19. Superare il limite | Present;

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"Ho sempre voluto dimostrare a tuttiche fossi più in gamba di quanto non ero davvero

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"Ho sempre voluto dimostrare a tutti
che fossi più in gamba di quanto non ero davvero."

La sveglia, il giorno dopo, è alle cinque del mattino. Considerando che ho passato gran parte della notte a rigirarmi sotto il futon, a pensare a Kirishima, non posso certo dire di sentirmi riposata. Se mi sono addormentata alle tre è grasso che cola. Ho sentito Mina rientrare in camera per le due e qualcosa: anche lei dev'essere stremata. In realtà, quando ci trasciniamo fuori dalla struttura, col sole che ancora deve allungare i suoi raggi nel cielo, abbiamo tutti l'aria stravolta di zombie appena usciti dalla tomba.

Mio padre è già sveglio e ci aspetta nel cortile con aria seria e addirittura riposata. Ha l'espressione determinata da professore e non mi rivolge particolari attenzioni: in questo momento, sono come un'altra sua studentessa; so che non avrà un occhio di riguardo per me solo perché sono sua figlia e di questo gli sono grata. Voglio crescere e imparare e migliorarmi.

Plus Ultra, proprio come ha detto Eijiro.

Lo cerco con lo sguardo e lo vedo coprire un grosso sbadiglio con la mano. Il suo viso solitamente fresco e gioviale è ora intontito. Lo trovo ancora più adorabile.

Lui strizza gli occhi e gira il capo in mia direzione, forse sentendosi osservato. Mi affretto a distogliere lo sguardo, imbarazzata, ma quando provo a rivolgergli una nuova occhiata di sottecchi lui mi sorride e sventola la mano in segno di saluto. Gli sorrido a mia volta, mentre mi sento d'un tratto molto più sveglia.

«Buongiorno a tutti» ci accoglie Aizawa. Il coro che gli risponde è un mormorio basso, ma lui non si lascia scoraggiare. «A partire da oggi, daremo il via a un allenamento pesante. L'obiettivo è farvi migliorare affinché acquisiate la "licenza temporanea da eroe"» ci spiega.

Questo sembra risollevare l'attenzione generale, perché parecchie schiene si raddrizzano e molti occhi si fanno più vispi.

«Un faccia a faccia col nemico è inevitabile» prosegue lui, «quindi preparatevi fisicamente e moralmente ad affrontare qualsiasi minaccia in qualsiasi momento.»

Annuisco in modo quasi inconscio: sebbene questo discorso non sia rivolto direttamente a me, dato che non sono ancora nemmeno una studentessa della Yuei, voglio comunque dare il meglio e sfruttare quest'occasione per migliorare il mio quirk.

«Detto questo...» Mio padre tira fuori una pallina da baseball dalla tasca dei pantaloni. «Bakugo!» Il ragazzo gli rivolge un'occhiata attenta e afferra al volo la pallina quando Aizawa la tira in sua direzione. «Prova a lanciarla!»

Kacchan la fissa assorto. «È la palla del test di attitudine fisica.»

Ascolto attentamente e cerco di fare mie quelle informazioni preziose su quello che sarà il mio prossimo anno alla Yuei. Ammesso che io riesca a superare il test d'ingresso, ovvio. No, ci riuscirò: devo essere positiva!

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