XVI.

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Il giorno seguente, Grace era seduta in poltrona. Si faceva aria col ventaglio, l'aumento di temperatura improvviso era stato considerevole. La porta si spalancò ed entrò St. Cleeve, che si accasciò ai suoi piedi. Le prese la mano, guardandola con adorazione. La baciò delicatamente. Il tocco delle labbra sulla pelle morbida della su mano prima deliziava Grace ma adesso... tutto era cambiato. Non provava più niente. Solo indifferenza e qualche volta anche compassione.

"Grace, andiamocene! Sposami e fuggiamo via... tu ed io... non abbiamo bisogno di nessuno. Tu mi appartieni, ed io appartengo a te. Non dobbiamo più nasconderci." Esclamò lui.

"Hai esagerato di nuovo col bere, Charles." Rispose lei calma, con una punta di sarcasmo misto a disgusto nella voce.

Lui la fissò penetrante negli occhi. Quello sguardo, quel maledetto sguardo! Prima mi faceva sciogliere, pensò Grace. Quando mi guardava in quel modo, il mio cuore lo raggiungeva in un soffio. Ma adesso il suo arido cuoricino era bel saldo al petto.

"Non mi ami più." Bisbigliò il conte.

"Non lo so. Questa situazione è assurda. Voglio solo tornare a casa." Disse lei.

"Allora vieni con me, maledizione! Ti riporto a casa, amore mio! Mi basta solo un tuo cenno, mi basta udire una tua dolce parola... ma dì qualcosa, ti prego. Mi ami, vero?" chiese Charles.

Lei non rispose. Teneva lo sguardo fisso sul pavimento.

"Grace! Rispondimi. Perché mi torturi così? Sei sempre stata cinica. Ti diverte vedermi in questo stato." Poi ci fu un attimo di riflessione. La fissò dritto negli occhi, si avvicinò e le alzò il mento. I loro sguardi si incrociarono, poi si fusero insieme, ma quella scintilla... la scintilla della prima occhiata non esisteva più. Si era consumata col tempo. Povero Charles! Se gli uomini sapessero che nove volte su dieci il "primo amore" che pensano di aver conquistato in una donna è solo la carcassa di un antico affetto naufragato, equipaggiato di nuove vele e adoperato ancora. St. Cleeve accese una candela. Si stava facendo buio. Le emozioni morirebbero di fame se non ci fosse la luce suffusa delle candele. Lui le prese il volto tra le mani e la baciò. Un bacio alquanto breve, perché lei lo spinse via da sé con forza e subito dopo agì d'impulso: gli appioppò sul viso un grandissimo schiaffo. Grace si osservò la mano. Non aveva mai utilizzato violenza, soprattutto su un uomo. Un uomo che nonostante sapesse che lei ammirava un altro, la adorava incondizionatamente. Si pentì di quel gesto. Amaramente. Iniziò a piangere come una bambina. Le lacrime le gonfiarono gli occhi. Charles era davanti a lei, mentre si teneva la mano sul volto. La pelle colpita dallo schiaffo di Grace era bollente, in più si distinguevano benissimo le impronte delle sue dita. Lui le si avvicinò e la prese tra le braccia. L'aveva perdonata. Lei pianse ancora di più, quel suo atteggiamento la infastidiva. Oh, cosa aveva fatto? Non meritava di essere cullata e consolata da lui.

Lei sussurrò, balbettando:" Scusa, Charles... ti prego, perdonami. Non so proprio cosa mi sia preso. Non merito nulla, tantomeno merito il tuo amore o la tua ammirazione. Sono un mostro."

Lui la guardò senza alcun mutamento di espressione. Non fece caso alle sue parole di scusa. Quel gesto era stato abbastanza umiliante. E soprattutto, lei gli aveva scagliato in faccia nel vero senso della parola i suoi sentimenti. Una creatura lunatica, la mia Grace... si disse rievocando i suoi pensieri di quella nottata sulla scogliera.

"Ami Thomas, Grace. E' così?" chiese St. Cleeve.

"No." Sussurrò lei. Sì, invece, sì! Non nasconderti più, Grace! Ama, e non aver paura di farlo! Le gridava il suo cuore. Ma lei continuava a mentire agli altri e a se stessa senza ritegno.

"Invece è così. Ma ti dirò una cosa: proprio lui è l'assassino. Proprio il nostro detective." Lei non parlava. Allora lui proseguì:" Ieri notte sono passato nel corridoio, ho visto la porta della sua stanza socchiusa. Così ho sbirciato dentro. Steso sul letto c'era chiaramente Mr Clark, morto. E Thomas era seduto alla scrivania, mentre si teneva la testa fra le mani."

Il segreto dei McGreyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora