Capitolo 9

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Faccio scorrere una mano tra i suoi morbidi capelli ricambiando il bacio. Sento il suo corpo contro il mio facendomi impazzire sotto di lui, le sue labbra che cercano bramose le mie.


Dopo un bacio pieno di passione mi allontano per recuperare il fiato.

«Wow...» mormoro respirando affannosamente.

Katsuki non si ferma, allenta di poco il mio choker abbassandolo ed avvicina lentamente le sue labbra al suo collo.
"Oh cazzo... non vorrà farmi un succhiotto?"
Come percepisco le sue labbra sulla pelle sensibile del mio collo perdo ogni controllo ed inizio ad ansimare.

«Sembra che qualcuno sia sensibile qui...» sussurra contro la mia pelle.

Non riesco a replicare e l'unica cosa che mi viene da fare è mordermi il labbro cercando di soffocare i miei ansimi.

«Voglio sentirti, piccola

Nel sentire quel nomignolo mi sento completamente inerme ed un peperone fuso con un pomodoro sarebbe meno rosso di me.
Mi lascio completamente andare continuando ad accarezzargli i capelli, chiudo gli occhi mandando indietro il viso permettendo a Katsuki di proseguire i suoi baci sul collo.

«Kacchan...» ansimo.
«Mh-mh?»
«Ci verranno a cercare...»
«Goditi il momento...»

"Goditi il momento Yukiko... almeno una volta che puoi fallo."
Il mio cervello non collabora. Mente e cuore sono completamente sotto il suo controllo.


Katsuki's pov!


Mordicchio e succhio un lembo di pelle fino a formare un succhiotto. Mugola.

Mi sento come se fossimo in un nostro universo.
"Non c'è un motivo preciso per il quale sto facendo quello che sto facendo. Sentivo il bisogno di farlo e, a quanto pare, a lei non dispiace. Sono quasi tentato di andare oltre."


Passo la lingua sui succhiotti formati, mordicchio altri piccoli lembi di pelle ma una voce ci fa tornare alla realtà.

«KATSUKI! YUKIKO! DOVE SIETE?!»

"Merda."

Sono Eijiro e Ochako che ci sono venuti a cercare.
Ci fermiamo immediatamente guardandoci come se fossimo in guai seri. La aiuto a sistemarsi il choker per cercare di nascondere i segni del mio passaggio, vediamo i nostri compagni da lontano così usciamo dal vicolo e prendiamo una bibita nel bar di fianco e li raggiungiamo.

«KACCHAN? YUKIKO?»

Ci avviciniamo a loro da dietro fingendo naturalezza.

«Che avete da urlare, sfigati? Non ci siete solo voi qui.»
Esordisco facendoli sobbalzare e voltare verso di me.
«Eccovi! Ci avete fatto preoccupare, ma dove eravate finiti?»
«Non lo vedi da te, Kirishima?» mostro la lattina di Coca-Cola. «Avevo sete e mi sono trascinato dietro Yukiko.»
«E perché?»
«Non volevo andarci da solo.» scrollo le spalle.
Eijiro sospira insieme ad Ochako.
"Fortunatamente se la sono bevuta."
«Dai, venite con noi.» Ochako prende Yukiko per mano. «Non abbiamo ancora ordinato per poter mangiare tutti insieme.»

Entriamo al fast food e ci comportiamo come se nulla fosse; fortunatamente nessuno ha notato i succhiotti grazie al choker e le mie labbra gonfie. Le opzioni sono due: sono cechi o fanno finta di non vederci. Anzi, meglio così, meno domande fanno e meglio è. Poso ogni tanto lo sguardo su Yukiko e la vedo un po' assente.

«Ehi nanetta, tutto bene?»
Per poco Eijiro non si strozza mangiando il panino.
«Nanetta?! Così la chiami?»
«Embè? È più bassa di me, come la devo chiamare?»
«A 'sto punto chiamala "nana da giardino" e fai prima.» replica ironico.
«Va bene.» scrollo le spalle. «Ehi nana da giardino, tutto bene?»
«Ehi! Scherzavo!»
"Non so perché ma le attenzioni di Kirishima verso Yukiko mi stanno dando fastidio."
«Perché tu come la chiameresti?»
«Non lo so... le darei un nomignolo un po' più gentile...»
«Tipo?»
«"Cucciola", "piccola" o qualcosa del genere.»
Guardo Yukiko e vedo che arrossisce. Strigno i pugni.
«Aww! Kirishima è innamorato!» esclama Mina.
«No, no, no, no!» ridacchia. «Non è assolutamente vero, avete frainteso!»
«Guardati, sei tutto rosso!»
«Invece no!» cerca di nascondere l'imbarazzo. «Un vero uomo non arrossisce mai.»
«E non piange.» aggiunge Denki.
«Secondo me non è vero.» mormora Yukiko attirando l'attenzione mia, di Eijiro e di Denki. «Secondo me un vero uomo è in grado di esternare i propri sentimenti senza doversi sentire meno "uomo" degli altri. Almeno secondo il mio modesto parere.»
«Anche secondo me.» annuisce Ochako. «È okay che un eroe o un tuo potenziale fidanzato o addirittura marito voglia mostrarsi forte di fronte a te per non farti preoccupare e farti sentire al sicuro ma, è anche giusto che mostri i suoi sentimenti; se è triste, preoccupato o inquieto è giusto che lo mostri.»
«Gli eroi non devono mostrare emozioni negative o le persone non si sentono protette.» replico.
«Gli eroi sono esseri umani anche loro, se continuano a nascondere le emozioni negative è come se mentissero al popolo e finiranno per esplodere.»
«Per favore! Ma ti senti? Gli eroi hanno un codice d'onore da rispettare, se si mostrano deboli nessuno li prenderebbe più sul serio.»
«Che ne sai? Magari è proprio quando si mostrano deboli che il popolo crede più in loro.»
Alzo gli occhi al cielo.
«Io mi arrendo.» borbotto riprendendo a mangiare.
«Tu che pensi Yukiko? Pensi che il mio ragionamento sia sbagliato?»
«Non del tutto... quello che voglio dire è che, secondo me, è proprio quando un eroe cade che può dimostrare la sua vera forza e non solo con le botte.»

Dopo aver concluso l'argomento ed aver finito di mangiare, ci dirigiamo tutti verso il dormitorio.

«Quando verrai al dormitorio con noi?» domando a Yukiko.
«Perché?»
«Tutte le classe della U.A. hanno un dormitorio proprio e tu sei l'unica che manca.»
«Oh...»
«Se è per la stanza non ti devi preoccupare, sono arrivati gli operai e sono riusciti a crearla in poco tempo.» mi stringo nelle spalle. «Devi solo preparare la valigia e venire.»
«È... è un argomento delicato...»
«È perché non vuoi lasciare tuo padre da solo?»
«Una specie...»
Annuisco solamente.
«Ah, un'ultima cosa.»
«Dimmi Kacchan.»
La tengo il polso e rallento i passi in modo da rimanere un po' più indietro rispetto ai nostri compagni e non fargli sentire la nostra conversazione.
«Riguardo a quello che è successo oggi...»
«Sì...?»
«Non ne devi parlare con nessuno, okay? Nessuno dovrà sapere. Sarà un nostro segreto.»
La vedo annuire.
«Va bene. Tanto non lo avrei detto a nessuno chiunque.»
«Volevo solo essere sicuro.»

"So che forse non è carino baciarla, marcarle il collo e dirle di tenere un segreto simile, ma siccome mi sono lasciato prendere dal momento non voglio farle pensare che ho intenzioni serie."

Raggiungiamo il dormitorio.

«Vai a casa da sola?»
«Per forza.» stringe le spalle. «Finché mio padre non mi da il permesso di venire a vivere nel dormitorio, non ho altra scelta.»
Mi porge un piccolo sorriso.

«Ehi Yukiko.»

Eijiro si avvicina a noi.

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