Hogsmeade

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«ma perché ti ho dato ascolto?» domandò Cherilyn, fissando la pagina del libro che aveva davanti «non ci capisco nulla»
«pensavo che ti avrebbe fatto piacere scoprire qualcosa di nuovo sui babbani» dichiarò Isabella, sorridendo
«ma io pensavo che avremmo parlato della musica babbana oppure di quei cosi che tu chiami firms»
«film» la corresse l'amica
«eh si quelli» borbottò confusa «che diamine sono queste spine?» la mora si grattava la testa «sono le stesse spine delle rose?»

«Ehm ehm» tossì qualcuno alle sue spalle «signorina Farley, dovresti ascoltare la lezione per poter capire»
«mi scusi professore» rispose la mora, fissando l'uomo calvo, che si torturava le mani timidamente.
«come stavo dicendo» riprese il professore «i babbani usano le spine per incanalare l'elettricità» la voce dell'uomo era bassa e impacciata, a stento percepibile e ciò rendeva la lezione ancora più complessa

«non dico che tutti i professori devono essere burberi come Piton» borbottò Isabella «ma nemmeno troppo gentili come Raptor, nessuno gli presta la dovuta attenzione»
Cherilyn fissò il professore Raptor che continuava a parlare, senza che nessuno lo ascoltasse. Alcuni Tassorosso stavano facendo volare una graziosa farfalla di carta e tutta l'aula la guardava con ammirazione, ignorando completamente la lezione di Babbanologia
«be' più tardi mi spiegherai queste maledette spine»
«guarda che il fatto che io sia nata babbana, non implica che io sappia queste cose» rispose l'amica seccata
«ma almeno se leggi questi nomi tu sai cosa significano...» allargò i suoi occhi neri «questo aiuta no?»
L'amica rinunciò nel ribattere «va bene, studieremo insieme»
«grazie grazie grazie» esclamò, riempiendola di baci sulle guance

«è un problema se mi unisco a voi?» domandò qualcuno alle loro spalle, spaventandole «anch'io non ho capito molto sulla lezione»
Cherilyn posò lo sguardo sul rosso «Weasley tu non eri qua... Quando sei arrivato?»
«Farley, dovresti imparare a guardarti intorno» rispose il ragazzo, con tono irritato «allora Isabella, aiuterai anche me?»
«certo Bill» rispose la ragazza gentilmente «stasera alle sei in biblioteca»
«ma io ho gli allenamenti a quell'ora» obiettò Cherilyn furiosa
«credi che non lo sappia?» bisbigliò Isabella «infatti, l'ho fatto per te stupida, per non farti studiare insieme a Bill»
Lei abbracciò l'amica con forza «io e te studieremo dopo gli allenamenti»
Quella ragazza era eccezionale, e lei non poteva fare altro che adorarla.

Cherilyn aveva messo di nuovo a soqquadro la sua stanza, non trovava i suoi guanti e a breve sarebbe iniziato l'allenamento.
«Cherry muoviti o faremo tardi» disse Gladys seccata
«tu inizia ad andare» rispose la mora, lanciando in aria una maglietta «io vengo subito, devo fare una cosa» scavalcò un mucchio di vestiti a terra ed uscì di corsa dal dormitorio.
Scese le scale, fino al terzo piano ed entrò in biblioteca.

In un lungo tavolo, infondo alla stanza, un gruppo di studenti studiava silenziosamente.
«Al» esclamò la ragazza, attirando l'attenzione del moro «sai dove sono i miei guanti?» il fratello la fissava confuso
«Al, ho l'allenamento tra dieci minuti» borbottò Cherilyn «ho bisogno dei guanti»
«e perché io dovrei sapere dove sono i tuoi guanti» domandò il ragazzo «chissà dove li avrai persi»
«è impossibile» biascicò la mora in risposta «non è che per sbaglio sono capitati nel tuo baule?»
Alexander sembrava estremamente infastidito dalla sorella minore «Liny, non ho io i tuoi guanti» sbuffò rumoroso «ora lasciami studiare, ho tante cose da fare, a differenza tua»

Era sempre così con suo fratello, si ostinava a non ascoltarla
«cosa ti costa andare a controllare?» sputò fuori nervosa, battendo un pugno sul tavolo di legno che divideva i due
«signorina faccia silenzio» la richiamò la bibliotecaria, Madame Pince.
Lei si voltò ad osservare la donna per un attimo, poi rivolse nuovamente lo sguardo verso il fratello
«Al, ti prego... Ne ho bisogno»
Il moro stava perdendo la pazienza, lo notava dall'impercettibile tremore delle mani «Cherilyn non ho i tuoi maledetti guanti» borbottò il più silenziosamente possibile «ne sono certo»
Gli amici Serpeverde del fratello ridacchiavano divertiti, erano una banda di immaturi
«li avrai lasciati a casa, sei la solita sbadata»
«ma perché non vai a controllare?» continuò imperterrita la mora «come fai ad esserne certo?» aveva proprio bisogno di quei guanti e lui non lo capiva

Cherry BombDove le storie prendono vita. Scoprilo ora