CAPITOLO 13

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NIKY

La mattina seguente decisi di ascoltare i consigli o meglio, gli ordini del mio nuovo capo e di non andare a lavoro. Avevo trascorso una nottata tranquilla per quanto riguardava la febbre che sembrava scomparsa definitivamente ma, nonostante ciò, non avevo quasi chiuso occhio per via del pensiero fisso di Dylan che a tratti, aveva assunto una piega non proprio pulita. Da pulito, il pensiero era diventato peccaminoso, avevo come dei flash nella mia mente in cui facevo l'amore con lui nella mia camera.

La sua visita improvvisa aveva avuto su di me effetti sconvolgenti. Tutti i miei piani degli ultimi cinque anni sembravano essersi dissipati in un batter di ciglia.

Durante la notte avevo rivissuto gli attimi trascorsi con Dylan la sera prima. Sentivo ancora nell'aria il suo profumo, rivivevo i suoi gesti, il suo tono di voce e dentro di me si scatenava l'inferno. Ero infastidita dal suo ritorno ma non perchè lo odiassi, per anni avevo immaginato come mi sarei comportata nel ritrovarmelo dinnanzi, credevo di provare del rancore nei suoi confronti ma mi sbagliavo. Tutto era svanito nel trovarmi persa nel suo sguardo, dietro il quale avevo intravisto della sofferenza ed ero molto curiosa di sapere come avesse fatto a diventare un uomo così diverso. La confusione nella mia mente era schizzata a livelli altissimi.

Fui interrotta dal suono insistente del cellulare. Il display mi annunciava l'arrivo della chiamata di Vincent.

"Maledizione!" imprecai. Avevo trovato diverse sue chiamate da quando avevo rivisto Dylan da Kaitlyn, ma la cosa mi aveva talmente distratta da dimenticarmi di richiamarlo. Poi era sopraggiunta la febbre e Vincent era passato dal primo all'ultimo posto di una classifica immaginaria in cui il primato era stato impetuosamente occupato da Dylan.

"Ciao Vincent" risposi cercando di avere un tono di normalità.

"Niky! Finalmente!" sentii del sollievo nel suo tono di voce "che fine avevi fatto? Mi stavo preoccupando!".

"Oh Vincent... ti chiedo scusa ma sono stata malata, ho avuto febbre alta e mi è sfuggito dalla mente di richiamarti. Perdonami".

"Davvero? Se solo lo avessi saputo... sarei passato a vedere come stavi. Ora come ti senti?".

"Ti ringrazio, ma non volevo disturbarti. Ho passato un paio di giorni tranquilla a casa. Oggi sto molto meglio".

"Meno male. Senti Niky... c'è altro che devi dirmi? Insomma ci sono novità?".

Decisi che era meglio dirgli solo parte della storia, ignara del fatto che lui avesse già incontrato Dylan. Dentro di me volevo disperatamente dimenticarlo se non altro per mantenere la mia ferma convinzione che non bisognava mai perdonare un tradimento amoroso e, Vincent, era di quanto più sicuro potesse capitarmi in quel momento della mia vita.

"Dylan è tornato a New York!" lo informai.

Ci fu un breve silenzio che mi fece supporre che fosse caduta la linea.

"Pronto Vincent... ci sei ancora?".

"Ehm... si certamente... vedi Niky... sapevo del suo ritorno. Qualche giorno fa è passato dal mio ufficio!".

"Davvero?" chiesi stupita. Mi sembrava strano che Dylan la sera prima non avesse neanche lontanamente accennato a Vincent e al fatto che si fossero rivisti.

"Si... credimi non è stata una visita piacevole" fece una pausa "ha cercato di darmi un pugno... fortuna che sono riuscito a schivarlo. Era visibilmente alterato e arrabbiato... mi ha minacciato. Non riesco a credere che dopo cinque anni ricompare dal nulla come se niente fosse, mi ha addirittura ancora accusato di averti allontanato da lui!" mentì a mia insaputa.

"Oh Vincent... mi dispiace!". Decisi di non informarlo della visita di Dylan della sera prima.

"Tranquilla Niky, tu non hai colpa... l'ho trovato molto cambiato fisicamente e speravo che dopo tutto questo tempo avesse messo da parte il rancore e quello che era successo. Lui ti ha tradita e sta cercando ancora di passare come l'innocente di turno. Se non lo avessi visto quella mattina a letto con Susan... forse... lo avrei anche giustificato, ma...".

Quel suo ma lasciato in sospeso mi fece di colpo rivivere quel maledetto giorno.

Per qualche ora mi ero illusa di un suo cambiamento, ma dopo le parole di Vincent presi coscienza che forse mi ero sbagliata.

"Niky?" mi chiamò Vincent.

"Oh scusa stavo riflettendo".

"Sarai sicuramente sconvolta dal suo ritorno" affermò.

"Si, in effetti non me lo aspettavo. Ha acquistato le quote della società di Kaitlyn ed ora è in parte il mio capo!" lo informai

"Addirittura!" esclamò.

"Senti Niky, Dylan non sembra cambiato affatto, non mi sento tranquillo a saperti a lavoro con lui. Promettimi che non resterai sola con lui, non che possa aver paura che ritorniate assieme...".

Lo interruppi.

"Vincent... non tornerò con Dylan, non dopo quello che mi ha fatto" gli dissi con decisione. Volevo convincermi che mi era indifferente. Oltretutto avevo avvisato Lucy che lo avevo dimenticato e che lei sarebbe stata libera di provarci. Non volevo rimangiarmi la parola. In fondo al cuore cercai di allontanare il fastidioso pensiero di Dylan e Lucy assieme.

"Capisco. Niky, dietro il suo bell'abito si cela ancora il ragazzo impulsivo e violento di cinque anni fa. Non dimenticarlo".

Non riuscii a rispondergli poi mi salutò dicendomi che mi avrebbe richiamata in serata.

L'occhio mi cadde sul tavolo della cucina dove vi erano ancora i resti della cena giapponese. Le buste di carta e la lattina vuota di coca cola bevuta da Dylan.

Afferrai nervosamente ciò che restava degli avanzi e buttai tutto nella spazzatura. Mi diedi della stupida nuovamente, rimproverandomi di essere quasi caduta nella sua trappola. Per qualche ora, nonostante la presenza di Dylan, avevo dimenticato ciò che era successo in passato.

Immaginai la scena di Dylan che colpiva Vincent. Anche se lui con me non aveva mai alzato un dito, trattandomi da regina, anni prima era sempre stato un tipo molto rissoso e propenso ai litigi.

Stavo per mettermi a piangere tanto mi sentivo stupida ed ingannata.

Mi chiedevo perchè fosse ritornato proprio nel momento in cui stavo per riprendere in mano la mia esistenza. Dovevo trovare un modo per fargli abbandonare l'idea di dirigere insieme a Kaitlyn la rivista. Se solo avessi avuto la fortuna di vincere alla lotteria, avrei acquistato a peso d'oro quelle maledette quote pur di allontanarlo dalla mia vita. Mi balenò alla mente che Lucy poteva essere una delle soluzioni. Un'altra era Vincent. Se Dylan avesse capito che io e lui ci frequentavamo prima o poi, speravo che mi avrebbe lasciata in pace. Doveva andare così. Non potevo essere il suo chiodo fisso in eterno e come cinque anni prima era partito improvvisamente dopo un mese di continue suppliche sulla sua innocenza, così avrebbe fatto anche vedendomi felice con Vincent. 

Love that returnsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora