Capitolo 24. I'm afraid

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Ho paura.

Si, dannazione. Ho paura.

Paura nel non sapere ciò che mi devo aspettare. Paura che sia qualcosa di troppo grave. Paura che lui non ce la possa fare.

Non so esattamente come siano andate le cose, Liam non ha saputo spiegarmi nei dettagli cosa sia successo. So solo che Louis ha fatto un incidente, forse un frontale, con una moto.

Probabilmente non dovrebbe essere nulla di così grave, visto che comunque lui era in macchina ed era un po' più 'protetto'. Ma il fatto che sia stato trasportato con urgenza al pronto soccorso più vicino, mi fa veramente venire la pelle d'oca.

Non potrei immaginare la mia vita senza di lui, o almeno non ora. In questo momento ho così bisogno della sua presenza, è fondamentale. Certo, ho sempre Liam, e gli voglio un bene incredibile. Ma, Louis è Louis. È la persona più importante della mia vita. Mi è stato accanto sin dall'infanzia, aiutandomi già da piccolo nei miei problemi, qualunque essi fossero. E ne ho avuti tanti di problemi, forse anche troppi, ma nonostante tutto non mi ha mai lasciata. Non ha mai fatto nulla che potesse in qualche modo danneggiarmi, anche rinunciando a cose sue personali. Lo dimostra già solo il fatto che, vedendo che io stavo male per via della storia con Harry, lui abbia lasciato da parte il suo malessere per Luke e si sia preoccupato per me.
É una persona fin troppo altruista, gliel'ho sempre detto, ed è per tutto quello che ha fatto per me, che gli sarò eternamente grata e non deve lasciarmi. Ne ora, né mai. Perché, semplicemente, non può.

-calmati, Jey. Vedrai che andrà tutto bene.- mi rassicura Liam, che in questo momento sta guidando diretto all'ospedale.

Annuisco, incapace di smettere di piangere, e con mille pensieri negativi per la testa. Continuo a pregare e pregare, affinché il Signore possa salvare Louis.

Lui merita di stare in questo mondo.

Restiamo in auto in silenzio per altri dieci minuti di viaggio, e non appena Liam parcheggia al di fuori dell'ospedale, mi precipito all'ingresso.

Chiedo informazioni, parlando velocemente ed incitando le infermiere a fare il più in fretta possibile. Anche secondi potrebbero fare la differenza.

Nel frattempo, proprio quando finalmente la donna dietro al balcone si decide a darmi spiegazioni, Liam mi raggiunge di corsa, con il fiatone.

Raggiungiamo correndo quella che dovrebbe essere la stanza di Louis, la 10B. Credo che questa combinazione di numeri e lettere rimarrà impressa nella mia mente per un bel po', se non per sempre.

Capisco di essere nel corridoio giusto quando, in fondo alla sala, noto dei volti familiari.

-Oh, Jennifer.- la madre di Louis mi abbraccia calorosamente piangendo, e in quel momento scoppio nuovamente in lacrime anche io.

Nessuno dice nulla, rimaniamo abbracciate per un tempo che sembra infinito. Mi è mancata quella donna, e sono sicura, conoscendola, che si stia sentendo in colpa per ciò che è successo al figlio.

Ma dannazione, non è colpa sua. Poteva benissimo capitare a chiunque e in qualsiasi momento, il fatto che Lou si sia trovato li in quel preciso istante è stata solo una maledetta sfortuna.

-come sta?- chiedo, rivolgendomi ai genitori di Louis.

-stiamo aspettando il medico. Non ci hanno ancora detto nulla.- risponde il padre, con gli occhi lucidi.

È sempre stato un uomo molto duro, con un carattere forte, ma dolce. Difficilmente mostra le sue emozioni, specie il luoghi così pubblici. Ma, questo, è un caso eccezionale.

Tutto, quando si tratta di Louis, è eccezionale.

Finalmente, il dottore esce dalla stanza davanti a noi, e subito ci alziamo per ascoltare le notizie che ha da darci.

-allora?- chiedo ansiosa -come sta?-

Lo vedo osservarmi attentamente, prima di sospirare e spostare lo sguardo verso i genitori.

-vorrei parlare con voi, in privato.- la madre e il padre di Louis accettano subito, seguendo il dottore che li guida da qualche parte.

Perché? Perché vuole parlare con loro, in privato? Che cosa è successo di così fottutamente grave da non poterlo dire a tutti?

Mi volto verso di Liam, che in questo momento è seduto sulla sedia ad osservarmi tristemente.

Lo conosco quello sguardo. È lo stesso che ha sempre usato con me, quando vedeva che fingevo di stare bene quando invece stavo morendo dentro.

Ed è lo stesso che sta succedendo a lui, solo che lui è peggio di me nel trattenere le emozioni dentro di se.

-andrà tutto bene.- lo abbraccio, avvolgendo le braccia intorno al suo collo, e sento le sue calde lacrime sulla mia spalla.

Per l'ennesima volta oggi mi ritrovo ad essere abbracciata a qualcuno a poangere, per minuti che sembrano ore.

Vediamo tornare la Signora e il Signor Tomlinson, che guardano dritto davanti a loro, con due facce sconvolte e pietrificate. Cosa gli avrà mai potuto dire quel dottore, per farli reagire così?

Ci avviciniamo anche noi a loro, con sguardi preoccupati, mille pensieri e possibili situazioni nella testa.

-è..- comincia lei a parlare, con la voce che le si spezza -è in coma, Jennifer.-

-in coma.- ripete il padre, che continua a non guardare nessuno.

E in quel momento, il mondo finisce e mi cade addosso, buttandomi nella più profonda delle fosse che sia mai esistita.

Non può essere.
Non può essere in coma.
Non lui, non oggi.

Tra due giorni sarebbe dovuto essere il suo compleanno, e lo avrebbe passato in uno stupido e spoglio ospedale. In coma.

Non doveva andare così.

Questo non è il Natale che avevo sperato di passare.

A/N

So che è un capitolo corto e brutto, ma è di passaggio. Non potevo farlo più lungo perché se no mi sarei persa e sarei andata fuori dal tema del capitolo.

Però adesso ci sono le vacanze, e comincerò e postare più frequentemente, se voi continuerete a leggere la mia storia.

Spero non mi odiate per ciò che è successo a Louis, e che vi piaccia il capitolo.

Votate e commentate! Yeeeeeee

~Harrehjstyles

Dangerous temptation. ||H.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora