Tensioni

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Nell'aula di Trasfigurazione c'era estremo silenzio, la professoressa McGranitt girava tra i banchi con aria severa.
Cherilyn accarezzava gentilmente il piccolo topino bianco poggiato sul suo banco, doveva tranquillizzarlo prima di lanciare l'incantesimo.
Gli occhietti rossi del topo saettavano rapidi e i lunghi baffi vibravano, al contatto con le dita della ragazza.
La mora sorrideva, quel topino aveva un musino così dolce.
Impugnò la bacchetta, pronta a lanciare l'incantesimo tanto studiato
«Feraverto» e il topino candido scomparve, al suo posto apparve una tabacchiera di argento lucente.
«ottimo lavoro, signorina Farley» dichiarò la professoressa McGranitt fiera «cinque punti a grifindoro»
I Serpeverde, che sedevano nell'altro lato dell'aula, protestarono con veemenza.
La mora in tutta risposta fece una smorfia, facendo innervosire ancora di più il gruppetto verde e argento.

Ed in men che non si dica ci fu il caos...

l'incantesimo di Isabella non era venuto alla perfezione, come quello di Cherilyn, quindi la sua tabacchiera, oltre ad avere il pelo, aveva zampe e coda.
Il topo\tabacchiera non riusciva a stare fermo, quindi balzò in aria, finendo sulla testa di una ragazza Serpeverde
«I GRIFONDORO CI ATTACCANO» urlò la ragazza, incitando i suoi compagni.
Le serpi scattarono in piedi, puntando le bacchette contro i grifoni.
Ovviamente i ragazzi vestiti di rosso e oro non si tirarono indietro.

Quella classe sembrava un girone infernale, scintille azzurre volavano sopra le teste dei ragazzi, insieme a tabacchiere e poveri topini.
Ognuno si batteva per difendere la sua casa
«Tarantallegra» pronunciò la mora, puntando la bacchetta contro ad un paffuto ragazzo Serpeverde. Le gambe del ragazzo iniziarono a muoversi incontrollate, riempiendo di orgoglio Cherilyn

«BASTA»

Tutti si fermarono, la McGranitt fissava i suoi studenti, gli occhi della donna bruciavano di rabbia, da dietro la squadrata montatura degli occhiali.
«avete superato il limite» ringhiò furiosa «sessanta punti in meno a Serpeverde e sessanta punti in meno a Grifondoro»
Un coro di dissenso si levò nell'aula, ma la donna strinse la mascella, rendendo la sua espressione ancora più spaventosa.
Cherilyn tremava sul posto, questa volta l'avevano fatta grossa.
Il suono della campanella interruppe la ramanzina della donna
«Voglio un tema di quindici pagine sull'incantesimo Feraverto» dichiarò la professoressa «per domani mattina»
Nessuno osò fiatare, uscirono in ordine dall'aula senza incrociare lo sguardo con la donna.

Tra Grifondoro e Serpeverde c'era sempre stato dell'astio, ma ciò nonostante erano costretti a dividere numerose lezioni, e molto spesso si finiva in litigate immotivate, ma di solito evitavano di battibeccare durante le lezioni, con i professori presenti, ma quella volta non fu così. E far arrabbiare una professoressa severa come la McGranitt non era di certo una scelta saggia, erano stati fin troppo fortunati.

«non ci voleva proprio questa punizione» borbottò una voce fastidiosa alle loro spalle
«Bill da dove sei sbucato?» domandò Robert, portandosi una mano al petto per lo spavento
«sono sempre stato qui» ammise il ragazzo «ero seduto dietro di te»
Robert continuava a fissare il rosso sconcertato
«non era seduto dietro a Robert» bisbigliò Isabella tra se e se «è apparso all'improvviso»

Cherilyn fissò il ragazzo dai capelli rossi, che si grattava la nuca nervosamente.
Era da un po' che il rosso si comportava in modo bizzarro...
Lei era convinta che stesse combinando qualcosa, ma ovviamente non ne aveva parlato ancora con nessuno, non poteva accusare qualcuno senza un minimo di prove.
E poi non voleva avere nulla a che fare con quel Weasley e non poteva di certo perdere tempo a pensare cosa stesse combinando quel matto.

«andiamo» dichiarò Isabella, destandola dai suoi pensieri. La prese per mano ed iniziò a trascinarla, uscirono fuori nel cortile della scuola.
Il vento autunnale smuoveva le foglie, facendo rabbrividire Cherilyn, che aveva dimenticato il mantello della divisa all'interno. «cos'è tutta questa fretta?» domandò la mora, trovava il comportamento dell'amica molto strano. Ma Isabella non rispose e la condusse fino al solito vecchio albero, dal tronco nodoso e curvo, e la fece sedere sul prato sotto di esso.
Quello era il posto di Isabella, ogni volta che doveva pensare o dire una cosa importante, si sedeva sotto quell'albero.
«Cherry devo dirti una cosa» ammise la ragazza facendo saettare gli occhi ambra da una parte all'altra del cortile «mi hanno invitato ad un appuntamento»
La mora stava per esultare, ma l'amica non aveva un espressione felice
«è tanto brutto?» domandò senza alcun filtro
Isabella la guardò scioccata, non riusciva a parlare dall'imbarazzo
«lo prendo per un si, allora»
«non è brutto» tentò di spiegare Isabella «è che a me non piace» e si strinse tra le sue ginocchia.

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