DYLAN
La mattina dopo la mia visita a casa di Niky mi alzai di buon'ora. Prima di recarmi a lavoro dovevo cercare di incontrare Mark Di Carlo, una mia vecchia conoscenza.
Ero riuscito a scovarlo dopo diverse ricerche. Conoscevo Mark fin da quando ero ragazzo e la nostra vita era stata a tratti simile. Ambedue eravamo figli di genitori alcolizzati e menefreghisti, vittime di violenze e cresciuti per strada. Negli anni passati a girovagare tra i quartieri più malsani di New York, seppur coetanei, non eravamo mai stati grandi amici ma, di tanto in tanto ci eravamo aiutati a vicenda per uscire da situazioni di pericolo che erano all'ordine del giorno.
Non vedevo Mark da oltre dieci anni.
Ricordo ancora quando per sbaglio, neanche vent'enni, ci eravamo imbattuti in una rissa tra spacciatori nel quartiere Brownsville, fu quella la prima e unica volta che avevo assistito e scampato ad una sparatoria. La cosa mi aveva talmente colpito che per diversi anni non misi più piede in quel posto.
Avevo saputo che Mark gestiva una birreria nel Bronx. Arrivai nel posto indicatomi che non erano neanche le dieci del mattino, pensai che forse era un pò presto per trovare aperto. Decisi comunque di tentare.
L'ingresso principale era un'ampia porta nera con spessi vetri anti sfondamento, a pochi metri, sulla destra, seguiva una vetrina della stessa misura, il tutto sormontato da un'insegna con fondo nero e scritte bianche che rappresentava un calice di birra e la scritta "Di Carlo. Birra artigianale e non solo...".
Trovai il locale aperto. Entrai e sentii sopra la mia testa il tintinnio di una campanella. All'interno l'arredamento era in stile country, molto accogliente e originale. Notai subito la chicca del locale, ovvero un lungo bancone di legno con una quindicina di spine contenenti diverse varietà di birra.
Alcuni barili di legno con sgabelli erano posti in vari angoli a sostituzione dei tavoli.
Guardando il complesso dell'arredamento stentavo a credere che Mark avesse potuto gestire un locale del genere.
"Posso aiutarla?".
Una voce femminile mi fece tornare alla realtà.
Mi voltai e vidi una ragazza sulla trentina. Aveva i capelli neri, lisci e lucenti che le arrivavano sulle spalle, dietro gli occhiali aveva due grandi occhi scuri. Indossava un jeans sbiadito e una camicia bianca.
"Salve sto cercando Mark..." la informai.
"Lei chi è?" mi chiese titubante.
"Sono un vecchio amico".
"Io sono Amelìe, la moglie di Mark, piacere". Mi allungò una mano, aveva le dita così sottili che avevo quasi paura a stringerle.
Continuava a guardarmi in modo strano, forse il mio completo giacca non la rassicurava più di tanto.
"Oh mi scusi... piacere sono Dylan Russel!" allungai la mano per contraccambiare il gesto.
"E' un pò presto per bere qualcosa e poi, detto tra noi, mio marito non ha amicizie così facoltose..." mi disse alludendo al mio abbigliamento.
"E' un esattore o roba del genere?" mi chiese con una punta di ansia.
Scoppiai a ridere.
"No no... può stare tranquilla, sono un vecchio amico d'infanzia di Mark e avevo necessità di chiedergli se potrebbe darmi una mano".
Mi interruppe "Senta... mio marito è un uomo per bene... certo, in passato ha avuto qualche problemino, ma adesso è pulito. Ho faticato tanto per farlo diventare l'uomo onesto che è ora e non vorrei che vecchie amicizie lo riportino nel mondo disonesto in cui viveva!".
Rimasi sbalordito dalla sincerità con cui mi aveva affrontato.
"No, Amelìe mi creda, non è mia intenzione coinvolgere Mark in giri loschi...".
"Tesoro?" una voce maschile interruppe la nostra conversazione. Era Mark.
Guardò prima Amelìe e poi me. Ci mise un pò a riconoscermi ma dopo qualche frazione di secondo esclamò "Dylan?"
"Si Mark sono io" mi avvicinai a lui e ci abbracciammo.
"Porca miseria! Quanti anni sono passati?" mi chiese.
"Una decina!" risposi.
"Vedo che hai già conosciuto mia moglie Amelìe. Vieni accomodati..." mi condusse al bancone dove prendemmo posto su degli sgabelli alti di legno.
Amelìe ci lasciò soli scomparendo dietro una porta basculante.
Mi guardai intorno e feci i miei complimenti a Mark per il locale.
"Posso offrirti una birra? Ce ne sono un paio di nostra produzione che vorrei farti provare".
"Ti ringrazio Mark ma è ancora troppo presto per me, magari una di queste sere verrò a bere qualcosa".
"Ti aspetto. Allora Dylan... qual buon vento ti porta da queste parti?".
Forse Mark aveva capito che la mia non era una visita di solo piacere. Di certo, ritornato da Londra non avevo la smanìa di correre a salutarlo ma, nel mio piano di rinascita, come lo avevo più volte nominato, lui mi sarebbe stato di grande aiuto.
Prima gli chiesi come aveva fatto a togliersi dalla strada e lui mi raccontò del suo incontro con Amelìe che gli aveva cambiato la vita, piano piano la donna era riuscita a portarlo sulla retta via e insieme avevano aperto l'attività di birreria che andava a gonfie vele.
"Grazie a lei sono come rinato!" mi confessò alla fine del suo racconto.
Volle poi sapere di me e fu così che gli raccontai la mia vita degli ultimi anni non tralasciando niente.
"Caspita! Certo che anche tu ti sei dato da fare!" mi punzecchiò.
"Già..." affermai semplicemente. "Senti Mark ho bisogno di avere alcune informazioni".
"Dimmi pure".
"Conosci qualcuno che possa aiutarmi a smascherare l'avvocato Vincent Miller? Sono sicuro che dietro la sua faccia da bravo ragazzo si nasconde qualche lacuna. Ricordo che in passato ho sentito voci di alcuni suoi coinvolgimenti in affari poco puliti, devo sapere se erano solo chiacchiere oppure in fondo c'è qualcosa di vero. Posso pagare bene, non voglio fare cose illegali o minacciarlo, ho bisogno di qualcuno che lo segua, che faccia delle ricerche su di lui e sul suo passato e che mi porti le prove. So che potrei affidarmi a qualche investigatore privato, ma non vorrei imbattermi in qualcuno che possa avere conoscenze con la famiglia Miller o farsi influenzare dal loro potere".
"Capisco" rimase pensieroso qualche secondo "forse ho qualcuno che fa al caso tuo, ma devo prima parlarci, si chiama Miguel".
Di colpo mi sentii sollevato, sapere di poter contare su qualcuno per me era molto importante.
Restai qualche altro minuto con Mark, ci scambiammo i recapiti e mi promise che mi avrebbe aiutato.
Lasciai il locale con la promessa che sarei ritornato.
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Love that returns
Literatura FemininaUn tradimento. Il ritorno di un amore. La storia di Niky e Dylan...