Un giorno d'Aprile

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L'inverno era appena finito . Le giornate si facevano più lunghe , i fiori sbocciavano ,il sole splendeva e ad Auschwitz la neve sciogliendosi mostrando le vittime causate dalle grandi nevicate avvenute nei giorni precedenti .Tra queste c'era mio padre morto per il troppo freddo. Ero molto triste perché  mio padre era la persona al mondo cui volevo più bene. Era strano e triste non sentire la voce di mia madre, di mio padre , dei miei nonni...insomma di tutti. Mi mancavano anche le voci delle persone che facevano parte della mia vita solo per qualche minuto al giorno. Era il primo di Aprile  del 1942, dopo l'appello non vemmo divisi in squadre ma ci portarono in una zona del campo c'erano molti cadaveri .Un nazista che credo fosse un generale disse :" Prendete i cadaveri e portatili nelle fossi comuni a un chilometro di qui. Ero scioccato dall'idea di prendere un cadavere o quello che ne rimaneva . Erano nudi, con gli occhi aperti . Io e Marco ne presumo uno . Io lo presi per i piedi e lui per le mani . Io iniziai a piangere come un neonato per tutto il tempo del lavoro . Era stato orribile non me lo sarei mai scordato . Quella storia andò avanti per tre giorni . Nel campo quasi ogni settimana c'erano dei controlli per vedere chi dovesse morire perché non poteva più lavorare . Mi ricordo che nella nostra baracca stavano quasi tutti male , Marco aveva preso una tosse ed ero preoccupato molto per lui . Non volevo che morisse . Entrò un nazista con un dottore che ci controllarono uno per uno. Lui si salvò ma quasi 70 persone morirono e noi altri fummo spostati in un 'altra baracca . Ero triste per quelle persone perché loro non sapevano che stavano per morire. Alcuni di noi si incamminarono verso il nuovo block . Marco per la paura e per il dispiacere pianse molto io per consolarlo lo abbracciai e gli dissi che sarebbe andato tutto bene . Poi ad un certo punto si sentì una mano toccarmi la spalla . Non sapevo chi fosse in quel momento avevo il cuore in gola e non sapevo cosa fare .

Ricordi da un passato ad Auschwitz #Wattys2015Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora