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E lo so che ti senti come se tutto
Stesse svanendo nel vento
Ma non permettere che entri il temporale
Perché lo so che riuscirai ad andare oltre
-Oh wonder; Landslide
***
'Non è andata bene per niente, vero?' Mi chiese Cecilia gentilmente dopo essere venuta a prendermi dallo studio della Dott.ssa Dolan. 'No, per niente.' Ammisi asciugandomi una lacrima sulla guancia. 'Come sta Serena?' Chiesi, non avevo sentito più di lei da quella mattina. Non era a pranzo e mi chiesi se ci avrebbe raggiunto a cena.

'Non molto bene' mi rispose. 'Ma questo è tutto ciò che posso dire. Devo dire che è molto gentile da parte tua chiedere di lei. Forse potreste diventare amici, potrebbe essere carino.'

No, non sarebbe stato per niente carino.

'Già,' dissi non volendo iniziare un'altra conversazione. Presto raggiungemmo il salotto dove c'erano anche gli altri. 'Lydia, sei la prossima.' Disse Cecilia. 'Non vedo l'ora di vedere la Dott.ssa Dolan!' urlò. Lydia si alzò di scatto e seguì l'infermiera fino allo studio della dottoressa.

'È pazza,' qualcuno disse. Mi girai e vidi una ragazza, che si chiamava Honey, che mi fissava con occhi spalancati. 'È solo più brava a nasconderlo, credo.'

'Honey, non è così?' Chiesi. La ragazza annuì e mi fece spazio in modo da potermi sedere accanto a lei su quel divano scomodo. Nell'angolo c'era una televisione su cui si poteva guardare uno stupido cartone. Nessuno era interessato, tranne Harry. I suoi occhi verdi erano fissi sullo schermo. Sembrava che non si fosse nemmeno accorto che fossi entranto nella stanza, sembrava che non gli interessasse.

'Lydia è una ragazza complicata. Nasconde il suo dolore, le sue lacrime e le sue paure dentro di sé. Ogni tanto esplode. Butta fuori tutte le sue emozioni insieme e ti racconta tutto ciò che ci sta nascondendo.'

'Sembra che tu la conosca da tanto.' Sottolineai, realizzando solo dopo che probabilmente loro erano qui da molto tempo. 'Lo so.' Mi rispose. 'È arrivata qui tre mesi fa, io sono arrivata un mese dopo.'

Alzai un sopracciglio a quella risposta e mi chiesi da quanto tempo Harry fosse lì dentro.

'E gli altri?' chiesi, cercando di non sembrare interessato solo ad Harry. Sfortunatamente Honey sembrò capace di leggermi il pensiero. 'Harry è qui da quasi tre settimane credo. Prima che tu arrivassi non parlava con nessuno. Qualche minuto fa l'ho sentito parlare con Cecilia. Devo ammettere che ha una voce adorabile. È un peccato non parli molto.'

Non potevo reagire sapendo che lui poteva sentirmi chiaramente.

'Vi conoscete bene?' continuò. Non potevo biasimarla per averlo chiesto. Doveva sentirsi sola, con nessuno con cui parlare. Il mondo sembrò fermarsi lì. Il tempo sembrò fermarsi.

'È divertente.' replicai, non volendo darle una risposta. 'È proprio ciò che la Dott.ssa Dolan mi ha chiesto.'

Honey capì e non mi fece altre domande. Il suo sguardo vagó sulla parete rossa davanti a lei. Anche il mio sguardo vagó, verso la televisione. O meglio: il ragazzo seduto davanti ad essa.

Sembrava perfettamente normale. Sì, indossava la stupida uniforme, che consisteva in una maglia blu e dei pantaloni, che tutti sembravano indossare ma non c'era posto per lui qui. Era pazzo, come tutti gli altri. Questa era l'unica cosa che avevamo tutti in comune.

Un paio di occhi verdi incontraro i miei azzurri. Harry mi aveva visto mentre lo fissavo, ma io mi rifiutai di guardare altrove. Tutto di lui sembrava lo stesso. I suoi capelli neri, i suoi stupidi occhiali rotondi. L'unica cosa diversa erano gli occhi. Non brillavano più.

Il fatto che non avessi distolto lo sguardo lo incoraggiò a fare altrettanto. Il cuore mi iniziò a battere un po' più veloce quando mi accorsi che nemmeno lui voleva arrendersi.

'State avendo una gara di sguardi o cosa?' chiese qualcuno seduto vicino a me. Ruppi il nostro contatto visivo e mi girai verso Honey, che ci guardava con le sopracciglia alzate. Non risposi e non lo fece nemmeno Harry.

'Ragazzi.' Disse dopo aver sospirato profondamente. Si alzò dalla sedia e ci lasciò soli. Una parte di me voleva che Harry mi parlasse, una parte di me voleva sentire la sua voce. Ma questa era solo una parte, l'altra parte, la più grande, voleva che stesse zitto. Una parte di me sperava che non mi rivolgesse più la parola.

'È stata abusata sessualmente, sai,' disse improvvisamente dopo un po' di silenzio. 'Scusami?' Chiesi abbastanza confuso di cosa stesse parlando. 'Lydia' spiegò il ragazzo moro.  'È stata sessualmente abusata da molti uomini. Credo suo padre sia uno di questi. Sua madre non le credette quando ebbe finalmente il coraggio di raccontarlo.'

'Perché me lo stai dicendo?'

Alzò le spalle prima di parlare ancora. 'Non voglio che tu la giudichi prima di sapere la sua storia. Hai giudicato le persone per tutta la tua vita, dovresti smettere. Quindi eccola, la ragione per cui l'ha persa.'

'Beh,' dissi, 'grazie per avermelo detto.'

'Volevo solo che tu sapessi perché potrebbe diventare violenta con te. Disprezza gli uomini e non posso biasimarla dopo quello che ha passato.'

'Nemmeno io.' Dissi onestamente. Per la prima volta mi sentii veramente connesso ad Harry, anche se stavamo avendo una normale conversazione su qualcun'altro. 'Grazie, ancora.'

Non rispose ma guardò dall'altra parte, di nuovo alla televisione dove stavano dando un altro cartone. Sembrava soddisfatto, calmo. Mi piaceva molto di più questo Harry di quello violento.

Però allo stesso tempo non mi piaceva per niente Harry.

Aftermath -drarry (trad. ita.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora