𝑪𝑨𝑷𝑰𝑻𝑶𝑳𝑶 𝟒𝟏

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Un difetto che ho preso da mamma: non sapere mai cosa mettere per uscire di casa.

Oggi è il mio primo giorno di superiori e vorrei cercare di fare una buona impressione, ma allo stesso tempo nascondere il mio più grande segreto: sono gay. Quante volte ho cercato di parlarne ai miei genitori, ai miei amici, ma la paura di essere picchiato per strada mentre sto baciando un ragazzo mi terrorizza e l'idea di essere cacciato di casa ed emarginato dalla società accompagna le mie giornate. Quindi devo cercare di essere me stesso, ma non troppo insomma. Scendo di sotto, con lo stomaco chiuso, ma l'odore di brioches appena sfornate che ogni mattina si sente in casa mia è un caldo invito a mangiare qualcosa nonostante la voglia di vomitare.

"Quanto è figo il mio ometto? Tutto suo padre"

"Joon"

"Papà smettila. Non sarò mai bello quanto te"

"Modestamente", risponde fiero, facendomi ridere. Adoro la mia famiglia. Ho dei genitori bellissimi che si amano da morire, nonni affettuosi e tanti amici, ma pochi che vedo regolarmente. Vorrei poter gridare al mondo ciò che sono, e non rifugiarmi dietro un muro di falsità solo per essere accettato da tutti.

"Ti accompagno a scuola? Almeno per il primo giorno", chiede mamma, distraendomi dai pensieri.

"Va bene"

"Mi sembra ieri che correvi per casa con il pannolino per saltare il bagnetto. Sei cresciuto a vista d'occhio"

"Lo so mamma", dico addentando mezzo cornetto alla crema. "Andiamo se no faremo tardi"

"Certo. Prendo la borsa"

"Buona fortuna per il tuo primo giorno, figlio mio", esclama papà mentre lava le tazze.

"Grazie". Speriamo in bene...

Serendipity 𝓢𝓮𝓬𝓸𝓷𝓭𝓪 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora