CAPITOLO 7

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NIKY

Forse stavo sognando o peggio ancora ero in un incubo. Kaitlyn mi aveva rimasta sola con Dylan. Dopo cinque lunghi anni me lo ero ritrovato davanti e, oltre tutto, era un mio superiore. Una persona da cui avrei dovuto prendere ordini.

Quando si era girato avevo stentato a riconoscerlo.

Ricordavo un Dylan molto magro, capelli lunghi e con il viso rasato. Lo avevo sempre visto con indosso jeans, felpe con cappuccio, t-shirt e snikers.

In quel momento avevo dinnanzi un uomo ben diverso. Il suo fisico era cambiato molto, forse trasformato da ore ed ore di palestra e, seppur indossasse un completo con giacca blu notte, potevo chiaramente distinguere la massa di muscoli che definiva i suoi pettorali. Le spalle erano larghe e scolpite. Il fisico asciutto. I capelli erano sfumati in un doppio taglio che gli incorniciava il viso alla perfezione. Completava il tutto un accenno di barbetta che metteva in risalto il colore castano verde dei suoi occhi. Lo sguardo era più maturo di quello che ricordavo.

Avevo un malessere in fondo allo stomaco. Ero nervosa, agitata ed ero certa che, se qualcuno mi avesse punta con un ago, dal mio corpo non sarebbe uscita una goccia di sangue.

Avevo la salivazione azzerata e non sapevo cosa dire dopo essere rimasta sola con lui. Il cuore mi batteva talmente forte che avevo paura che lui potesse sentirlo.

Ci guardammo per un tempo che mi sembrò infinito, poi fu lui a rompere il ghiaccio.

"Ti trovo bene Niky".

"Grazie" fu tutto ciò che riuscii a rispondere.

Volevo scappare da quella maledetta poltroncina. Lui si era seduto di fronte e avvertivo chiaramente il suo inebriante profumo. Una fragranza maschile che mi pizzicava le narici.

Volevo andare via.

Poi capii che dovevo affrontare la situazione e mi decisi a parlare.

"Cosa vuoi da me Dylan?" gli chiesi "Perchè sei tornato? Perchè hai deciso di acquistare le quote di Kaitlyn? Hai uno scopo?" sembravo un fiume in piena.

Sorrise.

Dio quanto mi era mancato il suo sorriso pensai.

"Risponderò con calma a tutte le tue domande". Si alzò e si appoggiò alla scrivania incrociando le braccia al petto.

"Sapevo che lavoravi qui. Ammetto che negli ultimi tempi ho cercato di avere informazioni su di te. Poi ho saputo della questione della società, così ho incontrato Kaitlyn e le ho fatto un'offerta che non poteva rifiutare. Lo anche informata di noi e di quello che era successo, ma non volevo farti sapere che ero diventato un tuo superiore".

"Perchè non mi lasci in pace?" era l'unica cosa che volevo.

"Non sono qui per assillarti o chiederti di tornare insieme. Non ti perseguiterò, puoi stare tranquilla. Sono ritornato a vivere a New York e spero che prima o poi la verità su quanto successo quella maledetta mattina venga fuori. Quello che deciderai dopo non mi interessa!".

Dopo cinque anni ancora si proclamava innocente.

"Ancora con questa storia?". Mi alzai, non c'è la facevo più a stare seduta lì. Mi mancava l'aria.

"Si! Ancora con questa storia!" confermò "Quella notte tra me e Susan non è successo niente e continuerò a ripeterlo fino allo sfinimento!".

"Non ti crederò mai! C'erano le prove. Lei era nuda nel tuo letto! La bustina del profilattico era a terra! Come pretendi che io ti creda?".

"E' stato tutto un piano tra Vincent e Susan per farci lasciare!".

"Vincent non sarebbe mai arrivato a tanto. Non ne aveva motivo" protestai.

"Non accettava il fatto che tu fossi innamorata di uno scavezzacollo come me! Lo vuoi capire?".

"Vincent aveva centinaia di ragazze ai suoi piedi" constatai.

"Si! Ma tu non eri tra queste cento!".

"Se sei venuto per litigare è meglio lasciar perdere o la società andrà in malora prima di quanto pensi!".

Fece un profondo respiro, si massaggiò le tempie e alla fine cedette "Ok, hai ragione non sono qui per questo. Avremo tempo e modo per riparlarne".

"Se non ti dispiace io andrei via, ho da lavorare" con quelle parole mi avviai verso la porta.

"E' ora di pranzo... potremmo mangiare qualcosa assieme" propose.

"No!" risposi con decisione "Sinceramente... mi è passata la fame!".

"Capisco. Per oggi chiudiamola qui, ho altri impegni. Mi farò vivo domani".

Uscii dall'ufficio di Kaitlyn e mi diressi verso la mia postazione con Dylan al seguito.

Lucy era appena ritornata dalla pausa pranzo. Si voltò e vide me e Dylan. 

"Dylan! Che ci fai qui?" chiese avvicinandosi.

La guardai stranita, mi chiedevo come mai conoscesse Dylan.

"Voi due vi conoscete?" chiesi guardando prima lei e poi un taciturno Dylan.

"Si, più o meno" rispose Lucy "L'ho conosciuto qualche giorno fa, è venuto a casa a trovare Francy".

Sembrava che quel giorno le sorprese non fossero finite. La mia amica sapeva del ritorno di Dylan e non mi aveva detto niente.

Dylan guardò l'orologio, poi con una scusa ci salutò e andò via.

Vidi la delusione comparire sul volto di Lucy.

Mentre la guardavo mi sistemai alla mia scrivania.

"Anche tu conosci Dylan?" mi chiese.

"Si, purtroppo!". Riavviai il pc per riprendere a lavorare.

"Cosa ci faceva qui?"

Ero fastidiosamente innervosita dagli ultimi avvenimenti. "E' il nuovo socio di Kaitlyn!" la informai.

"Davvero?" Lucy sembrava fare i salti di gioia.

"Mi spieghi perchè sei così felice?" domandai.

"Beh insomma..." si avvicinò alla mia scrivania abbassando il tono della voce "ti ricordi quando qualche giorno fa ti ho detto di aver incontrato un ragazzo di una bellezza unica che non avevo intenzione di farmi scappare?".

Smisi di smanettare al pc e la guardai stranita. Avevo quasi il sospetto di ciò che stava per dirmi.

"Si, certo che me lo ricordo".

"Era Dylan!".

Mi sentivo come colpita da un fulmine a ciel sereno. I miei sospetti di poco prima avevano avuto conferma.

Lucy notò il mio silenzio.

"Si, lo so cosa vuoi dirmi è molto più grande di me, ma non mi interessa. Voglio provarci. Mi piace e non me lo lascerò scappare!".

Non sapevo cosa dirle, avrei voluto informarla della situazione, stavo per aprire bocca ma il suono del telefono mi salvò dall'impiccio.

Lucy tornò alla sua scrivania e io risposi al telefono.

Per il resto della giornata non ci fu tempo ne modo di ritornare nuovamente sull'argomento.

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