"Shota mi è piaciuto sin da subito.
Aveva quell'aria cupa e tenebrosa,
forse mi ha sempre ricordato me stessa.
Il riflesso che non volevo vedere.
Il rovescio positivo della mia medaglia."Passato
La mia prima lezione di eroismo sarà una lezione di salvataggio, a quanto ci spiega il professore. Senza fornirci troppe spiegazioni preliminari, ci dice di prendere i nostri vestiti da heroes e seguirlo. Io non ne ho uno, così mentre tutti prendono le loro valigette, io mi avvio dietro al prof, un po' impacciata.
«Saito, giusto?» domanda lui, quando lo affianco. A prima vista sembra un uomo normale, con qualche chilo in più, soprattutto sulla pancia, e un simpatico viso rotondo. Mi domando che quirk abbia.
Annuisco.
«Immagino tu non abbia ancora un costume, giusto?» Annuisco di nuovo. «Giusto» ripete, per la terza volta, cosa che mi fa comprendere che sia un suo vezzo linguistico. «Per oggi, puoi indossare la divisa sportiva. Dovrebbero avertene fornita una insieme alla divisa scolastica, giusto?»
«Sì» rispondo, sforzandomi di essere un po' partecipe alla conversazione... e di non rispondergli con un altro "giusto".
«Giusto» dice lui però, facendomi scappare un sorriso. «Appena puoi, passa al laboratorio del dipartimento di supporto per fartene creare uno. Se hai già qualche idea, puoi portare una bozza, altrimenti potrai farti suggerire da loro: sono piuttosto in gamba.»
«D'accordo.»
Mi separo dal professore appena usciamo dalla struttura scolastica e faccio un salto nel dormitorio per prendere la tuta blu, che ho visto sulla stampella nel mio armadio, accanto a dove mi avevano messo la divisa scolastica. Per tutto il tragitto, non posso fare a meno di riflettere sul fatto che non ho mai pensato a un costume da eroe... in fondo, credevo di essere una Villain fino a due settimane fa. Il mio costume da super cattiva non era affatto elaborato: una tuta nera aderente, che mi copriva dal collo fino ai piedi; l'unica parte a rimanere scoperta, a parte il volto, erano le mani, per permettermi di utilizzare tempestivamente il mio quirk, che si attiva con il contatto diretto. Potrei richiedere qualcosa di molto simile, magari con colori un po' più vivaci: in fondo, un eroe dovrebbe ispirare fiducia, simpatia e sicurezza, giusto? All Might è un tripudio di colori sgargianti, tra il blu elettrico, il bianco, il giallo e il rosso. Eppure, mentre mi riunisco agli altri studenti per raggiungere lo USJ, luogo dove si svolgerà la nostra esercitazione, non posso fare a meno di pensare che non mi ci vedrei proprio in una tutina bianca e rosa.
Lo USJ, acronimo per "Unforseen Simulation Joint", è un'enorme struttura racchiusa in una cupola di vetro. Quando entriamo, non posso non sgranare gli occhi dalla sorpresa: all'interno di uno spiazzo, che occupa gran parte della costruzione, c'è la riproduzione di vari quartieri cittadini, ognuno sconvolto da una diversa catastrofe. A una prima occhiata, noto un gruppo di palazzi distrutti, un terreno in pendenza ricoperto di detriti, una zona in perpetue fiamme contenute... è ovvio come ogni quartiere sia creato per simulare un diverso scenario di vita quotidiana che un eroe può ritrovarsi ad affrontare.
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DISTANCE
FanfictionHaruka Aizawa non è ancora una studentessa della Yuei, ma lo sarà l'anno prossimo. Nel frattempo, lavora come assistente di Recovery Girl nell'infermeria della scuola, per imparare a controllare al meglio il suo quirk. Migliore amica di Mei Hatsume...