34. Apprensione | Present;

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Il ritorno alla quotidianità è lento e strano. I giorni successivi al grande scontro tra All Might e All For One si trascinano con uno stato d'ansia residuo e tanta confusione.

Mia mamma è venuta a casa di papà la sera stessa del salvataggio e, nonostante l'aria stanca, mi ha stretta a sé con un sorriso sincero, che mi ha fatta sentire bene, protetta e al sicuro. È persino rimasta a cena e, per la prima volta dopo tanto tempo, ho visto lei e Aizawa andare d'accordo e non tirarsi neanche una frecciatina. È stato un piccolo miracolo di cui sono stata grata, perché dopo gli eventi terribili che mi hanno vista coinvolta insieme a Bakugo e a tutti gli studenti della Yuei, trovare un po' di serenità famigliare è stato ciò che mi serviva per andare avanti.

Gli incubi si sono susseguiti per le notti successive. Non mi vergogno ad ammettere di aver dormito nel letto con mio padre, che mi ha tenuta stretta a sé e mi ha cullata come una bambina ogni volta che mi risvegliavo ansante e con le lacrime agli occhi.

È passata una settimana, da quella notte funesta, e oggi mi sento un pochino meglio, grazie anche alla notizie che mi ha dato la mamma solo cinque minuti fa.

«Ti aiuto a preparare le valigie» mi ha detto, con un sorriso strano, ma convincente, «da oggi in poi vivrai nel dormitorio della Yuei insieme agli altri studenti.»

So perché hanno preso questa decisione: sia Lady Healer che Eraser Head sono entrambi super impegnati, in questo periodo, sia con i loro lavori tradizionali che con i loro affari da eroi, quindi non avrebbero modo di starmi accanto e di avermi sempre sotto il loro controllo. So quanto l'intera faccenda li abbia scossi, lo vedo dal modo in cui mia madre mi riserva sempre uno sguardo ansioso e dal modo in cui mio padre mi poggia sempre una mano sulla spalla o sulla testa, quasi ad assicurarsi che sia veramente accanto a lui e che non mi abbiano di nuovo portata via sotto il suo naso. Si colpevolizza un sacco, per quanto è successo nel bosco, anche se cerca di non farmelo capire, ma sono sua figlia e lo comprendo meglio di quanto lui non creda. So che questa faccenda non ha lasciato cicatrici solo sulla mia anima, ma anche e soprattutto sulla loro.

L'idea di trascorrere un po' di tempo in un luogo sicuro, ma circondata da miei coetanei, che hanno condiviso le mie esperienze, e da facce amiche, mi risolleva il morale.

E poi, avrò l'opportunità di stare di nuovo a stretto contatto con Kirishima, e l'idea mi rende insieme euforica e agitata.

La mia mente scivola da Eijiro e Bakugo, senza che me ne renda davvero conto. Mi domando se anche lui ha avuto i miei stessi postumi, ma qualcosa mi dice che ha reagito meglio della sottoscritta, perché lui è più forte di me, in tutto. Credo di ammirarlo davvero e gli sono estremamente grata per avermi protetta ed essere stato la mia fonte di coraggio per tutto il tempo. Se non ci fosse stato lui, non sono sicura che sarei uscita dalle grinfie dei villain solo con qualche graffio.

La mattina dopo è mio padre a venire a prendermi. Lui e la mamma si salutano con brevi convenevoli, ma ancora non si insultano. Mi domando quanto questa tregua durerà.

Mentre li guardo scambiarsi informazioni utili e raccomandazioni, una parte di me li trova bellissimi. Mi piacerebbe così tanto che riuscissero a ritrovare l'amore che li ha uniti in passato, eppure una parte di me sa che qualcosa tra di loro si è rotto in maniera definitiva anni fa e non credo esista niente che possa riportarli insieme. Le cicatrici che si sono lasciati sono troppo profonde per essere ignorate.

«Allora, se sei pronta, possiamo andare» mi dice Aizawa, strappandomi alle mie considerazioni.

Annuisco, lui si china a prendere la valigia e comincia ad avviarsi verso la macchina, non prima di aver salutato la mamma con un semplice cenno del capo, che lei ricambia.

DISTANCEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora