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Più in alto costruisci i muri intorno al tuo cuore, più cadi quando qualcuno li abbatte -sconosciuto
***
Il suo nome era Zion Xanderson. Aveva uno sguardo strano. Durante la cena si limitò a fissarci tutti, senza dire una parola. Non avevo il diritto di giudicarlo visto che non mi ero comportato diversamente durante la mia prima cena con il gruppo.

Gli unici movimenti che faceva erano quando mangiava, ed erano lievi e armoniosi. Non sembrava che il rosso avesse qualcosa di sbagliato, il suo viso perfettamente simmetrico e i suoi capelli perfetti lo rendevano irreale. Sembrava quasi perfetto.

Sapevo che era solo apparenza. Negli anni avevo imparato che c'era molta differenza tra come appare e come è realmente una persona. Zion poteva essere un completo stronzo a cui piaceva sputare addosso ai cuccioli, ma poteva anche essere il tipo di ragazzo che coccola tutti i cuccioli del rifugio locale come volontario. Era difficile da leggere, soprattutto perché non si era lasciato sfuggire nemmeno una parola, a parte il suo nome ovviamente.

'Quindi,' cercai di iniziare una conversazione o con il ragazzo corvino o con la ragazza mora con cui avevo fatto amicizia. 'Credete che ci faranno mai andare fuori?'

Ero stato lì dentro per quasi tre settimane e stavo diventando pazzo. Ad essere onesti, non avevo mai passato molto tempo all'aperto. Preferivo le mura sicure della casa in cui ero cresciuto. Tuttavia, la primavera era appena iniziata quindi il tempo stava diventando sempre più bello, un po' di vitamina D non fa male a nessuno.

'Quando lascerai questo posto,' parlò Lucia ancor prima che l'altro ragazzo potesse pensare a cosa dire. 'Veramente?' chiesi, alzando le sopracciglia in sua direzione. 'Ma l'aria fresca fa bene, vero? Non fa male a nessuno andare fuori per un po' e stare all'aria aperta di nuovo.'

'Sono d'accordo,' disse improvvisamente il corvino. I suoi occhi verdi trovarono i miei e immediatamente un sorriso si fece largo sul mio viso. 'Non farà male respirare un po' d'aria pura di nuovo e sentire l'erba fresca.'

'Visto,' precisai quando i miei occhi lasciarono i suoi e trovarono quelli di Lucia. 'Non sono l'unico che desidera un po' di libertà.'

Prima che potessimo iniziare una discussione, la porta si aprì ed entrò Cecilia con il suo solito sorriso. 'Buonasera,' disse, mettendo il dolce sul tavolo. I suoi occhi presto individuarono il ragazzo rosso e il suo sorriso crebbe ancora di più. 'Tu devi essere il nuovo ragazzo!' urlò felice  'Io sono Cecilia,' parló con calma. 'Come posso chiamarti?'

‘Zion,’ rispose lui facendoci sentire per la prima volta la sua voce. Era roca e bassa e mi dava i brividi. ‘Benvenuto Zion. Se hai bisogno di qualcosa chiedi pure, va bene? Siamo un gruppo unito e nessuno ti giudicherà.’

Lui annuì, non volendo parlare ancora. Non potevo biasimarlo, avevo agito allo stesso modo i primi giorni che avevo passato qui. Fino a che non avevo scoperto che gli altri erano amichevoli e gentili, fino a che non avevo scoperto che non mi avrebbero giudicato. Eccetto Lydia forse, ma il suo giudicare era simbolo di insicurezza.

‘Cecilia,’ parlai prima che l’infermiera se ne andasse. ‘Credi che la Dottoressa Dolan ci darà il permesso se le chiedessimo di uscire? Credo che un po’ di aria fresca ci farebbe bene, anche un po’ di sole.’

Mi guardò un attimo dubbiosa prima di annuire lentamente. ‘Questa è veramente una buona idea ragazzo mio,’ disse l’infermiera con un sorriso. ‘Chiederò appena possibile. Forse accetterà visto che domani è venerdì, potremmo andare fuori invece di fare la serata gioco. Come vi sembra?’

‘Assolutamente fantastico,’ accettai iniziando a mangiare il gelato che mi aveva dato. Tutti gli altri avevano già finito il loro quindi dovevo sbrigarmi se volevo parlare con Harry nella nostra stanza. ‘Può  anche essere un buon modo per conoscervi meglio, vi farà diventare un gruppo più unito,’ aggiunse lei come se cercasse le argomentazioni giuste da usare per convincere la nostra terapista.

Una volta finito il mio dolce ci permisero di lasciare la mensa. I miei occhi trovarono quelli marroni di Zion e mi chiesi se avrebbe trovato la sua stanza da solo. Una parte di me voleva aiutarlo, ma un’altra parte mi diceva che sarebbe riuscito a trovarla da solo. Era un uomo adulto, no? Il rosso non ci aveva rivolto parola da quando era arrivato quindi ce la poteva fare da solo.

Ancora una volta il mio egoismo vinse la battaglia interiore e, così, seguii Harry fino alla nostra stanza.

‘È strano,’ disse il ragazzo corvino una volta entrati nella stanza. I miei occhi si posarono sulla cornice che copriva il buco nella parete. ‘Sono d’accordo,’ dissi onestamente, ‘ma io ero uguale quando sono arrivato qui.’

‘Non esattamente,’ disse il ragazzo dagli occhi verdi, ‘tu mi infastidivi, lui no.’

Una risata scappò dalle mie labbra e tirai un cuscino in direzione di Harry. Lo colpì allo stomaco e lui sorrise malignamente. ‘Non avresti dovuto farlo,’ disse prendendo il suo cuscino. Il mio era già andato quindi, quando mi attaccò, non avevo niente per difendermi.

‘No!’ urlai, speravo che si fermasse. Ma allo stesso momento speravo che non finisse mai di comportarsi così. I suoi movimenti, i suoi occhi e le sue parole erano spensierati. Per un momento non sembrava il ragazzo che aveva affrontato le cose peggiori che la vita gli poteva offrire. Sembrava essere solo un babbano con una vita normale.

‘Ti prego non colpirmi!’ Dissi ancora, ma il ragazzo non si fermò. Mi colpì gentilmente con il cuscino, facendoci ridere entrambi. Cercai di prendere il mio cuscino sull’altro letto, ma, prima di poterci arrivare, venni colpito duramente alla gamba e caddi sul pavimento.

‘O mio dio,’ parlò Harry con un tono colpevole inginocchiandosi velocemente accanto a me. Le risate si erano fermate lasciando la stanza silenziosa. Coprii il mio ginocchio con le mani, facendo finta di essermi fatto male. ‘Mi dispiace, non volevo farti male,’ disse. ‘Stai bene?’

Il mio sguardo vagò sul cuscino che aveva appoggiato accanto a me. ‘Mi fa male il ginocchio,’ mentii sperando che Harry fosse troppo distratto dal mio “dolore” per accorgersi che avevo afferrato il suo cuscino.

‘Mi dispiace così tanto,’ parlò ancora prendendomi il ginocchio. Una scossa mi attraversò tutto il corpo, facendomi rabbrividire leggermente. Le sue mani scaldarono tutto il mio corpo. Il cuscino, che tenevo prima in mano, cadde per terra quando l’atmosfera nella stanza cambiò.

‘Non essere dispiaciuto,’ dissi con una voce tremante e roca. ‘Non hai niente di cui dispiacerti.’

Non ero interamente sicuro di star parlando solo della lotta con i cuscini. Non ero sicuro di niente che non fosse la sua presenza. L’unica cosa che riuscivo a pensare era che le sue mani erano ancora sul mio ginocchio e che stavo veramente bene quando eravamo insieme.

E così ci stavamo avvicinando ancora. Ogni fibra del mio corpo mi urlava di toccarlo, di sentirlo sempre più vicino. Non avevo mai voluto niente di più nella mia vita che sentire le sue soffici labbra sulle mie, che sentire lui.

Il suo respiro mi accarezzò il viso, trattenni il respiro aspettando che si avvicinasse ancora di più. Le mie mani si fecero strada tra i suoi capelli e il suo viso si fece più vicino.

I suoi occhi verdi guardarono nei miei con amore e desiderio. Sapevo di avere quello stesso sguardo, annuii sperando che chiudesse finalmente lo spazio che separava le nostre labbra. L’unica cosa che esisteva per me in quel momento era lui. Era bello da togliere il fiato, così prezioso.

Ma prima di avere l’opportunità di rompere la distanza, qualcuno bussò. Appena ci accorgemmo in che posizione ci trovavamo, Harry si era allontanato. La porta di spalancò e si rivelò essere Cecilia.

‘Buone notizie ragazzi,’ urlò felice. ‘La Dottoressa Dolan ha accettato il vostro piano. Domani mattina potrete finalmente respirare un po’ di aria fresca. Non è fantastico?’

Nessuno dei due rispose alle sue parole eccitate. All’improvviso non mi interessava della mia stupida idea, l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era il ragazzo corvino. La realtà mi colpì un po’ più forte quando realizzai che aveva una ragazza, e che io ero solito odiarlo. C’era anche una parte di me che si chiedeva che cosa provavo per lui, un ragazzo.

Quando i miei occhi incontrarono i suoi capii che stava pensando le stesse cose

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 23, 2022 ⏰

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Aftermath -drarry (trad. ita.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora