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Non sono mai stato davvero pazzo se non in occasioni in cui il mio cuore è stato toccato. -Edgar Allan Poe
***
Mi lasciavo trascinare dei miei piedi fino alla nostra stanza. Il ragazzo corvino camminava accanto a me, guardandosi nervosamente i piedi. Questo suo strano comportamento mi sorprese.

Mi chiesi immediatamente se dovessi domandargli qualcosa o meno. Una parte di me voleva veramente farlo, ci tenevo alla sua salute. Ma c'era un'altra parte che mi diceva di lasciar correre. Era un ragazzo adulto e se avesse voluto parlarne lo avrebbe già fatto no?

Però io non chiedevo mai aiuto a nessuno, pensando di potermela cavare da solo. Pensando che chiedere aiuto fosse un gesto di debolezza.

Tuttavia, vedendo dove ero finito, notai che questo mio metodo non mi aveva aiutato per niente.

Forse se avessi chiesto aiuto prima la mia vita sarebbe stata diversa. Forse sarei stato più felice. Sapevo che queste erano solo possibilità. Cose che sarebbero potute succedere.

'Harry,' chiesi dopo una battaglia interna che mi aveva portato alla pazzia già molte altre volte. 'Stai, ehm, bene?'

La mia voce era un po' tremolante. Sapevo che Harry mi poteva urlare contro in ogni momento e, visto che era stato bene quella sera, dovevo essere ancora più attento a non rovinare il suo buon umore.

'Sí,' disse Harry, ma sapevo che mi stava mentendo. 'Solo un po' nervoso, credo.'

'Per cosa?'

'Ho, uhm, una piccola sorpresa per te,' mormorò il ragazzo dagli occhi verdi. 'Non sono sicuro che ti piacerà, sono nervoso per questo.'

Un sorriso genuino si formò sul mio viso. Aveva una sorpresa per me, una vera sorpresa. Questo significa che ci tiene a me, giusto? Solo il pensiero di lui che mi pensava mi faceva sentire strano. Ma in maniera positiva. Il tipo di strano che crea una bella sensazione nello stomaco. Che ti fa nascere un sorriso sulle labbra.

Ma tutto ciò significava che tenevo anche io veramente a Potter? Significava che avevo un debole per lui? Che ero stato vittima dei suoi "incantesimi"?

'Qualsiasi cosa sia,' dissi al ragazzo che camminava nervosamente accanto a me. 'Sono sicuro che la amerò. Il fatto che tu mi pensi mi fa essere felice, quindi, qualsiasi cosa sia, sono sicuro che mi farà diventare ancora più felice.'

Harry sorrise solamente e continuò, meno nervoso, a camminare verso la nostra stanza. Dopo pochi minuti la raggiungemmo.  Il mio cuore iniziò a battere più velocemente sapendo che dietro quella porta c'era qualcosa per me.

'Dopo di te,' disse il corvino, aprendo la porta. Entrai nella stanza non notando niente di diverso. 'Quindi,' iniziai, 'cos'è?'

Fu solo in quel momento che i miei occhi notarono una foto appesa al muro, coprendo il buco che avevo fatto non molto tempo prima. Per un attimo non avevo idea di cosa stessi guardando, poi la realtà mi colpì dolcemente.

'Spero tu non sia arrabbiato, pensavo che, ehm, visto che quel buco sarà lì per un bel po', sarebbe stato carico decorarlo. Ti prego non arrabbiarti con me.' Harry si era fatto improvvisamente più piccolo. Una nuova sensazione mi colpì e, prima che potessi rendermene conto, afferrai il corvino.

Ma il mio pugno non lo colpì come mi sarei aspettato. Invece, avvolsi le mie braccia intorno al suo corpo. Lo sentii irrigidirsi un attimo sotto il mio tocco. Non mise immediatamente le sue braccia intorno a me, ma, dopo qualche secondo, lo sentii circondare il mio corpo.

'Grazie,' sussurrai dolcemente. Non avevo ancora realizzato cosa stesse succedendo perciò mi stavo godendo il momento. Sentivo il calore del suo corpo, i muscoli da sotto il leggero tessuto che ci divideva. Lo sentii spingermi più vicino e posizionare la sua testa sul mio collo. Non sentivo niente in quel momento, solo una sensazione di pace e salvezza. Non sentivo niente che non fosse amore e accettazione.

Un abbraccio così non lo ricevevo da anni, o almeno non da qualcuno che non fosse mia madre.

E Lord Voldemort. Quella notte quando credeva di aver ucciso il ragazzo che è sopravvissuto. La notte in cui ho tradito tutti nuovamente.

Pensando a questo mi fece sentire male con me stesso. Mi fece odiare me stesso.

Così tanto che ruppi il contatto. Non potevo abbracciare in questo modo il ragazzo che avevo tradito più di tutti. Non potevo mostrargli supporto se avevo mostrato quello stesso supporto alla persona che aveva causato la morte di molti dei suoi familiari.

Gli occhi di Harry guardavano i miei confusi per aver rotto così bruscamente quel contatto.

'Mi dispiace così tanto,' dissi prima di, ancora una volta, fuggire in un luogo dove potessi stare da solo. Senza il ragazzo che mi aveva confuso così tanto.

Aftermath -drarry (trad. ita.)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora