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I miei ricordi ansiosi, la mia simpatia e i miei migliori auguri sono irresistibilmente eccitati ogni volta che, in qualsiasi paese, vedo una nazione oppressa dispiegare le bandiere della libertà -George Washington
***
Sapevo cosa sarebbe arrivato quel giorno. O per meglio dire; chi sarebbe arrivato.

Era il giorno degli amici e delle famiglie. Il nome sembrava orribile come la giornata. Visto che ero lì da poco tempo mia madre non poteva ancora venire, e nemmeno i miei amici. Prima di tutto, non avevo realmente amici quindi non avevo nessuno da invitare, e secondo non mi era ancora permesso vedere nessuno del mondo esterno.

Però Harry avrebbe avuto delle visite, visitatori che non sapevano ancora della mia esistenza. Visitatori che sarebbero stati tutto fuorché felici di vedermi lì, e, peggio, di sapere che condividevo la stanza con Harry.

'Quindi Ginny sarà sicuramente qui,' parlò Harry. Sapevo che era nervoso per questo 'giorno delle famiglie'. Aveva iniziato a borbottare da quando il sole aveva cominciato ad illuminare la terra. 'Credo che anche Hermione verrà, forse porterà Ron. Ma non sono sicuro, Ron non è venuto la scorsa volta.'

'Ti rende nervoso?' chiesi improvvisamente. Eravamo entrambi seduti nel salotto, uno accanto all'altro. Le ragazze si stavano fancendo tutte i propri affari. Lucia stava guardando silenziosamente un cartone alla tv, Honey stava leggendo un libro, Lydia stava colorando un disegno e Serena stava fissando distrattamente fuori dalla finestra.

'Cosa?' chiese Harry, sorpreso che avessi domandato qualcosa. 'Sei nervoso di incontrare di nuovo i tuoi amici? L'ultima volta che ho chiesto non eri sicuro a che punto fosse la tua relazione con Ginny e-'

'Lo sono,' disse e per un momento fummo entrambi sorpresi dalla durezza del suo tono. 'Sono molto nervoso di incontrarla di nuovo. Merita molto di più. Merita un ragazzo che sia in grado di essere lì per lei, che può abbracciarla durante la notte. Io non posso farlo se sono qui, sono il peggior fidanzato del mondo.'

'Sono convinto al cento per cento che lei non la pensi così,' iniziai. 'Fu lei a consigliarti di venire qui no?' gli dissi, dandogli la prima spiegazione. Il ragazzo corvino annuì lentamente, lasciando che le mie parole si insinuassero nella sua testa. 'E ti ama, l'ho visto con i miei occhi quando-'

Quando Lord Voldemort ti aveva "ucciso". Le parole erano sulla mia lingua ma le cacciai prima di poterle dire ad alta voce.

Se il ragazzo dagli occhi verdi aveva capito come volevo finire la frase non lo fece vedere. Speravo solo che non tirasse nuovamente fuori l'argomento.

'È questo il punto,' disse, ignorando cosa avevo detto proprio come avevo sperato. 'Non sono sicuro di amarla al cento per cento, non più almeno.'

'Oh,' sussurrai mentre sentivo le guance diventarmi rosse. Era il modo nel quale il mio corpo aveva reagito a questa novità, ma ciò non significava che mi piaceva. Mi faceva sentire come un'adolescente. 'Beh, credo tu debba scoprirlo,' iniziai, non sapendo cosa dire o come reagire appropriatamente. 'Qualsiasi cosa tu abbia intenzione di fare, falla velocemente. Non puoi giocare con i suoi sentimenti. Merita di ricevere più rispetto da un ragazzo.'

'Ne sono consapevole,' borbottò. 'Ho pensato che oggi possa aiutarmi a capire cosa fare con, lo sai, questo stupido sentimento che ho dentro di me.'

Come per riflesso appoggiai la mia mano sottile e fredda a quella più piccola e calda di Harry. 'Starai bene,' dissi, non realizzando completamente cosa avevo appena fatto. I suoi occhi verdi guardarono le nostre mani, e poi  incotrarono i miei e mi sentii il viso andarmi a fuoco. Ancora.

Mi fece sentire un po' meglio sapere che il rossore che aveva colorato le mie guance aveva tinto anche le sue. Anche se entrambi stavamo arrossendo, nessuno dei due aveva intenzione di togliere la mano.

'Sai che cosa dirai ai tuoi amici?' Cercai di iniziare una conversazio con il ragazzo seduto di fianco a me. 'Onestamente,' iniziò e dopo ciò un sospiro lasciò le sue fantastiche labbra rosse. 'Non ne ho la minima idea. L'ultima volta Hermione finì per piangere per dieci minuti a dirotto e Ginny mi guardò con un viso pallido mentre cercava di consolarla.'

'Sembra come uno dei miei compleanni,' scherzai, facendo ridere il ragazzo corvino. 'Allora i tuoi compleanni sembrano meglio dei miei,' scherzò lui, facendomi scoppiare a ridere.

All'improvviso la porta si aprì rivelando la Dottoressa Dolan. Indossava un bel vestito a fiori che la faceva sembrare ancora più bassa.

'Harry, puoi venire con me? I tuoi amici sono arrivati,' disse, sperando che lui effettivamente la seguisse. Harry annuì solamente prima di alzarsi e lasciare la mia mano, mi fece sentire stranamente solo.

'Speriamo bene,' disse credendo che io non lo avrei sentito. 'Buona fortuna.' Harry Potter si merita tutto il bene del mondo, non si merita il dolore e nemmeno tutto ciò che gli è accaduto fino ad ora. Si merita la felicità, l'amore, la gentilezza. Da quel momento feci una promessa a me stesso di dargli quello. Di dargli un futuro felice.

'Sono sicuro che starai bene,' lo rassicurai prima che uscisse dalla porta. I suoi occhi trovarono i miei un'ultima volta prima che se ne andasse.

Tutto ciò che potevo fare era sperare che andasse tutto bene.

Ma ancora, non dovrei interessarmi del benessere di Harry.

Aftermath -drarry (trad. ita.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora