Capitolo cinque

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"Io non credo che sia una buona idea, Hyunjin"
Disse Rose al ragazzo, seduto a gambe incrociate sul suo divano.
Ancora non si immaginava quante altre volte avrebbe pronunciato quella frase.
Il tono di voce sarebbe cambiato, più deciso e autoritario, dato che avrebbe scoperto ben presto come fosse l'unico modo per farsi dare retta da quella testa di marmo del suo partner.

Appena mise piede nel modesto appartamento della collega, fu come lo frequentasse da quando era nato.
Si tolse le scarpe e le ripose sul tappetino e notando indumenti maschili sullo schienale della cucina non si fece problemi di alcun tipo a chiedere.
La timida Rose lo liquidò in un batter d'occhio e tornò immediatamente sull'argomento lavoro, portando sul tavolo della cucina portatile, penne e gli immancabili bloc notes.

In tempo record il moro se ne saltò fuori con trovate assurde, bocciate sul nascere dalla ragazza.
Lui presentava idee a dir poco artistiche alla velocità della luce, senza contare la facilità con cui le produceva.
Lei invece, lo riportava coi piedi per terra, esponendogli i motivi per cui quelle stramberie non potevano in alcun modo essere messe in atto.
In un certo senso, erano perfetti.
Perfettamente opposti.

"Quest'ultima è stata pazzesca... Un cactus e dei palloncini..."
"Secondo me potrebbe funzionare! Senti qui! Praticamente c'è questo palloncino che-"
"Hyunjin... Dobbiamo pubblicizzare dei biscotti"
"Che si chiamano abbracci! Quindi se noi-"
"DENG!!"

La bionda lo colpì, esattamente nel mezzo della testa, con un martello di plastica dal manico azzurro.

"Hey ma che diavolo???"
"Non è mio, è di Minho, non fare domande... Non credevo mi sarebbe mai potuto tornare utile"
"E chi diavolo è Minho??"

Rose lo ricolpì stavolta sul braccio sinistro, l'unico libero, visto che il destro era per metà infilato nel sacchetto di biscotti.
L'idea iniziale di Hyunjin era stata di acquistarne uno perché era meglio avere sott'occhi l'oggetto di studio, così disse.
Peccato che ora ne rimanessero solo briciole.

Dalla sorpresa dell'ennesimo colpo, tolse il braccio con irruenza, rovesciandone il contenuto sul pavimento.

"Hyunjin!!"
"È... È stata colpa tua! Mi hai colpito con quello strumento del terrore! Che cavolo ci fa questo Minho con quel robo?"

Affermò massaggiandosi il secondo punto ferito e poi il primo.

"Ops... Le briciole mi sono finite nei capelli... Ti... Ti dispiace..."

Quasi bisbigliò alla bionda, che sbuffando si sedette di fronte a lui, spostandogli delicatamente delle ciocche scure.

"Fortuna che hai i capelli neri"

Per essere più comoda, si sedette sulle ginocchia, inarcando la schiena.
La vista di Hyunjin era dritta sul scollo a v della sua camicetta e appena se ne accorse, l'imbarazzo trovò la strada spianata.
Se si fosse mosso o l'avesse fatto notare avrebbe di certo peggiorato la situazione, perciò, decise di distogliere lo sguardo senza destare sospetti, anche se le guance iniziarono a farsi più rosee e il petto a battergli più velocemente.

"Ecco qui"
"Grazie~"

Si rimise composta e lo sguardo le cadde sul disastro tutt'ora in terra.

"Meglio pulire prima che-"

Non fu in grado di terminare che entrambi sentirono le chiavi infilarsi con forza nella toppa della porta principale.

"Oh no!! Ma che ore sono??"

Mentre Rose si scaraventò verso il ripostiglio alla ricerca di scopa e paletta, Hyunjin lanciò un'occhiata veloce all'orologio al di sopra del tavolo.

"Wow, però... Il tempo vola quando ci si diverte"

Minho odiava lo spreco di cibo, lo spreco di cibo e la casa sporca, e in quel momento erano accaduti entrambi i primi punti della sua lista nera.
Lavorando in una pasticceria, la pulizia e l'igiene erano all'ordine del giorno per lui e convivendo con Rose gli era andata di lusso, visto che oltre la casa, condividevano le stesse idee di non sprecare e di tenere l'abitazione linda e pinta.
Solo... Non aveva fatto i conti col nuovo uragano scoppiato nella vita della ragazza.

"Hyunjin! Che stai facendo lì impalato!! Vieni a darmi una mano! Questo casino è opera tua!"
"Oh!"

Il moro si rizzò dritto e con i calzini pestò i rimasugli di biscotti.
Tutti e due osservarono in silenzio i suoi piedi e appena Hyunjin alzò quello incriminato mostrando il calzino, corse verso l'ingresso, sparpagliando le briciole in giro per tutto il salotto.

"Io ti uccidoo!!"
"Non ho fatto appostaaa!!!"

All'improvviso, la schiena del più piccolo si scontrò contro qualcosa di morbido e subito dopo, un fragoroso splash risuonò non soltanto per l'appartamento, ma per via della porta aperta, anche nella tromba delle scale del condominio.

Rose si coprì il volto con una mano e Hyunjin in silenzio, quasi pietrificato, si voltò, ritrovandosi a pochissimi centimetri di distanza, proprio da quel Minho di cui tanto aveva sentito parlare.

"Ehm io... Ops...?"

•Quando gli opposti si attraggono• Hwang HyunjinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora