𝑪𝑨𝑷𝑰𝑻𝑶𝑳𝑶 𝟔𝟐

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Dopo numerose riflessioni, pianti e momenti di confusione, sono sicuro di voler confessare i miei sentimenti a Matteo, ma ciò che mi preme è doverlo dire a Dane. Ha continuato a mandare messaggi profondi, a scuola chiede sempre di parlare in privato, ma per colpa sua ho sofferto abbastanza. Matteo mi ha sempre trattato con i guanti, consapevole del fatto che ho bisogno dei miei spazi. Come se fossi un vaso di cristallo, non ha mai alzato un dito. E' amato dai miei genitori. E da me.

Finisce un'altra giornata di scuola e vedo che se ne sta andando con una ragazza. Cerco di raggiungerlo; devo assolutamente parlargli.

"Mat, devo dirti una cosa"

"Scusa Tommaso ma sono impegnato". E se ne va.

Me ne torno a casa deluso, chiudendomi in camera senza mangiare.

Bussano alla porta.

"Chi è adesso?"

"Sono papà ma se vuoi me ne vado"

"TI prego entra"

"Cosa succede campione?"

"E' tutto un casino. Non ho voglia di mangiare, ne di uscire"

"Matteo ti ha rifiutato?"

"Non ne ho idea. Volevo buttare fuori quello che sento per lui ma se n'è andato con una ragazza. Mi sento veramente inadeguato, un buono a nulla e non so cosa fare. Mi piace tantissimo papà, ma sembra che lui come tanti altri mi stia solo prendendo in giro"

"Ascolta figliolo. Sei in un'età in cui tutto sembra che stia andando male. Anche io e mamma ne abbiamo passate veramente tante. Pieni di paranoie, ansie, preoccupazioni. Eravamo soli, i nonni non erano molto presenti, eppure siamo qui innamorati come non mai. Se lo ami, vai a cercarlo"

"Diluvia fuori"

"E quindi? La mamma non è in casa e di certo non sarò io a impedirti di uscire e raggiungerlo. Hai qualche idea di dove potrebbe essere?"

"Si"

Mi metto le scarpe velocemente e corro fuori, senza preoccuparmi di proteggermi dalla pioggia. Lui mi diceva sempre che il suo luogo preferito, dove va quando è felice o quando è triste: è un gazebo in un parco vicino a casa sua, sempre illuminato da lanterne accese solo di sera. Siamo a Maggio ormai. Correndo comincio a pensare a quanto questo anno sia passato in un batter d'occhio. Ho iniziato come un bambino, e ora sto andando incontro alla persona che mi piace molto, più di ogni altra cosa. Lo vedo mentre parla con questa ragazza, seduti sull'unica panchina sotto quel tendone bianco perla, rovinato a causa del mal tempo.

"Matteo"

"Sei tutto fradicio piccolo. Sei impazzito per caso?"; mi urla venendomi incontro aprendo l'ombrello. "Scusa Marica"

"Non preoccuparti. Vai che è la sua occasione". Ci lascia soli.

"Chi era quella Mat?"

"Un'amica"

"Quindi non stai con lei?"

"Stai scherzando coglione? Io voglio solo stare con te"

"E allora perché te ne sei andato oggi? Sai quanto mi hai fatto preoccupare? Vederti con quella ragazza mi ha spezzato il cuore"

"Mi dispiace piccolo. Che cosa volevi dirmi?"

"Ciò pensato a lungo. Io voglio stare con te"

"Sei sicuro?"

"Al 100%. Voglio te, fare l'amore con te, mangiare con te, studiare per poi finire a baciarci con una passione mai provata. Mi piaci tanto"

"Anche tu piccolo mio". Ci scambiamo un bacio, dopo veramente tanto tempo. Le nostre lingue si incontrano e nel mio cervello c'è solo una domanda: perché non c'ho pensato prima?

Serendipity 𝓢𝓮𝓬𝓸𝓷𝓭𝓪 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora