Quando Annalisa scoprì tutto

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Era lunedì , mi alzai dal letto e andai in cucina dove mia moglie Annalisa stava preparando la colazione . Era una donna bellissima , aveva i capelli lunghi e castani , gli occhi azzurri ed era magra . Amava molto cucinare sopratutto dolci . Entrato dissi :"Buongiorno ." Lei mi sorrise e andò a chiamare i ragazzi . Avevo due figli : Marco e Elisa . Marco era un ragazzo di 14 anni che odiava la scuola e gli piaceva giocare a calcio. Elisa era una ragazza di 12 anni , molto socievole e amava gli animali .

Arrivati mi salutarono e poi iniziammo a mangiare . Annalisa aveva preparato una crostata al cioccolato e dei biscotti . Dopo salutai e andai a lavoro . Ero il vice direttore del Centro . Amavo il mio lavoro . Erano quasi le quattro e avevo appena finito . Rincasato mi moglie mi disse :"Vieni in camera dobbiamo parlare ". Entrai in camera vidi la mia valigia aperta . Avevo capito tutto ,mia moglie aveva scoperto la verità, la mia paura più grande era diventata realtà . Lei iniziò ad urlarmi arrabbiata :" Perché non mi hai detto niente ? Non so niente di te è stato tutto una falsa ! Uno spettacolo teatrale ! Mi hai sempre mentito ! Chissà se mi ami ? Devo dubitare anche di questo ?! Spiegami solo una cosa perché non mi hai detto la verità ?" Io risposi tristemente :"Era una pagina della mia vita che volevo dimenticare ! Raccontandoti tutto non avrei scordato niente ! " Lei continuò :" Mi hai mentito sul tuo nome ... Su tutta la tua vita ! Non so se potrò mai fidarmi di te !" Poi andò via sbattendo la porta . Mi buttai sul letto e iniziai a piangere . Ero triste avevo litigato con Annalisa , ero arrabbiato con me stesso avrei dovuto raccontargli tutto tempo fa .

Mi asciugai le lacrime e iniziai a tirare tutti gli oggetti nella valigia , era dal 1945 che non l'aprivo. Dentro c'erano: la stella di David , delle fotografie , un documento che diceva che ero ebreo e il mio vecchio passaporto e il pigiama a righe .Fra me pensai che se Annalisa sapeva tutto non era una tragedia perché nessuno dovrebbe dimenticare cos'era accaduto al mio popolo . Era l'ora di cena, c'era aria di tensione e di tristezza . Nessuno parlò nemmeno i ragazzi che da ritorno da scuola avevano sempre qualcosa da raccontarci . Loro però avevano paura perché sicuramente ci avevano sentito litigare . Quella cosa mi aveva fatto sentire un pessimo padre perché sentire i genitori litigare per un figlio era sempre una cosa orribile . I giorni passarono Annalisa non mi rivolse la parola . Ero sempre più stressato , triste . Pensavo che avrei fatto qualsiasi cosa per aggiustare tutto . Così decisi di raccontare la verità alla mia famiglia . Erano le tre di pomeriggio , riuni Annalisa e i ragazzi in biblioteca . Mi sedetti su una poltrona , mi pulii gli occhiali e iniziai a raccontare .

Ricordi da un passato ad Auschwitz #Wattys2015Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora