𝑪𝑨𝑷𝑰𝑻𝑶𝑳𝑶 𝟒𝟔

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𝓝𝓸𝓽𝓮 𝓭𝓮𝓵𝓵'𝓪𝓾𝓽𝓻𝓲𝓬𝓮: storia raccontata dal punto di vista di Matteo.

Decido di fermarmi in biblioteca dopo scuola. In questi giorni ho passato troppo tempo sui social a chattare con delle ragazze che mi sono completamente dimenticato di tutte le verifiche e interrogazioni da preparare per la prossima settimana. Non avrei voluto iscrivermi a un liceo scientifico, l'ho fatto solo per il mio migliore amico. Prima di lui ero sempre solo. Siamo strani, ma insieme ci completiamo. È un ragazzo così piccolo e innocente, però il suo carattere è veramente forte. Ne ha passate di tutti i colori, eppure si presenta sempre perfetto. Io sono la classica delusione della famiglia, il figlio bocciato al terzo anno di medie per le troppe assenze, una schiappa a calcio. Devo rassegnarmi: in una famiglia c'è sempre la pecora bianca e la pecora nera. Io sono la pecora nera, ma si dice che la pecora nera avrà più successo nella vita e non quella bianca, nonostante venga allontanata e disprezzata da tutti. Sarà, ma io ho solo me. Me la sono sempre cavata, e sono sicuro che un giorno i miei genitori mi chiederanno finalmente scusa. 

Mi avvio verso l'aula studio ma vengo fermato da qualcuno: il tipo strano che tormenta Tommaso.

"Che vuoi?"

"Hai un momento pivello?"

"No coglione. Devo andare a studiare"

"Dammi il numero del tuo amichetto"

"Quale amichetto?"

"Non rompere e dammi il suo numero"

"No". Cerco di andarmene ma mi prende per le spalle, bloccandomi al muro. Con forza, estrae il mio telefono dalla tasca, prende il suo e fa una foto al numero di Tommasino. Mi ucciderà.

"Grazie pivello"

"Che intenzioni hai?", domando prima che se ne vada.

"Voglio uscire con lui, tutto qua. Quel ragazzino mi piace"

"Trattalo bene ti prego"

"E a te che importa?"

"Ne ha passate parecchie"

"Cosa intendi?"

"Te lo dirà lui, se vorrà parlarne"

𝓝𝓸𝓽𝓮 𝓭𝓮𝓵𝓵'𝓪𝓾𝓽𝓻𝓲𝓬𝓮: storia narrata dal punto di vista di Dane.

Finalmente ho il suo numero. Arrivo a casa, corro in camera salutando di sfuggita mia madre e me lo salvo. Non perdo tempo a scrivergli. Sono veramente agitato. Non ho mai provato qualcosa per un ragazzo. E' una sensazione strana, ma piacevole. 

Hey ragazzino.

Dane?

In persona:)

Come hai fatto ad avere il mio numero?

Cazzi miei. Senti, usciamo.

Ti ho già detto di no.

Ho deciso che domani dopo scuola andiamo a mangiare insieme, poi ti riporto a casa.

No!!!

Guarda che non era una domanda. 

Non ti arrenderai mai?

Mai ragazzino. 

Va bene. A domani. 

Serendipity 𝓢𝓮𝓬𝓸𝓷𝓭𝓪 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora