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A volte pensiamo di voler sparire, ma vogliamo solo essere trovati -anonimo
***
Delle gocce rosse cadono sul pavimento. Un dolore lancinante alla mano.

Mi aspettavo che colpire la parete mi avrebbe fatto sentire qualcosa. Dolore, delusione, odio. Ma oltre al dolore lancinante non sentivo niente.

La porta si aprí. 'Draco?' sentii una voce chiamarmi ma non riuscivo a vedere chi fosse. I miei occhi erano concentrati sul sangue che mi scorreva sulla pelle. 'Che cosa hai fatto Draco?' Sentii la voce chiedere ancora e ricobbi che appartenava a Harry. 'Stai bene?'

'N-No' dissi. 'No, n-non sto bene.'

'Perché lo hai fatto?' mi chiese gentilmente il ragazzo che è sopravvissuto, ma io non risposi. 'Andiamo' sussurró. 'Devi venire in bagno con me, ce la fai?'

C'era qualcosa nella sua voce che mi fece reagire senza pensarci due volte. Sembrava gentile, premuroso. Desideravo delle attenzioni.

'Bene' disse felice quando il mio corpo riuscì ad alzarsi. 'Ti parlerò nel mentre va bene? A meno che tu non voglia che io stia zitto.'

'No' dissi con la voce spezzata. 'Parlami. Mi piace la tua voce.'

Un piccolo sorriso spuntó sulla faccia del ragazzo. 'Davvero?' chiese. 'Mi posso solo immaginare il perché.'

Prese la mia mano sana e mi condusse fuori dalla camera. Il corridoio bianco sembrava più freddo del solito. Sentii delle risate e dei pianti. Questo posto era tutto in una sola volta, tutte le emozioni che si potessero provare.

'Siamo quasi arrivati, ce la fai?' mi chiese Potter. Il verde trovò il grigio e quando successe annuii al ragazzo di fronte a me. 'Sono felice di sentirlo.'

Entrammo nel bagno vuoto. La prima cosa che Harry fece fu aprire il rubinetto, facendomi tremare. 'Starai bene', mi disse ricordandomi le parole che avevo detto a Lucia non molto tempo prima. 'Sei al sicuro qui.'

Non c'erano specchi quindi non potevo vedere come ero. I miei occhi bruciavano a causa di tutte le lacrime versate, i miei capelli erano un disastro visto che li avevo tirati un po' troppo, e i miei vestiti erano impregnati del mio stesso sangue.

'Credo che sia meglio se prima tieni la mano sotto l'acqua fredda, va bene?'

Annuii ancora, poi Harry prese dolcemente la mia mano ferita. Quando la mia mano entrò in contatto con l'acqua fredda il mio corpo rabbrividí automaticamente. 'Shh' sussurró Harry mentre si assicurava che tutto il sangue fosse stato portato via dall'acqua. Poi iniziò a massaggiare delicatamente le parti della mia mano che non erano coperte di sangue.

Questo suo atto di gentilezza mi sorprese, ma quando i miei occhi cercarono i suoi li vidi puntati sulla mia mano. Si rifiutavano di guardare nei miei.

'Fa male?' chiese il ragazzo corvino, fissando sempre la mano. 'Un po'' ammisi con la mia voce, non con quella rotta.

'Quindi, perché lo hai fatto?'

'Per sentire' ammisi vergognandomi un po'. 'Per sentire?' Mi chiese Potter sorpreso. 'Perché non dovresti sentire?'

'Era troppo per me, Lucia non si merita ciò che ha passato. Gli uomini sono orribili.'

'Ti rendi conto di essere un uomo vero?'

Sorrisi, non era un gran sorriso. Ma un sorriso era meglio di niente. 'Certamente, ma non è giusto.'

'La vita non è giusta' disse l'altro ragazzo lasciando finalmente andare la mia mano. 'Ti fascio la mano con delle bende e poi puoi andare.'

'Perché lo stai facendo?' mi chiesi ad alta voce. 'Cioè, tu mi odi.'

'Non ti odio,' negò l'altro ragazzo. 'È solo che non mi piaci, ma dopo ciò che hai fatto oggi per Lucia, non lo so, se puoi essere gentile con chi ne ha disperatamente bisogno allora dovrebbe esserci qualcuno che lo sia con te.'

'C'è qualcuno là fuori che lo è con te? Cioè, sei qui da più tempo di me, avrai fatto amicizia con qualcuno,' sottolineai sapendo che Harry non aveva amici lì. 'Non esattamente.' Sussurró abbastanza alto da sentirlo. 'Non ho parlato molto con gli altri.'

'Oh' provai a essere sorpreso fallendo. 'Perché no? Credo siano carini, nel loro pazzo modo ovviamente.'

'Parla quello che ha appena fatto un buco nella parete di mattone. Credo tu sia pazzo quanto loro.' Disse Harry dopo aver preso la cassetta di primo soccorso. La aprì e prese delle bende per fasciarmi la mano.

'Non ho mai detto di non essere pazzo perché, beh, lo sono'

'Loro non mi capiscono,' cercò di spiegare Harry. 'È così strano stare in una stanza piena di persone che non sanno cosa ho passato. Non sanno le battaglie che ho combattuto, non mi vedono come una sorta di celebrità. Per loro sono solo un altro pazzo con dei pazzi problemi mentali che non riesce a risolvere da solo. Non sanno che tipi di demoni affronto ogni giorno.'

'Nessuno lo sa,' fu tutto ciò che dissi. 'Non posso vedere i tuoi demoni e tu non puoi vedere i miei. Sono nascosti nella nostra testa. Credo che tu ti senta perso dopo tutti quegli anni in cui le persone cercavano di attirare la tua attenzione solo perché eri un eroe. Qui non sei un eroe, qui sei come loro. Forse ti manca quell'attenzione, ti manca essere un eroe. È possibile e non è strano.'

Le mie parole lo fecero arrabbiare. Il ragazzo corvino lasciò la mia mano e se ne andò. Così. Senza dirmi altro. Questo mi fece sentire ancora peggio se possibile. Anche se mi sentivo in colpa non avevo intenzione di seguirlo sapendo che non c'era niente che avrei potuto dirgli ora. Una scusa sembrava così debole alle mie orecchie.

Avevo respinto l'unica persona che voleva aiutarmi, ancora. Forse questa era l'unica cosa in cui ero bravo. Far del male agli altri e a me stesso.

Aftermath -drarry (trad. ita.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora