Il segreto dei McGrey

I. Lord e Lady Luxor

7 febbraio 1865, Londra

Lady Luxor era distesa pigramente sul divanetto di velluto della sua nuova dimora londinese come ogni singolo giorno, mentre Nellie le leggeva "La donna in bianco". Grace prima di sposarsi pensava che la vita sarebbe stata differente. Sicuramente era piena di abiti, circondata da arredamento di lusso, ma era felice? Lady Luxor non lo sapeva.

"Nellie, prendimi carta e calamaio." Disse Grace reprimendo uno sbadiglio. Seduta sul tavolino di mogano, iniziò la lettera quotidiana alla famiglia in Scozia.

"Cara sorella,

Ti scrivo giusto per far passare il tempo. Non avrei mai pensato che l'ozio fosse così stressante. Oh, Emma, sono tremendamente infelice. Non ho mai voluto ammetterlo, ma è così. Sarò franca con te, Edward non è mai a casa, in più è così vecchio. Non riuscirò mai ad amarlo. L'ho compreso fin da subito. Io sono giovane, piena di vita....

Mi manchi terribilmente, Emma."

Grace si fermò per un attimo. La porta imbottita del salone si stava spalancando, ed ecco il suo antiquato marito: Lord Edward Luxor. Vecchio, certo, ma estremamente ricco. Con una rendita di diecimila sterline l'anno, Mr Spenlow non ci aveva pensato un momento a concedere la mano della sua bellissima Grace a quell'uomo che lei tanto ripugnava.

"Cara, ho una notizia per te." Esclamò Lord Luxor tutto agitato. "Peter mi ha appena consegnato questo biglietto di invito ad un ballo in maschera per noi due. Proviene da un certo Lord McGrey, uno scozzese. Non mi sembra di conoscerlo.... anche se il nome mi è familiare. Forse ho avuto l'onore di incontrarlo durante uno dei miei tanti viaggi in Scozia. Mia cara, cosa ne pensi?"

"Oh, Edward, è magnifico! Non vado da anni ad un ballo. Dove e quando si terrà?"

"In Scozia, nel castello di Lord McGrey. Dobbiamo essere là per dopodomani." Lord Edward era tutto accaldato. "Nellie, prepara subito la valigia alla signora!" ordinò.

Grace era al settimo cielo. Finalmente un po' di svago! Si stiracchiò e si diresse verso camera sua, pensando che non avrebbe mai terminato la missiva per sua sorella Emma.