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Resisti per la cara vita
Finché non sarà tutto finito, noi saremo vivi
E dare fuoco alla paura -Ruelle; fear on fire
***
Lampi e fulmini stavano attaccando il mondo esterno. La luce causata dai lampi entrava nella stanza attraverso le tende facendomi rabbrividire sotto le calde coperte.

I lampi e i fulmini mi avevano sempre spaventato. Quando ero piccolo pensavo che il cielo fosse arrabbiato con me, che mi voleva punire per il mio comportamento. Non mi è mai piaciuto come i tuoni sembrano superare i muri spessi. Non mi è mai piaciuto come i fulmini possano colpire qualcuno che amo. Ciò che mi spaventava di più era che non potevo fare niente al riguardo. Il controllo è qualcosa che, non solo io ma anche molti altri, amavo.

Stare lì sdraiato, nel bel mezzo della notte mentre il mondo fuori sembrava arrabbiato con me, mi fece sentire vulnerabile. Tremavo mentre cercavo di coprirmi con più coperte possibili per sentirmi di nuovo al sicuro e al caldo.

Un fulmine colpì la terra fortunatamente lontano da qui, seguito da un rumoroso tuono che mi fece emettere un respiro tremolante. I giorni in cui mi potevo nascondere nelle braccia di mia madre erano finiti. Di tutte le cose del mondo di cui potevo aver paura, questa era l’unica che mi spaventava veramente. Era sciocco ma vero.

Arrivò un altro fulmine e io tremai ancora di più. Non importava quanto cercassi di riscaldarmi, non stava funzionando. Prima che il prossimo tuono potesse entrare nella stanza, una voce parlò.

‘Draco?’ sentii l’altro ragazzo chiedere gentilmente. ‘Draco, stai bene?’

Fu solo in quel momento che mi resi conto che dei singhiozzi stavano lasciando le mie labbra da qualche minuto ormai. ‘Draco?, chiese insicuro dopo un minuto di silenzio. ‘Sì?’ borbottai da sotto tutte le coperte. ‘Cosa sta succedendo? Hai paura del temporale?’

Mi fu difficile mettere da parte il mio orgoglio e ammettere che cosa stava realmente accadendo. Sapevo che Harry non avrebbe riso di me. Ma c’era ancora una parte di me che mi diceva che era una cosa da ragazze avere paura, che non mi stavo comportando come un uomo. Mi sentivo un fifone, un idiota.

‘Sì, ho paura,’ le parole fuoriuscirono dalla mia bocca prima che il mio orgoglio potesse fermarle. Avere paura di qualcosa che poteva durare ore senza l’aiuto di nessuno era orribile. Qualcosa che non volevo fare quella notte. Specialmente se c’era qualcuno che mi poteva aiutare.

‘Vuoi..?’ chiese Harry, fermandosi per un momento. Sembrava insicuro e, anche se ero spaventato, volevo che si sentisse a suo agio, sicuro. Sentii dei passi venire verso di me, mi fece sentire abbastanza confuso e decisi di abbandonare le coperte che mi ero messo addosso. ‘Posso, per favore..?’

Non finì la sua domanda nemmeno questa volta. Non ce n’era bisogno, sapevo cosa voleva. Prima che la mia mente potesse dubitare, prima che potessi pensare alle conseguenze, annuii e un fulmine colpì il suolo da qualche parte lontano da qui. Le mie mani allontanarono qualche coperta e gli permisi di stendersi accanto a me. La prima cosa che notai fu il suo calore, calore che volevo disperatamente. Potevo sentire il suo corpo e, anche se non potevo vederlo, sapevo che eravamo vicini.

‘Mi dispiace di averti svegliato,’ parlai dopo un silenzio confortevole. ‘E mi dispiace che tu debba farmi da babysitter'

‘Non mi sento un babysitter,’ disse Harry, sentii il suo respiro e un brivido mi pervase. ‘Non mi dispiace stare sdraiato con te, nel caso non l’avessi notato, non dormo molto,' disse, facendomi ridere silenziosamente. ‘No, non l’ho notato affatto,’ dissi sarcastico, facendolo ridere.

Un altro tuono sorpassò i muri facendomi sobbalzare. La paura stava scorrendo nel mio corpo, ma poi sentii una mano prendere la mia.

‘Va tutto bene,’ sussurrò Harry, cercando di calmarmi. ‘Sei al sicuro, chiunque tu pensi che verrà a prenderti dovrà affrontarmi prima e sai quando è difficile battermi.'

Nonostante tutta la paura risi, mi fece sorridere. Mi aveva anche riscaldato soltanto tenendomi la mano.

‘Perchè sei così gentile con me?’ Mi chiesi ad alta voce. Sapevo di averlo chiesto almeno mille volte ma mi sembrava ancora un sogno essere suo amico.

Non ero nemmeno sicuro che fossimo amici. Ma non eravamo più nemici.

‘Perchè sei così gentile con me?’ mi chiese di rimando e io gli diedi una leggera gomitata nel fianco. ‘Perchè ti ho trattato di merda per così tanti anni, e mi dispiace,’ reagii, decidendo che sarebbe stato infantile non farlo. ‘È bello sapere che stai con me solo a causa dei tuoi sensi di colpa,’ parlò il ragazzo accanto a me e io non riuscii a capire se stava scherzando o se stesse dicendo seriamente.

‘No, ovviamente quella non è l’unica ragione!’ Dissi ma, prima che potessi aggiungere qualcosa, la stanza si riempì con la luce di un altro fulmine e io tremai leggermente con l'arrivo di un tuono. ‘Ti tratto in questo modo anche perchè mi piaci,’ borbottai realizzando che sembravo un tipo strano. ‘Come amico ovviamente.'

Appena dissi ciò sentii il ragazzo corvino spostarsi più vicino a me, tenendomi sempre la mano e dandomi una sensazione di sicurezza. ‘È una bella cosa,’ affermò gentilmente prima di farmi avvicinare ancora di più. Il calore della sua pelle mi faceva volere ancora di più. Avevo bisogno di un po’ di calore; avevo bisogno di qualcuno che mi abbracciasse. ‘Perchè anche tu mi piaci,’ disse permettendomi di scivolare tra le sue braccia. Per un momento ripensai a cosa stavamo facendo. Non avevo idea di cosa stavo facendo, ma sapevo che era bello. Estremamente bello. Tutto il resto non importava.

Un altro tuono entrò nella stanza, ma questa volta non tremai. Perché questa volta avevo il mio personale protettore che si assicurava che non mi facessi male. Questa volta non ero solo. Non avevo niente di cui avere paura perché sapevo che ero protetto, mi fece sentire incredibilmente amato e voluto. Mi fece sentire di nuovo al caldo.

Questa volta avevo Harry Potter a proteggermi.

Aftermath -drarry (trad. ita.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora