Capitolo 11. Please stay with me?

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Corretto il 14/09/16

"Jeff, cosa fai qui?" mi richiama, e subito dopo sento il rumore dei suoi passi avvicinarsi a me.

Panico.

Penso velocemente ad una possibile via di fuga per questa situazione. Insomma, dovrei andarmene a gambe levate per non farmi vedere in questo stato da lui, oppure farmi sgammare di averlo spiato, anche se involontariamente?

Probabilmente sarebbe più logica la seconda opzione, dato che ormai sono davanti a lui e non ho nessuna possibilità di scappare senza che lui mi abbia già vista. Quindi mi volto lentamente, facendo attenzione a non incrociare il suo sguardo, per poi posare il mio sui miei piedi.

"rispondimi." mi ordina, alzandomi il mento con due dita.

Tutto quello che non avrei voluto in questo momento, è esattamente ciò che ha appena fatto. Far incastrare i nostri sguardi, mandandomi ancora più in panico e facendomi dimenticare il motivo per il quale fino a pochi istanti fa ero arrabbiata e ferita nei suoi confronti. Questo è ciò che ha fatto.
E lui lo sa, eccome se lo sa. In queste situazioni ha sempre usato questo gesto come un'arma a suo favore, essendo consapevole dell'effetto che ha su di me.

Ma questa volta non mi devo far sovrastare dalle emozioni che mi provoca anche solo guardandomi.

Decido di evitare la sua domanda, ancora una volta. Gli passo davanti, scostandolo e oltrepassandolo del tutto.

"ciao, Theresa." La saluto duramente, con un sorriso stampato in faccia.

La ragazza davanti a me incrocia le braccia al petto, spostando il peso su una sola gamba e ricambiando il sorriso falso che ho sul viso.

"ciao, Jennifer."

Lei sapeva. Lo capisco dal tono della sua voce e dall'espressione che ha preso posto sul suo viso non appena mi ha vista entrare. Lei sapeva che stessi guardando, ed è proprio per questo che lo ha baciato. Per ferire me. Per farmi reagire e capire ciò che sono realmente per Harry. Un'amica. Solo e soltanto una dannata amica. Ed io ci sono cascata come una scema.

"Jeff, ma che diamine?"urla Harry scuotendomi dalle braccia, come per farmi rinvenire da uno stato di trans o svenimento.

Ma il fatto è che io sono più che lucida e cosciente, quando invece in questo momento non vorrei esserlo proprio per niente.

Evito per l'ennesima volta le sue suppliche o i suoi ordini, rivolgendogli un ultimo sguardo prima di correre giù per la scale.

Lo sento rincorrermi e chiamarmi, ma per fortuna riesco a confondermi fra la folla e a seminarlo. Non è un buon inseguitore.

Decido di bere qualcosa, così mi avvicino di nuovo al mini bar con lo stesso ragazzo come barista che, ovviamente, mi rivolge un ennesimo sorriso.

Ma questo ragazzo sorride sempre? È davvero così tanto felice da mostrarlo al mondo intero. Sono contenta per lui, ma alla fine gli verrà una paralisi e in più mi risulta essere un offesa per chiunque in questo momento stia soffrendo.

Ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale.

Mi chiedo però se sia così di suo veramente, o se lo faccia solo perché lo pagano per farlo. In ogni caso gli farebbe comodo, perciò che faccia come vuole. Non capisco neanche perché ci sto pensando così tanto, quando invece dovrei star già bevendo da alcuni minuti.

Ordino un paio di shots, fino a ritrovarmi ubriaca e particolarmente stordita. Non capisco molto di ciò che mi succede attorno, so solo che molto probabilmente il barista ci stia provando con me.

Dangerous temptation. ||H.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora