La fuga

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Di Alexander non c'erano più notizie . Sara però non ne sapeva niente . Un giorno allora decisi di parlare con lei così dopo tanto tempo riandai al filo spinato . Quando mi vide mi guardò con indifferente e disse :" Pensavo che mi avessi abbandonato anche tu." Rimasi in silenzio e continuò :"Perché non sei più venuto ?" Io risposi :" Era meglio così se non volevamo tradire Marco ." Lei rimase scioccata e non parlò . Dopo un po' gli dissi :"Devo parlati di Alexander , lui forse è morto ." Lei iniziò a piangere e a gridare il suo nome . Io gli dissi che mi dispiaceva e rimasi lì per tutto il tempo nonostante il freddo tremendo che c'era . Quando finì mi disse :" Grazie per essere rimasto Edward." Io sorissi dalla gioia perché aveva smesso di piangere , poi andò via .

Il giorno dopo lei mi chiese :" Come è morto e soprattutto dove ?" Io risposi che era andato in infermeria ed lì si moriva . Ci fu silenzio e poi disse :" Dobbiamo andare in infermeria per vedere se è vivo!" Io risposi che era pericoloso ma lei non ne voleva sapere . Per Sara avrei fatto qualunque cosa e quindi decisi che la notte successiva saremmo andati in infermiera. Ad aiutarci ci sarebbe stato Feri perché Sara avrebbe dovuto scavalcare il filo in un modo o nell'altro. La sera successiva arrivammo all'infermeria . Io ero agitato perché se i nazisti ci avrebbero visto ci avrebbero uccisi . Ma di questo non me ne importava molto perché pensavo che sarei morto ad Auschwitz. Guardammo dalle finestre l'interno dell'edificio . C'erano molti letti nei quali c'erano cadaveri coperti dai lenzuali bianchi e persone ancora vive . Non vedemmo Alexander e Sara perse le speranze . Ferì disse :" Guardate lì vicino c'è il cancello !" In lacrime lei chiese :"E allora ? I nazisti lo aprono solo quando passano i loro camion ." Lì vicino c'è n'era uno , Feri lo indicò e scappamo . Salimmo sopra ci nascosimo dietro delle scatole di legno . Il camion dopo un po' partì e noi uscimmo da Auschwitz . Eravamo tutti felici perché ora si che potevamo sopravvivere alla guerra e continuare la nostra vita . Non sapevevamo la destinazione del mezzo ma non ci importava l'importante era che eravamo liberi .

Ricordi da un passato ad Auschwitz #Wattys2015Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora