Capitolo otto

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Era trascorso un altro mese e la vita lavorativa di Rose proseguiva in un modo che si potrebbe decisamente definire... Altalenante, ma efficace.
Il modus operandi era sempre lo stesso: Hyunjin proponeva, lei bocciava, Hyunjin si offendeva e lei per farsi perdonare gli offriva dei dolcetti.
Il risultato, tuttavia, era a dir poco strabiliante.
Alla fine di quello strano e tortuoso percorso, Hyunjin partoriva un'idea in grado di soddisfarla e così, ispirata dalle parole e dai suoi tratteggi digitali, si metteva all'opera con PowerPoint e parole, spiegate prima a Minho e poi perfezionate di fronte ad uno specchio.

"Grazie al cielo hai finito, fa' vedere"

Chiese Yeonjun a Soobin, raggiungendo la sua scrivania trascinando, coi piedi, la sedia con le ruote.

"Che te ne pare?"
"Beh, direi che ci siamo! Ci è andata proprio bene ad avere ottenuto questa locandina!"

Esclamò, guadagnandosi un'occhiataccia da parte dell'altra coppia dell'ufficio, che invece, non era stata altrettanto fortunata.

"Cioè mi state dicendo che avete già finito il lavoro?"
"Esattamente"

Rispose Soobin, dopodiché, in tutta tranquillità, spense il suo pc, scartando una caramella frizzante.

"Perché questa settimana non ci hanno assegnato nessun progetto? Me lo sai dire, Rosie?"
"Se lo sapessi avrei già fatto qualcosa per ottenerne uno, non credi?"

Mentre Soobin e Yeonjun si congedarono in anticipo, gli altri due rimasero a discutere davanti al monitor di Hyunjin che era colmo di e-mail da smistare e file da archiviare.
Rose stava in piedi, alla sua destra.

"Forse perché a Jeno non è andata giù la tua sparata dell'altro giorno? Non so, può essere?"
"Se ti riferisci a quando ho confuso i nostri pass ho già spiegato che è stata una semplice svista, ci siamo chiariti"
"Ah sì? E il fatto che il suo fosse nel suo ufficio e nonostante questo ce l'avessi tu immagino sia stato d'aiuto"
"Rose, abbi un po'più di fiducia nell'umanità, se ha detto che non porta nessun rancore io gli credo"
"Sì come no... E poi non sei tu che devi credere a lui, ma pregare che lui creda a te!"

Hyunjin aggrottò la fronte e voltandosi verso di lei, le puntò il dito contro.

"Senti tu!"
"Rose? Hyunjin?"

All'improvviso il loro capo ufficio, l'altro protagonista dell'incresciosa vicenda che ha coinvolto il moro -e indirettamente la bionda- apparve al centro della stanza.

"Sì? Ha bisogno?"

Rispose prontamente Rose, bruciando Hyunjin sul tempo.

"Tra cinque minuti nel mio ufficio per favore"

Esclamò, richiudendo subito dopo la porta, lasciandoli sospesi e terrorizzati.

"Siamo licenziati"
"Esagerata! Per un semplice scambio di identità"
"Scambio d'identità? Hyunjin hai letteralmente rubato il pass del capo!"
"Se la dici così sembra davvero grave... Oddio Rose, ci licenzierà??"
"Non lo so!! Ma se lo farà, ritieniti pure un uomo morto"

Esclamò lei, stringendosi l'elastico in cima alla coda di cavallo, aggiustandosi il colletto del maglioncino e infilandolo ancora di più nei pantaloni sartoriali.
Sistemò per bene il suo pass e lui, sentendosi in difetto, fece lo stesso, ritoccandosi addirittura la frangetta scura con le dita.

Senza dire una parola, Rose, si avviò a passo deciso verso l'ufficio di Jeno, ma ad un tratto, sentì qualcosa afferrarla talmente forte, da farla addirittura indietreggiare.
Hyunjin, che per bloccarla le aveva infilato l'indice nel passante centrale dei pantaloni, nel tentativo di non farla cascare sul pavimento freddo le afferrò il polso, attirandola verso di sé e stringendola leggermente più del dovuto.
Dopo aver emesso un piccolo gridolino per lo spavento, la bionda, sotto la presa del collega, si ammutolì completamente.
Ci furono pochi istanti di imbarazzo, istanti silenziosi in cui i loro occhi rimasero incollati gli uni sugli altri, fino a che Rose, rinsanita, lo invitò a mollare la presa.

"Scusami, volevo solo che mi aspettassi"
"E per poco non mi ammazzavo"
"Che per te è meglio che essere licenziata, immagino"

Malgrado Hyunjin quella frase la disse serio, forse credendo davvero a quelle sue assurde parole, lei fece una smorfia sorridente trattenendo una risata, così, credendo di averla scampata, il moro, mentre la guardò, sorrise di conseguenza.

"Non c'è niente da ridere, entriamo"

L'espressione divertita venne subito cancellata dal suo volto e non appena lei bussò alla porta, vennero chiamati all'interno dell'ufficio.
Entrambi poggiarono una mano sulle rispettive due sedie di fronte a loro, ma Jeno si affrettò a dar indicazioni.

"Oh, no, non c'è bisogno vi sediate"

La ragazza sgranò gli occhi temendo il peggio e Hyunjin, terrorizzato oltre che di essere appena diventato disoccupato, di subire ogni qualsivoglia tipo di violenza da parte di lei, deglutì.
Il capo invece, senza battere ciglio, continuò a digitare alla tastiera.

"Allora... Principalmente ho pensato a voi perché siete l'unico team con una donna. Per le mani ho una pubblicità che vorrei-"
"SÌ!"

Il più alto si lasciò sfuggire un'esclamazione liberatoria, felice di essere sfuggito sia al licenziamento, sia ad un funerale, il suo.

"Ti vedo contento Hyunjin, carico! Mi fa piacere non ti lasci scoraggiare dal fatto di essere estraneo al prodotto"

Il ragazzo, che finse di aver compreso a che cosa si stesse riferendo, gli sorrise, colpendo bonariamente il braccio di Rose, la quale finse complicità.

"Vorrei avere la bozza per la pubblicità di questi tamponi interni almeno entro due settimane, una volta approvata da me, possiamo partire con la vera e propria presentazione"

Il minore si chinò verso Rose e bisbigliò.

"Ha detto tamponi??"
"Interni"

Aggiunse lei, quasi ventriloquando.

"Rose?"
"Dica!"
"Ti mando i dettagli per email, ora scusatemi ma è una vera giornataccia"

Sbuffò Jeno, e mentre Rose salutò, Hyunjin pensò bene di terminare in bellezza.

"Scusi signor Lee?"
"Dimmi pure Hyunjin"
"Per la storia del pass... Quindi... È acqua passata?"

Il capo ufficio spostò lo schermo per poterlo guardare in faccia e indicandogli l'uscita, gli rispose.

"Vai vai, prima che ci ripensi!"

Provando a non far notare il sorriso stampato sulle labbra, se ne uscì, trovando Rose ad aspettarlo a braccia conserte.

"Tu non lo vuoi proprio questo lavoro o sbaglio?"
"Anzi, il contrario! Abbiamo un'altra pubblicità!"

Esclamò abbracciandola, mentre lei, ridendo a voce alta gli intimò di lasciarla andare.

"Siamo in azienda, Hyunjin!"
"No, siamo ANCORA in azienda! Sbrigati a sistemare tutto, andiamo a prenderci la frittella e poi ceniamo da me, così pensiamo a-"
"Vuoi parlare di assorbenti interni davanti a un piatto di ramen?"
"Assorbenti? No, ha detto tamponi!"

La bionda alzò un sopracciglio, fissandolo sarcastica.

"Quando mi hai sussurrato 'tamponi' non avevi capito intendesse quei tamponi, vero?"

Hyunjin fece segno di no con la testa e sbuffando, la raggiunse.

"Però io la voglio lo stesso la frittella"

•Quando gli opposti si attraggono• Hwang HyunjinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora