𝑪𝑨𝑷𝑰𝑻𝑶𝑳𝑶 𝟔𝟎

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"Avanti, siediti qui". Faccio accomodare Matteo sul bordo della vasca, mentre cerco la cassetta delle medicine. E' pieno di lividi, ma credo che nemmeno Dane sia messo bene. Non so quanti calci e pugni si siano tirati.

Li prendo le mani e passo sopra ai graffi del cotone impregnato del disinfettante.

"Fermami se ti faccio male"

"Mi dispiace". Qualche sua lacrima bagna la mia mano.

"Non piangere dai. Va tutto bene"

"No, non va bene". Fa un sospiro, per poi ricominciare a parlare. "Ti ho perso, non è così?", chiede alzando la testa per guardarmi negli occhi.

"Cosa stai dicendo?"

"E allora perché non hai il coraggio di guardarmi?"

"Perchè ti sto medicando"

"Tommaso, guardami". Non ci riesco. Provo a staccare gli occhi dalle sue ferite, ma non ce la faccio. Non per imbarazzo, ma solo per paura e disagio. Paura di aver perso il mio migliore amico per colpa della mia codardia. Disagio perché quando siamo vicini non ci capisco più nulla, e non so cosa significhi.

"Ho capito. Ti faccio schifo". Si alza. Se non lo fermo ora, non credo possa ricapitare l'occasione di riprendermi la persona più importante per me.

"Matteo aspetta ti prego". Lo abbraccio da dietro, stringendo la sua vita sottile, incollando la guancia alla sua schiena, ancora sudata per quello che è accaduto nei bagni. Per fortuna abito vicino alla scuola, se no, a causa di questo freddo, si sarebbe pure ammalato.

"Cosa c'è?"

"Non te ne andare. Parla con me"

"Che dovrei dirti? Sai già quello che provo per te"

"Voglio che lo ripeti ancora"

"Non farmi stare peggio di così"

"E se ti dicessi che non è una strada a senso unico?". Si volta verso di me.

"Cosa intendi?"

"Non lo so. Sono veramente confuso in questo periodo. Quello che credevo il mio ragazzo mi ha mentito tutto il tempo e ha pure picchiato il mio migliore amico. Poi sei arrivato tu, e quei sentimenti che non conoscevo"

"E' successo tutto così in fretta anche a me"

"Da quanto?"

"Cosa da quanto?"

"Da quanto ti piacciono i ragazzi?"

"Non sono nemmeno sicuro che mi piacciano i ragazzi, ma quando mi raccontavi cosa succedeva tra te e quello stronzo ho sentito qualcosa. Gelosia. All'inizio ho voluto ignorare questo sentimento, credendo di essere semplicemente confuso. Poi, vedendoti piangere, ho avuto l'impulso di baciarti. Da quel momento, ho capito che non era gelosia nei confronti di un amico"

"Capito"

"Con questo non sto dicendo che devi metterti con me, anche perché sono meno esperto di te in queste cose. Non ho mai amato un ragazzo, non so come muovermi. E' veramente un periodo strano. Avevo paura di farti schifo confessando i miei sentimenti"

"Come hai potuto pensarlo?"

"Non lo so. Essendo abituato a sbavare dietro alla prima ragazza che mi passava accanto non pensavo mi avresti preso sul serio"

"Mi spiace"

"Per cosa?"

"Per le botte che hai ricevuto a causa mia. Anzi, dovrei anche ringraziarti per avermi aiutato. Non sapevo come uscirne"

"Che intenzioni hai con lui?"

"Te l'ho detto, sono veramente confuso. Non so che fare"

"Io ti aspetterò piccolo. Ti chiedo solo di scegliere col cuore e non perché hai timore di perdere un'amico. Io rispetterò la decisione"

"Grazie Mat"

"Ora devo davvero andare, così avrai il tempo di stare da solo". Prima di andare mi lascia un bacio sulla fronte. Mi guardo allo specchio, rosso in viso, con un sorriso da ebete. 

Serendipity 𝓢𝓮𝓬𝓸𝓷𝓭𝓪 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora