Non ti ho mai dimenticata

1.1K 66 0
                                    

Volevo leggere quella lettera ma allo stesso tempo avevo paura del suo contenuto. Rimasi a fissarla per due minuti ma poi decisi di aprirla. Riconoscevo la sua grafia. Non era la prima volta che mi scriveva una lettera. Di solito erano lettere d'amore. Cominciai a leggere.
"Ciao Isabella,
Se stai leggendo questa lettera significa che non abbiamo potuto parlare. Sono tornato per restare e non ho intenzione di scappare di nuovo dai miei problemi. So che sei arrabbiata con me perché ti ho lasciata senza una spiegazione ma un motivo c'è. È molto difficile da spiegare ma voglio provarci lo stesso. Isabella sono tornato anche per te. So che non potremo mai riallacciare il nostro rapporto e dubito che tu possa perdonarmi però ti chiedo almeno di ascoltarmi. Se ci tieni a sapere come è andata incontriamoci al solito posto domani alle quattro. Ti aspetto.
Mattia"
Avevo paura di incontrarlo di nuovo perché vederlo era stato molto difficile. Però non potevo continuare a piangere ogni volta che pensavo a lui. Dovevo affrontarlo una volta per tutte e poi la curiosità era tanta.
Per due anni mi ero domandata perché se n'era andata così improvvisamente da me e dalla sua famiglia. Non capivo il motivo del suo gesto ma domani avrei scoperto tutto. Finalmente.
Quella notte non dormí molto perché continuavo a pensare a lui ed ero molto nervosa, neanche avessi un esame il giorno dopo.
Per l'appuntamento mi vestì molto semplicemente, una maglietta e dei jeans, e non pensarci troppo al trucco (avevo paura di piangere e non volevo che mi colasse il mascara un'altra volta).
Raggiunsi il luogo dell'appuntamento "il solito posto" come lo aveva chiamato Mattia. Questo posto si trovava nel parco vicino al nostro quartiere precisamente sotto all'albero di pesco che ombreggiava d'estate e proteggeva dal vento d'inverno.
Quando arrivai mi sorpresi del fatto che lui era già lì perché di solito era sempre in ritardo. Dopo un po' di esitazione decisi di raggiungerlo.
"Sei arrivata" e un sorriso gli si dipinse in faccia. Il primo sorriso dopo un sacco di tempo.
"Si sono venuta solo perché voglio sapere cos'è successo quel giorno. Dimmi la verità perché sai che odio le bugie"
"Ok. Non ho intenzione di mentirti. Siediti dai"
Mi sedetti sulla panchina vicino a lui.
"Tre giorni prima di andarmene ho ricevuto una telefonata. Era un produttore di una casa discografica che mi voleva come cantante emergente. Aveva detto che mi aveva visto in un bar a Roma e che avevo molto talento. Io li credetti e fu la cosa più stupida che avessi potuto fare"
Un momento di pausa. Non lo interruppi. Ero troppo sconvolta.
"Mi aveva riempito di complimenti però l'unico modo per poter entrare a far parte del suo gruppo era quello di trasferirmi in Danimarca dove si trovava il suo studio principale"
"Quindi tu te ne sei andato per uno stupido contratto discografico???!!!"
"Si ma fammi continuare. Ho riflettuto molto sulla mia decisione perché sapevo che ne i miei familiari ne tu avrebbero approvato. Però in quel momento ero molto confuso. Avevo una grande possibilità e non potevo perderla. Non ero nessuno allora. Niente lavoro niente contratto e quello era l'unico modo per far successo.
Sai che agisco senza pensarci troppo e ho deciso di andare. Ho preso qualche vestito e me ne sono andato."
"E dopo? Cosa hai fatto in questi due anni?"
"Appena arrivato mi sono reso conto che non esisteva nessuno studio e che era solo una truffa. Lo aveva fatto per soldi. Avevo già pagato una parte dell'affitto dell'appartamento in Danimarca e probabilmente molto altro che non ricordo. Avevo speso molto soldi solo per avere niente.
Poi avevo troppa paura per ritornare. Avevo paura della reazione tua e dei miei genitori così sono rimasto lì. Sai sembra strano ma non ti ho mai dimenticato. Isabella in questi due anni ho sempre pensato a te e a cosa ho perso quel giorno."

Sempre più lontaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora