamo subito mia madre e approfittiamo per raccontarle tutto.
“Dustin mi dispiace tanto, certo che puoi fermarti da noi, resta quanto vuoi”.
“Grazie mille Karen”.
“Puoi appoggiare lo zaino in camera mia” dico.
Una volta lì gli chiedo di aspettare un momento e busso alla stanza di mia sorella, la quale mi apre dopo poco e domanda il motivo della mia visita.
“Undi può dormire da te?” le chiedo.
“Certo ma è successo qualcosa? Va tutto bene tra di voi?”.
“Sì sì. Non posso più farla dormire in camera mia perché ora c’è anche Dustin”.
“Dustin?”.
“Sì, sua madre è partita e lo ha lasciato solo a casa”.
“Poverino, mi spiace tanto”.
Non mi pareva il caso di farlo dormire in camera di Nancy, lasciando Undi nella mia, è molto meglio l’attuale sistemazione degli ospiti e delle camere.
“Dì pure a Undi che sono solo felice di ospitarla” aggiunge lei.
“Perfetto”.
Torno in camera mia, nella quale trovo Dustin e la mia ragazza intenti a parlare di qualcosa, sembra che Undici lo stia distraendo dal dolore che lo affligge, ottimo. Meno ci pensa, meglio starà, posso immaginare quanto si senta giù, non mi sono mai trovato nella sua esatta situazione ma ho sofferto anch’io ultimamente, se pur per motivi differenti.
Undi sta raccogliendo le sue cose, probabilmente ha già intuito da sola che deve trasferirsi in un altra stanza, è sorridente, come sempre, mi chiedo come faccia a non perdere mai la gioia che abita il suo cuore, è come se, anche quando le cose vanno male, in lei viva sempre un’accesa speranza di un miglioramento, non si lascia mai scoraggiare e questa è una dote che ammiro tanto.
“Nancy ha detto che puoi stare da lei” le comunico.
“Fantastico” dice lei portando le sue cose nella stanza accanto alla mia.
Rimango solo con Dustin e ne approfitto per fargli sistemare alcuni vestiti nell’armadio e i libri in una parte di scrivania.
“Non so davvero come ringraziarti Mike”.
“Ma figurati, gli amici servono a questo”.
Passiamo un bel pomeriggio tutti insieme, io, lui, Undi e Nancy, dedicandoci alla preparazione di dolci e torte per una raccolta fondi organizzata dalla scuola di Nancy. Tra risate, schizzi di impasti, assaggi di bocconi squisiti e mescolate di ingredienti, riusciamo a preparate dei biscotti al cioccolato, una torta alle mele e dei muffin.
“Ottimo lavoro” commenta mia sorella una volta infornata l’ultima teglia di biscotti.
“Non resta che pulire ciotole e piatti” prosegue.
Ne prendo uno e noto che è rimasta una piccola quantità di impasto nei bordi, così la assaggio e gusto, è una delizia. Undi mi vede e si avvicina per prenderne un po’, scherzo sollevando la ciotola a un altezza in cui non può prenderla. Lei si mette in punta di piedi e agita le mani ma senza alcun risultato, per poi sbilanciarsi e finire abbracciata a me. Le do un bacio stampo e le passo il recipiente, lei prende dell’impasto con le dita ma, invece di mangiarlo lo appoggia sul mio naso.
“Questa me la paghi” dico stando al gioco.
Lei inizia a scappare da me e mi tocca rincorrerla per tutta la sala prima di prenderla per la vita e attirarla nuovamente a me.
“Dove fuggi?” le chiedo.
Lei avvicina il suo viso al mio e chiudo gli occhi per baciarla ma subito dopo la sento scivolare via dalle mie braccia. Non posso crederci! Ci sono cascato come un pollo!
Riprendo a rincorrerla e ci divertiamo come matti per tutto il resto del pomeriggio.
La sera ci sediamo in sala e guardiamo un film in TV, è una commedia per famiglie, perciò riesce a mettere d’accordo tutti per quanto riguarda il genere. Io apprezzo molto anche gli horror ma Undici li detesta e anche mia madre non ne va pazza, loro preferiscono le commedie o al massimo i film d’azione agli horror.
Finito il film ci stiracchiamo e prepariamo per andare a dormire. Mi sto lavando i denti quando sento Dustin gridare qualcosa, non capisco di cosa si tratti per via del rumore dell’acqua che scorre, mi sciacquo velocemente la bocca e lo raggiunto, preoccupato che sia accaduto qualcosa.
“Mike guarda!” dice lui appena mi vede entrare in camera.
“Che succede?!”.
“Guarda!”.
Mi affaccio dalla finestra e vedo al volo una miriade di stelle cadenti passare sopra di noi, il cielo è limpidissimo, avvenimento che non si registra spesso in questo periodo.
Chiamiamo anche gli altri e scendiamo in cortile ad ammirare questo fenomeno, non avevo mai visto nulla di simile, è splendido. Le comete si susseguono nella notte stellata. Guardo la mia ragazza e sorridiamo insieme, la abbraccio e stringo a me.
Fa davvero freddo, alcuni si avviano verso la porta di casa ma, prima di rientrare, esprimo un desiderio.
“E’ stato incredibile” commento l’accaduto.
“Già!” si aggiunge Undici.
“Domani ne parleranno sicuramente tutti” dice Nancy.
“E’ un avvenimento fuori dalla norma! Non lo credevo nemmeno possibile” afferma mia madre.
Dopo qualche altra conversazione riguardante gli astri, Karen ricorda a tutti che è ora di andare a dormire, effettivamente sono le 23:32 e abbiamo tutti abbastanza sonno, così ci rechiamo ognuno nelle proprie stanze e in breve tempo tutte le luci che illuminavano la casa si spengono. 
Con esse non spariscono però le voci, le quali continuano a farsi sentire, tramite sussurri o esclamazioni fatte sottovoce, producendo molteplici chiacchiere.
Provo a prendere sonno, mi giro e rigiro tra le coperte ma non ci riesco. Continuo a pensare a tutto quello che è accaduto ultimamente, da quando Undici ha bussato alla porta di casa mia a quando la madre del mio amico è scomparsa lasciando solo il figlio.
Ne sono successe così tante… Forse Hawkins non è una città tranquillissima ma è casa, per ognuno di noi significa tanto questa città, nonostante le molteplici sfide che abbiamo affrontato in essa. Chi può sapere cosa ci aspetta nel domani, magari ne avremo altre.
Per il momento mi accontento di sapere che sia io che la mia famiglia e i miei amici stiamo bene e siamo insieme.

MILEVEN~ Lontani per troppo tempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora