NIKY
Due giorni dopo, l'influenza era un lontano ricordo, stavo bene e niente mi impediva di ritornare a lavoro, solo che la mia voglia di riprendere la vita di tutti i giorni era pari a quella di un bradipo imbalsamato.
La mia routine quotidiana non sarebbe stata più la stessa con Dylan perennemente tra piedi.
La serata trascorsa con Dylan che si prendeva cura di me, mi aveva per qualche ora fatto dimenticare il passato. Cenare con lui nel mio piccolo appartamento, mi aveva trasportato nel mondo che avevo sognato per noi anni prima. A tutto ciò si aggiungeva il fatto che lui era cambiato in meglio, non solo nell'aspetto fisico, avevo trovato un uomo più maturo, i suoi gesti e il suo modo di parlare erano ben diversi dal Dylan che ricordavo.
Se solo un piccolissimo pensiero di perdonare Dylan mi aveva sfiorato la mente, con la telefonata di Vincent tutto era cambiato riportandomi purtroppo alla dura realtà.
Forse Dylan si era presentato a casa mia travestendosi da manager con il chiaro intendo di raggirarmi e farmi cedere, ma sotto sotto era rimasto sempre l'uomo ribelle e rissoso di un tempo.
Cercavo di convincere me stessa che non sarei più caduta tra le sue braccia. Dovevo trovare un modo per tenerlo alla larga e Vincent e Lucy erano le mie due sole ancore di salvezza.
Chiamai Vincent, informandolo che stavo meglio e che avrei volentieri trascorso una serata in sua compagnia in qualche locale.
Lui non se lo fece ripetere due volte dicendomi che sarebbe passato a prendermi quella sera stessa.
Quando ritornai in ufficio di Dylan non vi era traccia. Lucy invece era stranamente allegra. Iniziammo a lavorare e due ore dopo ero quasi certa che il mio nuovo capo non si sarebbe fatto vivo.
Mi sbagliavo.
Quando fece capolino nella grande sala dove erano posizionate le varie postazioni di lavoro, alcune delle mie colleghe smisero simultaneamente di fissare lo schermo del pc e i loro sguardi piombarono tutti su Dylan.
Come dar loro torto. Il completo giacca dal taglio moderno che indossava, unito alla camicia bianca seppur semplici risaltavano il suo fisico alla perfezione.
Tac! Un pugno nello stomaco e una punta di nervosismo mi invase. In quel momento odiavo tutte le mie colleghe, qualcuna l'avrei presa anche per i capelli.
Dylan si fermò tra la mia scrivania e quella di Lucy, salutò entrambe e mi chiese di seguirlo nel suo ufficio.
Afferrai la mia agenda e chiesi a Lucy di seguirmi, notai che aveva abbandonato l'allegria di qualche minuto prima e sembrava indecisa se venire o meno con me.
"Lucy cos'hai? Su... andiamo dal grande capo!" la spronai.
"Beh... veramente lo ha chiesto a te, non vorrei...".
La interruppi "sei sotto la mia supervisione e con Dylan non ho altro da discutere se non di lavoro e tu sei qui per imparare, quindi scollati da quella poltrona e vieni con me!".
Non se lo fece ripetere e mi seguì come un'ombra.
Quando feci il mio ingresso nell'ufficio di Dylan notai che guardava Lucy come un'infiltrata.
Stava per aprire bocca, poi si fermò a riflettere. Sospirò.
"Accomodatevi" disse, indicando di prendere posto sulle poltroncine.
Non volevo ritrovarmi più sola con lui tra quattro mura e Lucy sarebbe stata la scusa adatta.
Dylan volle sapere i nominativi dei blog con cui condividevamo le informazioni, i temi trattati di frequente dalla nostra rivista e i tempi medi di aggiornamento, volle anche i nominativi dei vari fotografi nostri collaboratori. Per mia fortuna non parlò di altro se non di lavoro.
Fui io a rispondere a tutte le sue domande mentre Lucy ascoltava attentamente.
Mi informò che aveva intenzione di effettuare diversi servizi fotografici alcuni dei quali sulla vita notturna di New York che sarebbero stati fonte di nuovi articoli.
"Vorrei iniziare stasera" ci informò.
"Sei libero di organizzare i tuoi orari come preferisci" gli risposi.
"Se non avete niente in contrario potreste venire con me".
Stavo per informarlo che avevo un appuntamento ma decisi di non dirgli niente, guardai Lucy "per te va bene?" le chiesi.
Lucy sembrò toccare il cielo con un dito, non obiettò e accettò subito l'invito.
Dylan ci diede il nome del locale dal quale voleva iniziare e propose di passare a prenderci. Con una scusa gli dissi che ci saremmo visti direttamente nel luogo stabilito.
Tornata a casa dopo una lunga ed estenuante giornata, mi fiondai in bagno per una doccia. Per la serata avevo scelto un tubino nero aderente, scarpe col tacco non eccessivamente alte, misi un filo di trucco, sistemai alla bene e meglio i capelli. Mi guardai allo specchio ed ero pronta. Prima di uscire chiamai Lucy e la informai che sarebbe andata solo lei all'appuntamento di lavoro con Dylan.
Io avevo altro da fare.
"Cosaaa?" esclamò in preda all'ansia.
"Tu basti e avanzi, non c'è bisogno di tante persone per fare quattro foto!" replicai.
"Cosa dirò a Dylan quando mi chiederà di te?".
"La verità... Digli che avevo un appuntamento più importante e che me ne ero dimenticata. Stasera esco con Vincent!".
"Oh... Se lo dici tu!".
"Lucy... approfittane, ti sto dando la possibilità di trascorrere qualche ora da sola con Dylan, così imparerai a conoscerlo fuori dall'ambiente lavorativo".
"Oh Niky, grazie! Sei un'amica. Sei una donna da ammirare non sei per niente gelosa del tuo ex".
La salutai e riattaccai. Rimasi qualche minuto a pensare che forse stavo sbagliando tutto, il mio atteggiamento nei confronti di Dylan, usare Lucy e Vincent solo per allontanarlo da me.
Ma era davvero quello che volevo? In fondo al mio cuore mi sentivo come se stessi ingannando Lucy. Era giovane. Spingerla tra le braccia di Dylan non sarebbe stata la soluzione migliore, sapevo che alla fine ne sarebbe uscita sofferente. Lei credeva in me e mi considerava come un esempio da seguire e poi sua sorella Francy era da sempre la mia migliore amica e lei era contraria al fatto che Lucy fosse interessata a Dylan.
Avevo come la sensazione di iniziare ad imboccare una strada sbagliata, alcuni miei modi di agire non erano nel mio uso quotidiano. Speravo che Lucy con quell'uscita da sola con Dylan non avrebbe perso ulteriormente la testa per lui. Stavo quasi per richiamarla per convincerla a non andare ma fui interrotta dal suono del campanello.
Era Vincent.
Sospirai, sperando di non aver esagerato con la mia impulsività. Abbandonai l'idea di richiamare Lucy e andai al mio appuntamento con Vincent.
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Love that returns
ЧиклитUn tradimento. Il ritorno di un amore. La storia di Niky e Dylan...