La spilla

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Carissima Cherilyn, ho pensato a lungo a quelle parole che mi hai detto alla stazione, e sinceramente non ho capito il tuo comportamento...

Probabilmente è solo colpa mia, probabilmente mi sono espresso male, oppure è probabile che la mia confessione ti abbia spaventato, ma proprio non riesco a darmi una risposta sensata. Mi hai lasciato lì e sei scappata via terrorizzata, facendomi sentire così sbagliato e in difetto.
Non ero pronto a questa tua reazione, credevo che tra di noi ormai si fosse creato un legame sincero, credevo di piacerti, credevo di essere in qualche modo ricambiato... E invece tu mi hai lasciato lì, senza darmi alcuna spiegazione.

Cherilyn io non so cosa pensare... Ovviamente la tua risposta mi ha spiazzato, non ne ho capito il senso e il fatto che tu sia fuggita via da me mi ha veramente destabilizzato. Scappare non è una scelta matura ed io ho bisogno di un minimo di maturità da parte tua, ho bisogno che tu mi dica quello che pensi, devi smetterla di fare così, non puoi continuare a fuggire ogni volta che la situazione diventa un minimo comolocata. Ho bisogno che tu sia sincera nei miei confronti, voglio sapere e capire quello che c'è tra di noi, anche a costo di soffrire e di rimanerci male... Ho bisogno che tu mi dica tutta la verità.

Non sai quante volte ho riscritto questa lettera... Non sai quante volte ho pensato se fosse saggio scriverti... Ma alla fine ho ceduto, non potevo attendere oltre. Ho capito che  passare l'estate a rimuginare su questo fatto, senza reagire, non è da me. Quindi mi sono fatto coraggio e ti ho scritto e spero che tu abbia la decenza di rispondermi

Per sempre e solo tuo Isaac Young


Cherilyn osservava quel pezzo di pergamena, ormai stropicciato, con attenzione, continuando a rigirarselo freneticamente tra le mani
«ancora che leggi quella stupida lettera?» domandò il ragazzo dai capelli ricci, soffermandosi sulla porta della stanza della mora «per Merlino! è da settimane che stai con quella stupida cosa in mano... Riprenditi dannazione» la ragazza alzò la testa, fissando il fratello con rabbia «almeno gli hai risposto?» chiese lui, con fare curioso
«ovvio che gli ho risposto» borbottò, indispettita dalle insinuazioni del moro
«e lui ti ha riscritto?» domandò il ragazzo, mostrando un ghigno divertito «oppure sei riuscita a fare la cogliona pure per lettera?» Cherry proprio non sopportava la fastidiosa curiosità del fratello, soprattuto perché il ragazzo stava toccando un tasto davvero dolente per lei. Era da settimane che non faceva altro che pensare ad Isaac e a quanto stesse male per lei «non mi ha ancora risposto» sbottò irritata «e ora esci fuori di qui» ed indicò la porta con mano tremante

Ma Alexander non le diede ascolto, entrò nella stanza e si piazzò davanti a lei
«certo che sei proprio stupida Lyni» dichiarò, trattenendo a stento una risata «come ti è saltato in mente di rispondergli grazie?» la ragazza spalancò gli occhi stupita «quale persona sana di mente risponde ad un ti amo con un grazie?» chiese, scoppiandole a ridere in faccia «quasi mi dispiace per Young» e le diede una leggera pacca sulla guancia

Cherry ribolliva di rabbia, odiava sentirsi dire che era una stupida
«come fai a sapere quello che è successo?» ringhiò nervosa, fulminando il riccio con lo sguardo «come fai a sapere del grazie?»
Alexander roteò gli occhi azzurri, esasperato dalle noiose domande della sorella «me lo chiedi pure?» chiese seccato «è da settimane che borbotti a voce alta per la casa» confessò, alzando le spalle «ho le orecchie anch'io, sai?»
Cherilyn aggrottò la fronte, assottigliando con rabbia gli occhi neri. Alex origliava le sue conversazioni e questo le faceva saltare i nervi
«è inutile che fai quella faccia» dichiarò il ragazzo «se vuoi tenere privata la tua vita, smettila di parlare da sola a voce alta» lei arricciò il naso, voleva prendere la bacchetta e lanciargli una di quelle fatture difficili da dimenticare, ma per colpa della legge magica che vietava l'uso della magia per i minorenni fuori da Hogwarts, non poteva fare altro che osservarlo con rabbia
«credimi non è divertente sentire le tue stupide lamentele» ammise il riccio, anche se la sua faccia sembrava tutto fuorché annoiata «i tuoi drammi sono così stupidi e senza senso»

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