XI.

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La cena fu molto silenziosa. Thomas osservò le persone quattro persone intorno alla tavola insieme a lui. Erano degli estranei, o almeno quasi tutti. Eppure qualcosa li legava, qualcosa di cui gli altri erano a conoscenza. Osservò Grace. Era pallida, profonde occhiaie violacee le cerchiavano gli occhi. I capelli erano sporchi e appiccicati alla testa. Rosanette era impeccabile, come sempre. E aveva di continuo quel fastidioso sorriso stampato sul volto. Nessuno sarebbe riuscito a toglierglielo. I boccoli biondi erano deliziosamente spettinati. Fissava le patate bollite senza mai alzare gli occhi. St. Cleeve era come al solito. Perfetto nel suo panciotto, i riccioli biondi lo facevano sembrare un cherubino. Lady Blanche aveva il viso pieno di rughe, ma era molto curata. Chissà quanti anni aveva. 35? 40? Poteva essere benissimo. Aveva uno chignon raccolto sul capo, il resto dei riccioli ricadevano sparsi sulle spalle. La candela in mezzo alla tavola faceva risplendere il grande rubino a forma di cuore della sua collana.

Al contrario della cena, la serata nella sala da gioco fu molto allegra. Thomas andò a prendere lui stesso la bottiglia di brandy in cucina, naturalmente non si fidava di Mrs Clark e del marito. Grace era adagiata sulla poltrona mentre sorseggiava the con latte, Mr Clark aveva acceso le braci del camino e nella stanza si stava espandendo un torpore decisamente piacevole. Rosanette sbocconcellava un pasticcino alla crema, mentre chiacchierava amabilmente con Lady Blanche. Thomas osservava St. Cleeve, sdraiato sul divano mentre si scolava l'intera bottiglia di brandy. Un sorriso gli comparve sul volto. Mr Day capì che il calore dell'alcool si stava facendo strada dentro di lui, perché man mano da silenzioso e riservato il conte si stava facendo sempre più loquace.

Rosanette si stiracchiò e disse sbadigliando." Sono davvero esausta. Se permettete, vado a coricarmi." Fece un inchino e si richiuse la porta alle spalle.

"Come vi sentite, miss Grace? Non avete una bella cera." Chiese Thomas.

"Oh, avete ragione. Da quando sono qui mi trascuro parecchio. Vorrei tornare a casa, mi piacerebbe riabbracciare la mia famiglia." Rispose lei.

"Capisco a pieno. Come sta vostra sorella?" domandò Thomas.

"Benissimo, grazie. Si è sposata poco prima di me con Mr. Jeremy Cook, davvero un bravo giovane. Non so se lo conoscete."

"Mi padre di s, il nome mi è familiare. Inverness non è molto grande." Grace sospirò.

"Mi manca la Scozia, Mr Day. Terribilmente. Londra ha i suoi fascini, i balli, i teatri, le visite mondane... ma penso che casa sia solo quella dove ci sono persone sempre pronte ad accoglierti in ogni momento. E Inverness è la mia casa." Disse Grace malinconica.

"Cos'avete in programma di fare, miss Grace? Tornerete in Scozia dopo che sarete uscita da questo castello?" chiese Blanche in modo cordiale.

"Mi piacerebbe molto. A Londra dovrò sbrigare vari affari di Edward, ma poi credo che tronerò a casa, finalmente." Rispose Grace.

St. Cleeve, visibilmente alticcio, iniziò a salire le scale senza dire una parola. Blanche dichiarò:" Signori, è stata una piacevole serata. Buonanotte." Uscì sorridendo. Era giunto il momento di giocare il suo asso.

                      


"Penso proprio che sia meglio ritirarci, miss Grace." Thomas si alzò. Grace afferrò la sua mano e salirono le scale. Mentre attraversavano il corridoio udirono una risatina soffocata. Era la voce di Lady Blanche.

Svoltato l'angolo, Grace sbiancò. St. Cleeve teneva Blanche stretta tra le braccia, e un bacio appassionato scattò fra i due. La lady si ritrasse, ma sorrise a Grace e a Thomas in modo cordiale come al solito. Il conte aveva gli occhi lucidi e annebbiati, l'alcool aveva fatto il suo effetto.

Il segreto dei McGreyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora