La sorella di Marco

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Senti quell'urlo ma non ci feci caso , perché pensai che si riferisse ad un'altra persona . Quelle grida però insospettirono dei soldati che si avvicinarono alla baracca . Io in preda al panico lanciai la pistola e andai alla mia cuccia . Le urla si placarono. Io non chiusi occhio e fra me pensai che stavo per fare l'errore più grande della mia vita perché nessuna persona che mi voleva bene compreso Marco non avrebbero mai voluto che mi suicidassi anzi mi avrebbero voluto vedere vivere e sconfiggere la guerra . In quel momento la malinconia scomparve . Il giorno dopo prima di ritornare in baracca decisi per curiosità di andare al filo spinato divisorio per vedere chi avesse urlato la notte precedente . Camminai per un po' e lì una donna mi fermò e mi disse :" Ragazzo cosa stai facendo?" Io le risposi che stavo cercando la femmina che stava gridando ieri . Lei mi disse di seguirla e mi portò da una ragazza . Aveva degli occhi azzurri e un sorriso stupendo . La donna gli parlò , non so cosa le disse ma non mi importava . Poi quando finirono mi sedetti .

Lei mi disse :" Io sono la bambina che ieri urlava . " Io gli chiesi :"Chi è Marco ?" Lei con uno sguardo un po' triste mi mostrò una foto e io rimasi scoccato. Era sua sorella. Le mi guardò e ci fu un lungo silenzio e poi disse :"È morto , non è vero?" Io non risposi e lei capì. Poi pianse . Il mio cuore si spezzò . Non sopportavo che piangesse perché era orribile . Io gli dissi di non piangere io avvicinati la mano . Lei la guardò e poi mi se la strinse forte e poi mi sorrise.Poi le chiesi:" Perché sei qui Sara ?" Lei rispose :"Perchè non abbiamo detto ai nazisti che mio fratello Marco era un omosessuale ."

Ricordi da un passato ad Auschwitz #Wattys2015Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora